Presso il Palazzo Ducale di Atina
Riprende in Diocesi il cammino dell’Amci
Sabato 9 febbraio, nel Palazzo Ducale di Atina, il vescovo Gerardo Antonazzo ha incontrato i Medici cattolici, per riprendere con loro attraverso l’Amci (Associazione Medici Cattolici Italiani) un cammino di unificazione. Ha parlato di ripresa in quanto nella Diocesi di Sora come in quella di Montecassino, erano già presenti le rispettive sezioni dell’Amci.
In questi ultimi anni, ha evidenziato il Vescovo, la nostra Chiesa diocesana ha visto l’unificazione del territorio con processi di integrazione e sintesi arrivando, oggi, fino a voi che nel frattempo non avete smesso di essere né medici, né cattolici. «Vogliamo perciò riprendere il cammino associativo in quanto l’aspetto aggregativo e, in questo caso cattolico, diventa fondamentale: nella dimensione comunitaria dell’appartenenza trova forma la testimonianza personale, cristiana e professionale». Si è soffermato poi sul discorso che Papa Francesco rivolse all’Amci nel novembre del 2014 evidenziando che, mentre crescono felicemente i risultati scientifici, aumentando le possibilità di guarigione fisica, sembra diminuire, o non crescere con la stessa progressione, la capacità di prendersi cura della persona, soprattutto se sofferente, fragile, indifesa. «Le conquiste della scienza e della medicina contribuiscono al miglioramento della vita umana nella misura in cui non si allontanano dalla radice etica di tali discipline. Per questa ragione, voi medici cattolici, vi impegnate a vivere la vostra professione come una missione, come un vero e proprio apostolato».
E qui, il Vescovo ha voluto specificare che l’apostolato è la testimonianza cristiana che un laico rende nel suo ambiente di vita. L’apostolato laicale è qualcosa che spetta al battezzato. Oggi per “laico” si intende la persona contrapposta alla vita cristiana; in realtà la radice del termine greco laòs significa popolo, dunque, non c’è niente di più laico del popolo, del popolo di Dio per eccellenza. «Al medico, allora, non va detto cosa deve fare come medico, ma come fare il medico dal punto di vista etico, ancor più morale, cristiano, perché oggi le sfide di natura etica sono tantissime; oggi ci sono questioni che toccano e interpellano la coscienza professionale già dal punto di vista umano. Non a caso, per alcune situazioni, lo Stato prevede l’obiezione di coscienza, per cui se non si è motivati da principi e valori guida, nella confusione culturale in cui tutto e il contrario di tutto sono la stessa cosa, si rischia di non avere un giudizio critico di fronte a scelte a volte drammatiche».
In questa strategia della confusione facilmente si mettono in discussione, anche in ambito cattolico, quelli che sono i pronunciamenti del Magistero, ma il cattolico non può non far riferimento al Magistero della Chiesa; l’Associazione perciò ha la funzione di veicolare i pronunciamenti della Chiesa sulle varie problematiche; “…è indiscutibile la vostra capacità professionale, ma le questioni etiche vanno acquisite. In una pluralità di opinioni, comportamenti che spesso diventano disorientamento, il cammino associativo diventa molto importante ed efficace.”
È intervenuto poi il Dr. Cilenti, Presidente regionale Amci, che nel suo intervento ha voluto ribadire: “Noi siamo cattolici e dobbiamo avere l’intima convinzione di essere cattolici. Ognuno di noi, nel suo campo, ha delle responsabilità perciò ognuno metta nella propria professione i principi etici che vengono dal Magistero. Non dobbiamo aver paura di non omologarci al pensiero dominante. Nel momento in cui domina il relativismo noi non possiamo deviare secondo le opportunità. I medici hanno il dovere di salvaguardare la vita in tutte le sue fasi”.
A seguire sono intervenuti i medici presenti, ponendo domande e offrendo suggerimenti su come riorganizzare l’Associazione dei Medici Cattolici in Diocesi. Il Vescovo ha concluso l’incontro annunciando una prossima convocazione per poter eleggere il Consiglio Direttivo ed assegnare l’assistente ecclesiastico.