Offriamo qui di seguito un breve lettura dell’icona di Maria, Regina delle Vittorie,
realizzata da Giuseppina Bellisario, su trittico in legno. Il commento è della stessa autrice.
Questa icona si può considerare come una piccola “tesina” dipinta.
Essa fa riferimento a tre immagini esistenti di Maria Regina delle Vittorie, la prima, del 1063, a Cerami in Sicilia, la seconda, del 1514, a Parete, e infine la Madonna della Vittoria di Lepanto, del 1571.
In parlerò delle straordinarie storie che accompagnano questi dipinti, ma di quello che simbolicamente rappresentano. Sicuramente l’icona di Cerami -attualmente a Piazza Armerina – è un elemento centrale dell’icona, non solo come elemento pittorico ma per i suoi contenuti.
Nella sacra immagine di S. Maria a Parete, la Madre del Signore viene rappresentata in atteggiamento di preghiera, vestita in maniera regale con il capo coperto e incoronato. Ai lati due angeli, in espressione di servizio e di profonda venerazione, offrono alla Regina delle Vittorie il mondo, la palma della vittoria, e lo scettro, segni evidenti della efficacia e della universalità della sua mediazione materna. Ho ripreso inoltre la presenza degli angeli che la incoronano Regina.
L’icona di Cerami, donata dal Papa Alessandro II al condottiero Normanno Ruggero, fu dipinta fuori dalla Sicilia, ed è da iscrivere fra le icone dette della “Elousa” (Tenerezza), caratterizzate dal contatto fra le guance di Maria e Gesù.
Veniamo alla descrizione della nostra icona: qui i due volti – quello della Madre e quello del Figli – sono distaccati. L’abbigliamento del bambino, all’altezza della vita, punto di confluenza delle due bretelle, presenta ancora una fascia dipinta in rosso ”fuoco”, che vuole pienamente simboleggiare la gloria di Dio che riveste il Bambino: ”La Gloria del Signore era come fuoco divorante”(Es.24,17)
La mano di Maria sostiene il Bambino alla vita: questa posizione vuole rappresentare l’episodio cristologico della Presentazione al Tempio, quando alla vergine viene anticipato il futuro sacrificio del Figlio, cosi vistosamente simboleggiato dalla colorazione rosso intensa della tunica del Bambino.
Questo aspetto è fortemente evidenziato dalla presenza nelle decorazioni di corallo, donato all’autrice dell’icona, Giuseppina Bellisario, dalla Sicilia per la realizzazione dell’icona di oggi: questo ”gioiello del mare” -che ha le sembianze dell’albero della croce, nuovo albero della vita – è considerato uno dei simboli della Passione di Gesù, che assumendo in se le realtà umane degradate dal peccato, salva il mondo versando il suo sangue per la redenzione dell’umanità. Il sangue offerto da Cristo è per l’umanità cammino che conduce alla rinascita, porta che si apre sull’eternità.
Lo sguardo di Maria è dolce e al contempo compenetrato: Lei per prima sorreggendo il Bambino alla vita, con fede, come pose il Bambino Gesù a Simeone, lo pone a noi con tanto amore e ci invita ad accoglierlo come Luce del mondo (Cfr.Lc 2,25-35).
Le labbra di Maria sono chiuse ma hanno appena pronunciato ”Fate quello che vi dirà”(Gv 2,5): ci invita a riempire dell’acqua della fede le “giare dei nostri cuori”.
Qui Maria viene presentata tutta avvolta nel moforion (manto che copre il capo e le spalle della Vergine Madre); solo sotto la vita si intravede il chitone celeste (tunica di stoffa chiusa da una cucitura), proprio come farebbe colei che si avvolge nel suo mantello per intraprendere il cammino. Maria è “Condottiera Celeste”, ella si mette in marcia verso i nostri cuori e combatte con noi e per noi per guidarci al suo figlio Gesù.
Gesù viene rappresentato con le braccia e le gambe scoperte: nell’iconografia bizantina soltanto i servitori venivano rappresentati con le maniche corte perché le loro braccia, ben visibili, appartenevano al loro padrone. Gesù offre le sue braccia e le sue gambe – simbolo di operosità – perche egli viene per servire e non per essere servito (Mc.10,42-45). In questa icona sia i gomiti che le ginocchia si presentano velati, decorata con fiorellini: la velatura lascia vedere gli arti e sottolineare la natura divina di Gesù Cristo , che è venuto per servire, ma nel contempo protegge i suoi.
Il Bambino si agita vivacemente e guarda verso lo spettatore; originariamente con la mano destra aveva un rotolo aperto, ormai cancellatosi dall’icona, ove la tradizione vuole sia scritto: ”Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio.”(Lc4,18).
È stato introdotto infine tra le mani della Vergine Maria il rosario, volendo ricordare la battaglia di Lepanto, per sottolineare il bisogno di riempire i nostri cuori della fede e dell’umiltà nella preghiera.
Maria Immacolata Regina delle Vittorie è accanto a noi in tutte le nostre vicissitudini umane ma principalmente per combattere con noi la grande Battaglia della nostra salvezza, e condurci nel regno dei cieli, rappresentato dall’oro che invade luminoso il fondo dell’icona.
– Giuseppina Bellisario