Tradizionale vigilia dell’Assunzione di Maria a Cassino, con il doppio rito dell’Incoronazione e dell’Inchinata
Appuntamento imperdibile, momento sacro, tradizionale e identitario, cuore del cuore dei cassinati. E’ l’appuntamento del 14 agosto alle ore 11, per il rito che riguarda la Madonna Assunta e suo Figlio Bambino: una breve processione, un palco bianco-azzurro su cui sale il Vescovo con i presbiteri del territorio per incoronare Regina di gloria Maria SS.ma Assunta in cielo. Questo rito si ripete annualmente da secoli, ma ha i suoi gesti e le sue regole, aggiornabili sì ma inderogabili.
E’ per questo che escono dalla chiesa due processioni, una con la statua dell’Assunta ed una col Bambino Gesù, con percorsi diversi. All’angolo di Via del Foro, di lato alla chiesa Concattedrale, arriva prima la statua della Madonna – carica degli ori che negli anni i fedeli le hanno donato in segno di ringraziamento – da piazza S. Scolastica con il Parroco, Don Salvatore Papiro, e con i cantori e i fedeli, e attende che arrivi l’altra processione, quella col Bambino, presieduta dal Vescovo diocesano, Mons. Gerardo Antonazzo, che arriva all’angolo della strada dove è allestito il palco e davanti ad esso viene in un primo momento posizionato il Bambino Gesù. Poco dopo, saliti sul palco il Vescovo, i celebranti ed i ministranti, si nota un movimento: il Bambino si sposta di lato, in omaggio alla Mamma che, sulle spalle dai portatori, viene portata di fronte al palco per farla giungere accanto al Figlio.
E questo è un momento importantissimo e attesissimo, è il rito dell’ Inchinata. I portatori percorrono pochi metri per arrivare al palco e nel cammino per tre volte si inchinano: significato non solo e non tanto spettacolare/folkloristico, ma proprio teologico: è la Mamma, donna divenuta Madre di Dio, a inchinarsi con riverenza davanti a suo Figlio che è Dio. Può sembrare ingenuità, ma sono i gesti che si vedono e si imparano da piccoli a guidare nella vita intera. E l’emozione della gente, che aspetta sotto il sole di agosto di vedere quei momenti, si commuove e si emoziona davvero. Ancor più nel gesto successivo. Prima il Vescovo guida un momento di preghiera, breve ma intenso e suggerisce qualche riflessione. Paragonando Maria Vergine alla luna, ha fatto notare che è una luna che sempre risplende nel cielo, non ha eclissi, come quella che recentemente abbiamo visto, e che ci invita sempre ad alzare lo sguardo e le azioni della vita alle cose alte, senza restare impantanati nelle sole prospettive terrene, e ad assumere l’impegno di crescere nella fede e nella carità. Perché Lei, l’Assunta, è la “primizia” che chiama tutti noi suoi figli alle cose del cielo, vicino a Dio.
Dopo questo momento, il ministrante che recava su di un cuscino rosso la preziosa corona dell’Assunta, la consegna al Vescovo, il quale la pone sul capo di Maria e poi le dà un bacio: in quel momento sempre emozionante, gli applausi festosi della folla, insieme a fuochi d’artificio, e quest’anno anche al volo di bianche colombe, una delle quali si è posata sul mantello della Madonna, segnano il momento clou della mattinata mariana, espressione di fede e di sincera e filiale devozione di un popolo a Maria SS.ma Assunta, che da Lei ha ricevuto nei secoli grazie e prodigi e che considerano veramente Madre. Poi si ritorna in chiesa processionalmente con le due statue, mentre la Banda Città di S. Giorgio suona e si intonano preghiere e canti in onore di Maria.
Anche quest’anno, come tradizione vuole, tutto questo è stato vissuto con grande partecipazione di popolo. Qualcuno all’inizio diceva che non c’era tanta gente, poi si è accorto che prima di cominciare tanti si erano “appiattiti” nei lembi di ombra vicino ai muri piuttosto che nel mezzo della piazza inondata di sole, perché i presenti erano molto numerosi, a dimostrare ed esprimere il loro amore per “la Madonna dell’Assunta” che è nel loro cuore per sempre.
Adriana Letta