Lorenzo Cossa di Arpino, Preposito Generale dei Chierici Regolari di Somasca

Lorenzo Cossa di Arpino,

Preposito Generale dei Chierici Regolari di Somasca

di Lucio Meglio

Tra i numerosi figli che la città di Arpino ha donato alla Chiesa Cattolica p. Lorenzo Maria Cossa occupa sicuramente un posto di rilievo. Nel 179° anniversario della sua nascita ne presentiamo di seguito un breve profilo biografico.

Nato ad Arpino il 18 giugno 1838 da Antonio e Carolina Jannuccelli, entrambi di nobile famiglia, il piccolo Lorenzo all’età di sette anni cominciò i suoi studi nel Reale Collegio Tulliano. D’ingegno vivace, di natura sensibilissima e di carattere mite, a diciassette anni anelando di perfezionare il suo spirito decise di entrare nell’Ordine dei Padri Somaschi trasferendosi a Roma presso il celebre Pontificio Collegio Clementino. Qui, compiuti gli studi teologici e divenuto sacerdote nel settembre del 1862, per le sue doti d’ingegno e di scienza profonda meritò l’onore di essere nominato professore del rinomato Collegio, coprendo la cattedra di scienze fisiche e matematiche per dodici anni consecutivi: dal 1862 al 1874, insegnando con speciale perizia e con grande profitto a molti nobili allievi. Nel 1874, con la chiusura del Collegio Clementino, il p. Cossa fu nominato rettore della Pia Casa degli Orfani di S. Maria in Aquiro in Roma. Uomo di grande mitezza e bontà accettò con gioia l’incarico che resse per ben venti anni. La nota della sua direzione fu la bontà e la tolleranza. Conosciuto pubblicamente in tutta la capitale quale uomo di vasta dottrina iscritto a vari Istituti Scientifici e Letterari, veniva continuamente chiamato come conferenziere in molti eventi organizzati dalle varie Accademie pontificie. Più che un padre fu per i suoi orfani una vera madre: i giovani erano il suo primo e unico pensiero; alieno da ogni divertimento e da ogni velleità esteriore, aveva soltanto la preoccupazione di vigilare sulla buona riuscita morale e intellettuale dei suoi alunni. Alle premure per i giovani associava quelle per le loro madri, le infelici vedove, che ricevevano dal p. Cossa aiuti materiali e morali di ogni genere, onde i figli e le rispettive madri ringraziavano commossi il Signore per aver loro inviato un tale angelo consolatore. Questo esercizio fece acquistare al religioso una stima illimitata da parte dei suoi Confratelli i quali quando aveva ancora 36 anni lo nominarono nel 1874 padre vocale, ossia componente del Senato dell’Ordine. Nel 1880 fu eletto Procuratore Generale carica che mantenne per dodici anni. Fu anche Superiore della Casa di Velletri dal 1893 al 1895 prima di essere eletto nel 1896 Preposito Generale della Congregazione.

I nove anni del suo generalato che durò dal 1896 al 1905 furono ricchi di iniziative ed opere. In questo campo spiegò tutta la sua potenza e l’ intelletto del cuore per il bene della Congregazione. L’esempio della vita modesta che continuava a condurre nonostante l’alta carica ricoperta, accrebbe il decoro ed il prestigio alla sua persona; per tutti era l’uomo venerando, a cui si ricorreva per aiuto e per consiglio nei momenti difficili e nelle circostanze critiche. Anima veramente pia, la sua pietà era specchiata, serena, senza ostentazione. Quante anime ricorrevano a lui da tutta Roma per recarsi al confessionale, e quante ne richiedevano udienza nella sua cameretta del convento di S. Girolamo della Carità dove viveva con ferma austerità. Non negava mai a nessuno l’obolo della sua carità privandosi egli stessi dei beni di prima necessità.

All’inizio del 1916, dopo anni di fatiche evangeliche, il p. Cossa iniziò ad avvertire una pesante stanchezza che lo costrinse lentamente a non potersi muovere: era l’inizio di una paralisi cerebrospinale che minò lentamente la sua esistenza. Nella solitudine della sua cella trascorse serenamente un paio di mesi conversando brevemente con i numerosi visitatori che affollavano il suo convento per riceverne almeno un saluto. Così il pomeriggio del 4 agosto 1916 placidamente e serenamente il p. Lorenzo Cossa terminò la sua vita spesa come degno figlio di S. Girolamo Miani. Ai suoi funerali assistettero numerosi vescovi, prelati, sacerdoti ed una gran folla di popolo. Così la Civiltà Cattolica ne ricordò la figura: «orazione, studio, carità, zelo della gloria di Dio e del bene delle anime, furono i preclari vanti del venerando defunto». Il celebre poeta Giulio Salvadori così pianse la morte del suo direttore spirituale: «è sparito il p. Lorenzo Cossa e s’è velata innanzi agli occhi di tanti la figura del sacerdote cristiano, l’aspetto il tratto forte e soave, la maestà amabile della sapienza e della carità».

A lui i suoi Confratelli dedicarono le parole del gran Padre e Fondatore S. Girolamo Miani: il Signore lo aveva fatto nobile ed egli si umiliò; lo aveva fatto ricco ed egli si ridusse povero; delicato e sensibile ed egli si crocifisse; consacrò tanti doni ai beni dei derelitti, dei peccatori e dei tanti bisognosi che incontrava sulla sua via!

 

Fonti:

Archivio Generalizio dei Padri Somaschi – Biografie C.S.R., n.2669.

Cossa Lorenzo

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