L’incendio della Cattedrale di Sora nella notte tra il 12 ed il 13 gennaio 1916 nei documenti dell’Archivio Storico Diocesano “Cesare Baronio” di Sora

Nei giorni scorsi, in occasione del primo centenario dell’incendio che distrusse la Cattedrale di Santa Maria Assunta di Sora, abbiamo pubblicato il racconto che di quell’episodio fece il passionista padre Francesco Iannucci nella Platea del Ritiro sorano di Santa Maria degli Angeli. Il documento appartiene al genere letterario della memorialistica, diffuso in ambito storiografico soprattutto all’indomani del secondo dopo guerra, citiamo ad esempio il celebre lavoro di Primo Levi Se questo è un uomo. Riconoscendo che la valutazione storica di tali documenti è appannaggio di un pubblico specializzato o perlomeno proveniente da un percorso di studi accademici, seguendo il criterio storiografico di non scrivere nulla che non sia documentato, si è deciso di integrare il testo del p. Iannucci con ulteriore documentazione storica inedita appartenente alle cosiddette fonti scritte d’archivio, o “ufficiali”.

Il primo documento proposto è “L’Appello ai Cattolici” a firma di S.E. mons. Antonio Maria Iannotta emanato dalla Curia Vescovile di Sora il 22 gennaio del 1916. Nel testo, il vescovo invoca l’aiuto di tutti i cattolici per la ricostruzione del Duomo cittadino andato distrutto dal terribile incendio scoppiato nella notte tra il 12 ed il 13 gennaio. Il contenuto risulta assai prezioso: dopo una premessa sul ricordo ancora vivo del terremoto del 13 gennaio 1915 che distrusse tante chiese cittadine risparmiando solo la Cattedrale, nella quale trovò riparo la venerata statua della Santa patrona Restituta, anch’essa miracolosamente scampata dalle macerie del suo tempio, si passa alla descrizione dei danni dell’incendio, il cui fuoco in poche ore ridusse in frantumi e cenere: il capo altare, il coro, il soffitto, un vetusto simulacro in legno del Libano della Vergine SS.ma di Loreto, […] la statua della Protettrice S. Restituta. L’Appello, con in calce il timbro ufficiale della Curia vescovile, fu inviato a tutte le parrocchie della Diocesi. Di seguito ne riportiamo le parti più salienti:

«L’immane catastrofe del terribile terremoto che la mattina del 13 Gennaio 1915, con orrendo fragore, scosse la città di Sora, ed in un attimo di gran parte delle sue belle e gentili abitazioni fece un funereo cumulo di rovine, tomba straziante di parecchie centinaia di miserande vittime, non rispettò neppure il grandioso tempio della Protettrice, S. Restituta, che splendido e maestoso si ergeva nella gran piazza centrale. Superstite rimaneva solo il devoto venerando simulacro dell’inclita Patrona che, immobile nella sua urna dell’altare maggiore continuava, benedicendo, la protezione del suo popolo, provato dalla sciagura. Un’eco triste, terrorizzante, doveva avere questa data funesta nel suo dì anniversario. Questa cittadinanza, eminentemente cattolica, che, colpita sul vivo né suoi sentimenti più sacri e preziosi, aveva pianto, rassegnata e computa, la forzata chiusura delle sue Chiese più simpatiche e popolari, si confortava al vedere che almeno la Chies Cattedrale, quant’unque come le altre provata dal terribile flagello, potesse religiosamente raccogliere ed esporre al pubblico culto le statue dei suoi santi e tra esse, sempre venerata e scrupolosamente custodita, quella di S. Restituta. Ma anche per questo sacrosanto luogo era segnata l’ora fatale. Dio nei suoi imperscrutabili disegni preparava un colpo inaspettato e tremendo per la nostra desolata città. Il cuore Sorano, non domo dal terremoto, doveva subire anche la prova del fuoco. Ed il fuoco divampò vorticoso, divoratore, indomabile ed investì l’interno della nostra Chiesa Cattedrale: ed in poche ore quel sacro Recinto fu arso e distrutto. Del tempio principe della Città di Sora, antichissimo, artistico, monumentale, storico, rimanevano in piedi soltanto le mura. Il capo altare, lavoro squisito in legno, il coro dai pregevoli intagli, il soffitto ricchissimo, tutto a cassettoni e oro, l’organo, opera di classico autore, quadri di rinomati pennelli, altari di marmi eletti, un vetusto simulacro in legno del Libano della Vergine SS. ma di Loreto, prezioso lavoro tanto caro alla riconoscenza del popolo Sorano, cui aveva prodigiosamente liberato dalla pestilenza e da molti altri flagelli, la Statua della Protettrice S. Restituta, miracolosamente risparmiata dal terremoto, il tempio, robusto, altissimo, ora frantumi e cenere. Il Duomo magnifico, costruito nell’antico Forum Aureum della città, in sui primordi del Medioevo, degnato della consacrazione del Papa Adriano IV, disertato dal furore dell’Imperatore Federico II, e poi da lui medesimo meritamente ristorato, arricchito di tante artistiche opere dei Vescovi Diocesani, bello, ammirabile, solenne, ora è nudo, brullo, desolato (…)».

