Celebrato nella preghiera nella chiesa di S. Antonio di Padova il 73° anniversario
Il 10 settembre, come ogni anno, il CDCS (Centro Studi e Documentazione Cassinati) Onlus, per iniziativa del suo Presidente, prof. Gaetano de Angelis-Curtis, ha voluto ricordare, con la celebrazione di una Santa Messa nella Chiesa di Sant’Antonio di Padova, le vittime del primo bombardamento della città di Cassino da parte delle forze angloamericane, avvenuto in questo giorno del 1943, nonché le altre innumerevoli vittime, civili e militari, dei successivi mesi di guerra che sono immortalate nel Muro del Martirologio della Città.
Alle 17,00 si sono ritrovati puntuali e silenziosi molti cassinati che in famiglia o personalmente hanno ricordi precisi e dolorosi di quel primo tragico giorno di 73 anni fa, appena due giorni dopo l’annuncio dell’armistizio che aveva illuso molti che la guerra fosse finita.
Quel giorno del ’43 era un venerdì e, come spiega il prof. de Angelis-Curtis, “mentre Roma veniva dichiarata Città Aperta, Cassino, in due successive ondate, a partire dalle ore 10,50, subì un primo tragico bombardamento ad opera di 36 quadrimotori, con numerosi morti (105, di cui solo tre tedeschi) e feriti; maggiormente colpita fu la fascia esterna sudorientale del centro abitato; Venne gravemente danneggiata anche la casa delle Suore di Carità, adiacente al palazzo della Curia vescovile: le suore con i bambini ospitati restano miracolosamente incolumi, ma sono costretti a cercare rifugio altrove. Gran parte della popolazione civile abbandona la città rifugiandosi nelle campagne e sulle colline circostanti”.
Questa commemorazione ha fatto il Presidente del CDSC davanti ai presenti, fra cui il delegato del Sindaco, Benedetto Leone, con il Gonfalone della Città decorato con Medaglia d’Oro, dopo di che è stata affidata alla giovane voce di una ragazza la dolente lettura dei 67 nomi (elenco parziale, perché mancano all’appello 40 vittime) dei deceduti accertati. E ancora una volta questo triste elenco, se da una parte ha fatto ancora risuonare quei nomi rendendo loro giustizia, dall’altra parte ha fatto venire la pelle d’oca e le lacrime agli occhi ai presenti che in piedi, in silenzio, mentre il Gonfalone della Città veniva alzato in segno di rispetto, seguivano sul foglietto distribuito tra i banchi, quella sfilza di nomi di persone quasi tutte giovani, anche di pochi anni, anche di un solo giorno di vita, anche dei sei fratellini De Cesare e dei tre Panaccione, morti in un sol giorno. Un grande raccoglimento ed un senso forte di fratellanza si è sentito, come pure un intenso bisogno di pregare. E proprio questo ha aiutato i presenti a sentirsi uniti, appartenenti ad una stessa comunità, con una stessa identità profonda.
Don Benedetto Minchella, al termine della celebrazione, ha detto che proprio questi sentimenti avrebbe comunicato l’indomani ai fratelli terremotati di Accumoli, vicino ad Amatrice, che con la Caritas parrocchiale sarebbe andato a trovare per condividere con loro una giornata, portando la solidarietà e la vicinanza dei cassinati, che sanno bene che cosa significa vedere la propria città scomparire e trasformarsi in un cumulo di macerie e pietrame informe, ma anche trovare il coraggio e la forza di ricominciare.
Anche l’assessore Benedetto Leone, portando il saluto del Sindaco D’Alessandro, ha osservato quanto siano importanti questi momenti di memoria per i più giovani, e quanto possa insegnare l’unità e solidarietà che i cittadini di Cassino, come una comunità compatta e solidale, trovarono ritornando sulla loro terra devastata e da cui trassero la forza per la ricostruzione.
Adriana Letta