Io sono un ragazzo di 16 anni, Giacomo Petrocelli, che abita in un piccolo paese di circa 400 anime posto al di sotto delle Mainarde, Acquaviva d’Isernia, in provincia di Isernia, appartenente alla diocesi di Isernia – Venafro, posta sotto la guida del Pastore di Cristo, Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Camillo Cibotti.
Appartengo in Cristo alla parrocchia di Sant’Anastasio Martire, unica parrocchia del paese, unica e piccola comunità di Dio dalle dimensioni ridotte date le dimensioni territoriali e topografiche del luogo che circoscrive e dalle poche anime che si affidano ogni giorno all’infinita misericordia del Padre.
Un giorno, girando come fanno tutti oggi nel telefono sui social, in particolar modo su Facebook, il post concernente il bando per tale concorso mi è balzato subito agli occhi e ho avuto l’imminente desiderio di partecipazione in quanto ho presto compreso di cosa si trattasse.
La mia partecipazione non è del tutto casuale, ma è stata dettata dal cuore, poiché ho visitato personalmente il santuario una sola volta fino ad oggi e ne sono rimasto molto affascinato. Oltre che da spettatore sul posto, seguo assiduamente gli eventi riguardanti la vita di quelle zone interne e circostanti la valle, infatti osservo le foto delle processioni che si svolgono nella valle stessa e fuori, i manifesti di propaganda delle festività e alcune volte seguo anche in diretta le liturgie e i riti, tramite il canale social delle pagine omonime di Facebook.
Leggendo di getto mi è venuto spontaneo che potevo accingermi a provare almeno a creare qualche schizzo, poi qualche bozzetto e infine un disegno conclusivo e comunque sarebbe riuscito per me, era già una vittoria, per me partecipare ad un bando di tale portata. “Comunque vada è sempre un successo” dice il saggio.
Le idee, di certo, non mi sono mancate, a nel complesso già intendevo cosa volessi disegnare infine.
Il mio elaborato comprende il sentiero per arrivare a Canneto, fulcro di questo progetto, illuminato ma al tempo stesso protetto dalla Vergine Bruna; sentiero che culmina nel sagrato della basilica. La basilica non è stata colorata nelle sue vesti, nei suoi originali colori, ma ho scelto di dipingerla con il colore oro, colore che simboleggia il massimo splendore sin dal principio, basti pensare alla bellezza dei mosaici bizantini costituiti prevalentemente con tessere di tale colore, che già allora simboleggiava il paradiso, quindi l’ininterrotta contemplazione da parte del fedele del volto di Cristo, ora io ho voluto rappresentare la chiesa come edificio in cui avviene questo preludio della contemplazione eterna della Vera Luce e qui inoltre, io voglio esaltare la figura della Vergine come Theotókos, tempio di Dio.
La chiesa quindi, non assume solo l’appartenenza a Cristo bensì a Sua Madre, la quale è il Suo Tempio, Tempio di Cristo.
Il mio sentiero, così creato, rappresenta l’ascesi del fedele verso la casa di Dio, verso Dio, sempre presente, ma la cui presenza è rappresentata dall’Eucarestia, e quindi la tortuosità, gli impedimenti vari e i pericoli naturali in cui può incombere nel suo cammino lo aiutano a riflettere sul suo peccato e lo inducono ad un graduale, ma sincero pentimento, tanto da poterlo purificare prima che si presenti al cospetto di Dio in chiesa, alla perpetua adorazione di Cristo nell’Eucarestia e alla venerazione della Nostra Madre Celeste, la Vergine Bruna di Canneto. Ai lati del sentiero, rispettivamente a destra e a sinistra, ho posto i boschi che circondano questo luogo incantato e suggestivo e le particolari faggete del luogo. Particolare dominante del mio elaborato è la Vergine Bruna, la quale è vestita di regalità e santità rappresentati dalla magnifica e grandiosa Luce che Ella stessa sprigiona e pervade tutta la vallata, la quale è dominata e protetta dai suoi raggi irroranti che illuminano il sentiero e il bosco circostanti. È lei che guida il fedele nel sentiero tortuoso, è lei che lo conduce da Suo Figlio, è lei che lo rassicura e che apre la mente e la coscienza le quali fanno sentirsi in peccato, peccatori, a Lei nulla è impossibile. I suoi raggi infiniti e immensi cambiano, turbano anche il cielo sovrastante la valle tanto che, cambia tonalità verso i margini dell’elaboratore. Ma ciò rispecchia il cuore del fedele: dall’oscurità del peccato in cui vive, i raggi misericordiosi, amanti e amati, dolci della Vergine, fanno sì che quello stato precedente muti e diventi radioso, puro, limpido e chiaro, senza alcuna macchia del peccato. Lei è la Vera Stella nel cielo che sovrasta le faggete, Canneto.
Credo di essere stato esauriente nella spiegazione del mio elaborato e confido nel Signore per la vostra attenzione.
Infine vi voglio ringraziare per l’ampiezza del vostro bando, formulandolo interdiocesano cosicché anche persone non appartenenti alla vostra diocesi hanno potuto godere di questo privilegio, come me.
In fede,
Giacomo Petrocelli