[A.S.D., Serie C, Vescovi, Sottoserie I, Vescovi diocesani, Mons. Antonio Maria Iannotta (1900-1931), 12.2, Corrispondenza, pubblicazioni a stampa, fasc.4].

Con la Cattedrale inagibile e la chiesa di S. Restituta distrutta, le funzioni religiose furono trasferite nella chiesa di S. Francesco. Nella corrispondenza della Curia Vescovile, compresa negli anni 1905-1944, vi sono importanti lettere che ci aiutano a ricostruire il periodo in questione [A.S.D., Serie E, Curia vescovile, Corrispondenza, 1. Corrispondenza 1905-1944].

Il 24 maggio del 1916 il Vicario generale mons. Domenico Fortuna scriveva ai parroci della città informandoli che, per l’anno in corso, la festa della Patrona S. Restituta si sarebbe svolta nella chiesa di S. Francesco ed avrebbe avuto il solo carattere religioso, senza festa esterna e relativa processione. È del 18 maggio 1917 una preziosa lettera, del già citato vicario, dalla quale ricaviamo utili notizie: «Sono pregate le SS. VV. di annunziare nella funzione serotina di oggi che questa sera verranno esposte le reliquie dei SS. Martiri nella Sacrestia della Cattedrale e per tutta la notte avrà luogo l’officiatura solenne in preparazione della consacrazione che mons. Vescovo farà della nostra Chiesa Cattedrale domani dalle ore 9 legali in poi. tutti quelli che visiteranno la Chiesa consacrata e pregheranno secondo l’intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno l’Indulgenza di un anno. Nella Messa di Domenica mattina avviseranno pure che alle ore 101/2 legali avrà luogo solennemente il trasporto del simulacro del nostro Protomartire S. Giuliano dalla chiesa di S. Rocco alla Cattedrale, dove poi sarà celebrata messa solenne con assistenza pontificale e discorso di circostanza, raccomandando a tutti di intervenire e pregare insieme il nostro inclito patrono». Dal documento si apprende che la statua di S. Giuliano fu risparmiata dall’incendio del 12 gennaio e custodita, durante l’anno dei lavori, nella chiesa di S. Rocco. Non si fa menzione alcuna della statua di S. Restituta la quale, se fosse stata risparmiata dalle fiamme, non solo sarebbe stata esposta alla pubblica venerazione in qualche chiesa cittadina, ma sarebbe stata ricondotta trionfalmente in Cattedrale il giorno della sua riapertura, esattamente come quella di S. Giuliano. Difatti da un’ulteriore lettera del giorno seguente, 19 maggio 1917, il vicario Fortuna comunica che anche per quest’anno la festa della Patrona si svolgerà nella chiesa di S. Francesco solo con messe e pontificale, senza processione. Il 26 maggio 1918, dalla Curia vescovile arriva la comunicazione che: «Sono lieto di partecipare le SS. VV. che mons. Vescovo celebrerà oggi alle ore 19 Vespri e domani alle ore 10 la Messa Pontificale nella chiesa di S. Francesco in onore della nostra Protettrice S. Restituta. […] Domani avrà luogo la processione per le vie della città con il simulacro della Santa». Trascorsi due anni dall’incendio della Cattedrale, riprende la tradizionale processione di S. Restituta, con la comparsa della sua statua.

Lucio Meglio

Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale

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