Migrazione, integrazione e solidarietà. Quale Europa?

Interessante e ricco convegno organizzato dalla F.I.D.A.P.A. al Teatro Manzoni di Cassino sabato 6 maggio con il coinvolgimento delle scuole

“Migrazione, integrazione e solidarietà. Quale Europa?”. Con questo titolo la F.I.D.A.P.A. (Federaz. Italiana Donne Arti Professioni e Affari)  ha organizzato un convegno per riflettere a tutto campo su questi grandi temi e sul ruolo dell’Europa, coinvolgendo prima di tutto le scuole del territorio. I ragazzi hanno espresso le loro idee, impressioni, critiche e proposte attraverso diverse forme di linguaggio e così chi entrava al Teatro Manzoni di Cassino per partecipare al Convegno sabato 6 maggio, trovava esposti all’ingresso molti elaborati di studenti, saggi, poesie, dipinti, tutti di straordinaria forza espressiva e creatività. Nel corso della mattinata è stata fatta qualche recitazione dal vivo e sono stati proiettati i video dei ragazzi. Sono stati tutti bravissimi, dagli alunni della Scuola Media, a quelli delle Scuole Superiori, dimostrando sensibilità e chiarezza di idee davvero sbalorditive. Segno che il tema li ha toccati profondamente. Dunque, la “presa di coscienza del tragico fenomeno migratorio che sta mettendo a dura prova la stabilità dell’Unione Europea nonché del nostro Governo“, finalità dell’iniziativa, come ha ricordato la Presidente della  F.I.D.A.P.A. Carolina Alfieri, è stata raggiunta pienamente.

In apertura, l’Inno d’Italia ha fatto scattare in piedi tutto l’uditorio, dalle autorità,  presenti numerose, a tutti gli studenti, seguito subito dopo dall’Inno Europeo: è stato un momento di emozione generale e di presa di coscienza. Gli interventi, vari e interessanti, sono stati coordinati e condotti da Luca Attanasio, giornalista e scrittore, intervallati da performances degli studenti. Nel porgere il suo saluto, il Sindaco di Cassino Carlo M. D’Alessandro ha parlato ai ragazzi di accoglienza e integrazione, ma anche di regole che, ha sottolineato, non sono “per limitare la nostra libertà, ma per salvare la libertà di tutti”, mentre l’on. Mario Abbruzzese, Consigliere Regione Lazio, ha spiegato le iniziative regionali e ha porto il saluto dell’on. Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo.

L’intervento che ha monopolizzato l’attenzione di tutti è stato senz’altro quello del dott. Pietro Bartolo, Medico di Lampedusa, protagonista del docu-film “Fuocoammare” e coautore del libro “Lacrime di sale“, letto da tutti gli alunni partecipanti: un intervento denso, illuminante della vera realtà dell’immigrazione, fatto con cognizioni scientifiche ma con un cuore e un’umanità assolutamente fuori dell’ordinario. Un uomo che molti definiscono “eroe” e che invece ritiene di fare semplicemente il suo dovere, che da 26 anni soccorre, cura, salva i tanti migranti e naufraghi che giungono a Lampedusa, il medico che sicuramente, ha detto, ha fatto il maggior numero al mondo di ispezioni cadaveriche, ma “non ci si abitua mai” a tanto strazio. Si è detto orgoglioso di essere italiano, perché l’Italia è “campione al mondo di accoglienza”. Ed ha raccontato, facendo scorrere immagini e video, le terribili condizioni dei migranti, tra cui le donne pagano il prezzo più alto, in particolare, dal 2013 in poi, per la “malattia dei gommoni” provocata da ustioni chimiche da carburante. La miscela devastante di acqua e benzina che si forma sul fondo del gommone, determina lesioni gravissime sul corpo delle donne, anche mortali. “Ho cercato di farlo sapere a tutti” afferma Bartolo. Nel film Fuocoammare non sono un attore, ha affermato, sono me stesso. “Lacrime di sale”, ha continuato, è il libro che raccoglie tante storie di vita che avevo raccolto. Quando arrivano i barconi dei migranti, c’è tutta l’Italia, tutto lo Stato, dalla Capitaneria di porto alle istituzioni, ai medici, e il primo approccio, prima che sanitario, è umano, lo pretendo da tutti i miei collaboratori. Sono storie incredibili di persone umiliate, violentate, schiavizzate, vendute, le ho tenute a lungo, poi ho capito che non potevo tenerle solo per me. Raccontarle mi è stato difficile, mi sembrava di tradire la fiducia di chi me le aveva raccontate, allora, per essere alla pari con loro, ci ho messo anche tutta la mia vita… Sono stato fiero, poco fa, di cantare l’Inno d’Italia, ora cerchiamo di coinvolgere tutti i paesi europei. Ho visto cose bruttissime, ma anche cose belle, in questi 26 anni. E qui il dott. Bartolo ha narrato tanti episodi: la nascita in emergenza di un bambino di madre nera, a cui aveva dovuto legare il cordone ombelicale con i lacci delle scarpe!, poi chiamato Pietro in suo onore; una vita da lui salvata il 13 ottobre 2013 (giorno del famoso tragico naufragio): una persona già messa nel sacco dei cadaveri e trovata da lui ancora in vita nell’ispezione cadaverica e salvata. Spesso, ha detto, si dice che quel giorno morirono 366 migranti: no! furono 368. Due in più non è un numero, sono due persone umane!

Spesso, ha osservato con amarezza, l’informazione è distorta.”La gente non è cattiva, è cattivamente informata!“. Da un anno e mezzo vado in giro per far capire la verità. Mare nostrum dovrebbe essere un mare di vita, non di morte. La commozione e il coinvolgimento hanno raggiunto il massimo e gli applausi lo hanno chiaramente dimostrato.

Interessanti tutti gli interventi, quello del dott. Luca Pianese, funzionario IOM (International Organization for Migration), che ha spiegato come opera tale organizzazione, del Prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli, che con parole incisive e dirette ha parlato ai giovani della necessità dell’accettazione del diverso, della coesione sociale dei territori, del rispetto delle regole e dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge, illustrando la situazione migranti nella provincia di Frosinone. Ha ribadito che occorre la collaborazione di tutti e infine ha raccomandato agli studenti, speranza del futuro, di abbattere i pregiudizi e di passare questo messaggio ai genitori.

Bellissima la testimonianza di una giovane, solare ragazza marocchina, in Italia da anni e frequentante il Liceo delle Scienze Umane “Varrone” di Cassino: in un perfetto italiano ha spiegato la sua storia di migrante, la sua scelta di libertà di portare il velo, il suo sentirsi “parte di due terre”.

Il dott. Luigi Pietroluongo, Vicedirettore diocesano Fondazione “Migrantes”, ha porto il saluto del Vescovo Antonazzo, impossibilitato a partecipare. Infine l’On. Silvia Costa, Europarlamentare, mostrando grande apprezzamento per i lavori dei ragazzi, ha parlato dell’Europa e dei suoi compiti. Ospiterà a Bruxelles 25 ragazzi che la F.I.D.A.P.A. selezionerà tra i migliori.

Un convegno che davvero ha lasciato un segno e che auguriamo possa portare copiosi frutti di pace.

Adriana Letta

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