Marco Guzzi su grandi sfide dell’oggi

«Fede e rivoluzione – per una Chiesa “connessa” con i tempi»

Una lezione stimolante per interpretare nel profondo il tempo che viviamo e ripensare l’intelligenza umana per una svolta antropologica

 

L’Istituto Teologico Leoniano di Anagni anche quest’anno, attraverso il corso di Abilità informatiche e tecnologie della Comunicazione, appena terminato, tenuto dal Prof. Riccardo Petricca, ha affrontato argomenti assolutamente ineludibili in questi tempi in cui la comunicazione, soprattutto tecnologica, ha preso un’importanza determinante: se da una parte ha permesso di mantenere contatti e relazioni anche nei tempi di lockdown, dall’altra parte può indurre a derive pericolose. Proprio per questo è fondamentale la conoscenza non superficiale, ma approfondita e critica degli strumenti e delle dinamiche della comunicazione digitale. Ed è indispensabile anche a livello di annuncio cristiano; la Chiesa che, attenta ai cambiamenti, da 50 anni dedica ogni anno una giornata all’argomento, ha bisogno continuamente di aggiornarsi, vigilare, guidare e non farsi trascinare.

Nell’ambito del corso, una lezione davvero interessante è stata svolta da Marco Guzzi ed è stato permesso a chi lo desiderasse di collegarsi e seguirla. Personaggio dalla personalità poliedrica molto noto, pensatore, poeta, filosofo, già autore e conduttore di RadioRai, Marco Guzzi è fondatore dei gruppi Darsi Pace, autore di saggi spirituali e di varie raccolte di poesie. Per la lezione ha scelto il tema «Fede e rivoluzione – per una Chiesa “connessa” con i tempi», iniziando a parlare del suo percorso umano e spirituale che lo ha portato a staccarsi dall’andazzo generale della società e a ricercare la chiave interiore per “darsi pace” e ritrovare se stesso e gli altri, diventando poi guida e compagno di cammino spirituale per molti. I gruppi Darsi Pace sono innanzitutto luogo di accoglienza, per interpretare nel profondo il tempo che viviamo, in modo creativo, per guidare ad una transizione antropologica non in senso intimistico, ma sempre più positivo e costruttivo. Occorre, ha affermato, elaborare una cultura, anche cristiana, per attuare la svolta antropologica, una vera rivoluzione culturale. Il mondo soffre di una grande carenza di pensiero, ma è proprio il pensiero il “grande medico”. Bisogna analizzare e comprendere i criteri che fondano e orientano le scelte delle persone come fenomeni della storia. Il cosiddetto “dataismo” considera le intelligenze artificiali fonti autorevoli con i loro algoritmi e big data, come se l’intero universo fosse essenzialmente un flusso di dati. Due sono i pericoli di chi osserva: la demonizzazione terrorizzante e la glorificazione del fenomeno come soluzione di tutti i mali. Ma il Pensiero ci induce a considerare l’opportunità di un patrimonio inaudito di conoscenza e relazionalità che abbiamo a disposizione.

C’è un’ombra grande, come in tutte le cose umane, è un percorso tortuoso, in cui grano e zizzania, bene e male vanno avanti insieme. In rete troviamo una falsa relazionalità, un falso potere, un falso sapere (per es. se cerchiamo online, vediamo che due personaggi diversi come Pitagora e Paperino sono assolutamente sullo stesso piano, trattati allo stesso modo).

Ombre ancora più minacciose, ha continuato Guzzi, notiamo se consideriamo che la rete è nata come luogo di libertà, ma già negli anni ’70 lo psicologo Skinner, in base ai suoi studi ed esperimenti, parlò di condizionamento operante: il comportamento umano è condizionato senza che la persona se ne accorga. Oggi il fenomeno è avanzatissimo, si può parlare di “società-alveare” determinata da algoritmi: un nuovo schiavismo, basato sulla concezione che la libertà umana è pericolosa, l’intelligenza artificiale non sbaglia mentre quella umana sì. Costruiremo un grande lager di persone libere (che si credono libere), non coartate, a meno che non si ribellino… L’unica via è quella interiore, bisogna essere lucidi, e la democrazia. Gli Stati debbono governare questi processi contro la globalizzazione. Dobbiamo lavorare dentro a questa grande controversia e affrontarla con forza e determinazione. Il problema è etico. C’è un progetto per eliminare il sé: il “sistema” funziona meglio senza il sé, senza democrazia, senza parlamenti, impara da tutte le informazioni complessive che nessun uomo potrebbe avere. L’uomo deve affidarsi senza voler pensare, creare. E’ una grande sfida per l’umanità. Siamo provocati a ripensare l’intelligenza umana. Non dimentichiamo che l’intelligenza artificiale è “un prodotto”, stupido e strumentale, un mezzo e non un fine.

Il relatore ha portato l’esempio della sua pagina facebook per educare il pubblico con immagini belle e con un linguaggio alto e popolare: questa esperienza l’ha raccontata in un libro: “Facebook – il profilo dell’uomo e di Dio” raccogliendo i brevi testi pubblicati sul social sui temi a lui cari come il cambiamento epocale imposto dalle sfide planetarie in atto, accompagnati da citazioni di grandi autori. Nella convinzione che “una liberazione interiore è chiave per la liberazione del mondo”.

Adriana Letta

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