Da sei anni la Festa della Madonna di Loreto, patrona di Isola del Liri, è preceduta e preparata da un incontro che intreccia cultura e spiritualità. Tanti e diversi sono stati i temi “mariani” toccati con ottica e modalità diverse e quest’anno l’attenzione si è concentrata sul momento storico che la Chiesa è chiamata a vivere con il Sinodo, in questa prima fase che vede chiamate in causa proprio le parrocchie.
Dopo il canto d’apertura ad opera della Corale di S.Lorenzo guidata da Valentino Marzano e all’organo Paolo Urbini, il parroco don Alfredo Di Stefano ha introdotto il tema partendo proprio dalla preghiera per il Sinodo, richiamandosi ai Padri della Chiesa, sottolineando la realtà presente con tutte le sue fragilità e proiettando una luce di speranza per il domani.
La parola è quindi passata a Suor Antonella Piccirilli, che con umiltà e competenza ha coniugato fedelmente il ruolo di Maria nella Chiesa, che definire “sinodale” –ha precisato subito- è un “di più” perché da sempre la Chiesa è “in cammino” e da sempre Maria è Madre della Chiesa, anche se a darle questo titolo ufficiale è stato S. Paolo VI nel 1964 e dal 2018 Papa Francesco ne ha fissato la Festa il lunedì dopo Pentecoste.
Basta ripercorrere la vita della Vergine, dall’annuncio dell’Angelo alla visita alla cugina Elisabetta, dal “sogno” di Giuseppe alla nascita di Gesù e via via fino al momento cruciale del Golgota e poi ancora con i discepoli del suo Figlio risorto per cogliere in tutta la sua interezza e la sua bellezza come Maria ci insegna ad essere Chiesa, che si dona e ama senza riserve, che porta Gesù a noi per portare ciascuno di noi a Gesù, che mai mette se stessa al primo posto ma, come ogni vera madre, si “decentra” da sé per servire gli altri nell’amore.
Maria diventa quindi un modello da seguire pur nella nostra piccolezza di figli, che mai devono “scendere” dalle sue braccia di madre.
I passi appena accennati della Lumen Gentium aprono un mondo ancora da esplorare ma soprattutto da attuare nella quotidianità. Incisive le sollecitazioni a riflettere sul “nostro” modo di essere Chiesa, dall’amore, forse, “annacquato”; dalla predilezione per il “pettegolezzo”; da un rapporto con Cristo saltuario o semplicemente interessato; dal rifiuto di responsabilità.
Gli interventi hanno messo in luce quanto sia importante e utile il cammino sinodale se si parte non da noi stessi e dalla realtà che conosciamo e che, nella sua limitatezza, riteniamo l’unica possibile, ma proprio da chi non la pensa come noi, da chi ci appare diverso e lontano, da chi sembra mettere in crisi le nostre certezze, abbattendo recinti che possono scomodarci o col timore di suscitare scandalo.
Maria questo coraggio lo ebbe, perché la forza generatrice dello Spirito era in lei. A noi allora è chiesto semplicemente di lasciarci “fecondare” dallo Spirito di verità e di amore, di dialogo e di perdono per essere “Chiesa in cammino”.
LUCIANA COSTANTINI
Foto ROSALBA ROSATI