Ascensione del Signore
Dopo la festa di Pasqua per l’imperscrutabile sapienza divina Gesù ascende al disopra dei cieli davanti agli occhi esterrefatti dei discepoli.
Come interpretare nella luce della fede questo segno? E’ senz’altro il fatto storico dell’ascesa, ma anche il segno del distacco dalle cose terrene che tutti dobbiamo imparare per gustare i benefici del Regno eterno che verrà. Il mio regno non è di questo mondo (Gv 18, 36), aveva detto il Signore.
La percezione delle cose cambia se sappiamo con certezza che il Signore è asceso al cielo con il suo corpo ed è andato a prepararci un posto.
Viviamo quindi nell’attesa e non ancora in visione (2Cor 5, 7), ci dice l’Apostolo Paolo. L’attesa non ci fa perdere tempo con le cose che passano, che non servono per la nostra realizzazione eterna. L’attesa è una grande ancora di salvezza per i credenti e li purifica dalla mondanità che sempre può invadere la loro anima.
Il Signore è asceso ma tornerà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo (At 1, 11).
La dipartita del Signore è solo temporanea. Vuol dire che Lui è l’eterno che non muta, il principio e la fine, la modalità unica di vita, la cifra della storia mentre il tempo non c’è, non sussiste davanti a Lui. Per Lui e in Lui tutto è eterno presente, suprema bellezza, vittoria immarcescibile sul male che appartiene solo al divenire della storia, cioè al tempo.
La vittoria sul tempo con la vita perenne, la perenne giovinezza, la suprema bellezza, si realizza solo in Cristo. E’ lui il Signore della storia perché è il Creatore ed il Salvatore del mondo.
Lo fece sedere alla sua destra nei cieli. Questa espressione, sedere alla destra, indica la massima potenza per un uomo. Gesù è uomo ma è collocato nell’altezza massima insieme a Dio; pur essendo Dio egli stesso ha elevato la nostra umanità ad un livello divino.
Gli uomini possono imitare Cristo, fare il loro cammino dietro al Signore perché Egli è alla destra di Dio. Egli accompagna con amore tutti i suoi fratelli che vogliono vivere la sua parola e si sforzano di vincere se stessi e di elevarsi verso il cielo.
E’ molto importante imparare spiritualmente il senso della fuga mundi, cioè di tutto ciò che spinge la nostra carnalità a svegliarsi ed ad agire. La fuga mundi non è il disprezzo delle realtà create: al contrario è la giusta valutazione di esse per il cammino che mi conduce a Dio. Non posso porre le creature al disopra del Creatore! Devo porre la Creazione nel suo giusto posto cioè a totale servizio del Creatore: Basta con le faccende tanto vacue e tanto assorbenti in mezzo alle quali, finché si è al mondo, l’impegno dei mortali non si esaurisce mai, coinvolto da un affare dopo l’altro. E dire che la tensione continua per queste cose rende la vita di per sé breve e limitata, ancora più difficile. E’ per questo che si alternano soddisfazioni effimere e dispiaceri crudeli, aspettative piene di ansia e timori sospettosi… (Sant’Eucherio, Vescovo di Lione, + 450, Rinuncia al mondo).
Il saggio non disprezza il mondo ma lo sa consacrare a Dio per la sua esclusiva gloria. E’ questo forse il senso più profondo dell’Ascensione, celebrata in ambente monastico come simbolo dell’ascesi cristiana. Non per niente molti monasteri antichi presero il nome dall’Ascensione del Signore.
Ecco il mistero dell’Ascensione: l’ascesa verso Dio. Dapprima può essere dura e faticosa perché supportata solo dalle forze e dalla volontà umana. Dopo però essa diventa soave e leggera perché il Signore la sostiene con la sua grazia.
Come non ricordare il cammino di San Francesco, prima sugli scogli e sui dirupi del Subasio e della Verna, poi glorioso nel suo apostolato per mezzo di innumerevoli segni con cui il Signore lo ha gratificato, tra cui le Sacre Stigmate… Come non ricordare il cammino di San Benedetto, dapprima eremita a Subiaco, poi grande fondatore e formatore di intere generazioni di santi monaci…
Il cammino dell’ascesa è diverso in ognuno, ma in ognuno deve essere presente perché se non si sale si comincia a scendere, prima inavvertitamente, come su un piano inclinato, poi in caduta libera con molte poche probabilità di fermarsi.
La vita spirituale non è un’opzione per pochi e neppure un vezzo per esperti: è una necessità per tutti. Gesù ci invita ad essa con tratti di dolcezza ma anche con espressioni che invitano ad una grande responsabilità: riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra.
Lo Spirito Santo sarà il grande agente della Chiesa Apostolica. Gli Apostoli devono invocarlo e devono lasciare che li porti sulle vie del mondo fino ai confini della terra. Una profezia che certo non riguardava solo gli Apostoli ma anche i loro successori, fino a che la fede in Cristo non fosse diffusa dappertutto. Non si tratta di un’opera solo umana ma principalmente divina, spirituale, soprannaturale, E’ l’opera della salvezza che consiste nell’andare verso l’Alto. La Santa Vergine Immacolata è scesa a guidarci.
di P. Luca M. Genovese
Fonte: Settimanale di P.Pio