Un modello di santità al servizio della Diocesi: padre Raffaele Di Giuseppe C.M. (1922-2002)
Il ricordo di mons. Luca Brandolini
Vi sono religiosi che, nonostante non siano nati nel nostro territorio diocesano, meritano di essere ascritti nel novero dei sacerdoti più insigni per il loro intenso ministero pastorale svolto tra le nostre popolazioni. È questo il caso di padre Raffaele Di Giuseppe.
P. Raffaele nasce a Trevi nel Lazio il 1 febbraio del 1922 e a diciotto anni entra come novizio nella Congregazione della Missione (Lazzaristi), mentre svolge il periodo di formazione nel Collegio Alberoni di Piacenza. Il 22 marzo del 1947, a Siena, viene ordinato sacerdote. Nel 1948 diviene vicedirettore e docente alla Scuola Apostolica di Siena. Nel biennio 1949/50 si iscrive all’Angelicum dove consegue la laurea in Teologia. Nel 1952 viene trasferito a Roma nel Collegio Leoniano con la mansione di Direttore del Convitto Ecclesiastico. Nel 1953 è nominato parroco a Tor Sapienza, incarico che assolve per un solo anno prima di seguire la forma definitiva della sua vocazione: le missioni. Dal 1954 inizia così a predicare missioni al popolo stabilendosi alla Casa di Perugia, poi nel 1957 in quella di Piacenza e dal 1961 a San Silvestro al Quirinale – Roma.
Circostanze particolari vollero che a Perugia p. Raffaele conosce mons. Carlo Minchiatti, vescovo dell’allora Diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo, il quale offre al religioso l’opportunità di aprire un “campo” missionario in Valle Roveto. Nell’ottobre del 1972 p. Raffaele, assieme a p. Emilio Rinaldi e p. Armando Boni arriva a San Vincenzo Valle Roveto. La morte, presto sopravvenuta dei due confratelli, lascia p. Raffaele solo a prendersi cura delle parrocchie di Santa Restituta Rosce e di San Vincenzo. La cordialità, lo spirito di sacrificio, l’amore per la gente e l’amicizia fraterna con il clero locale, queste ed altre doti rendono p. Raffaele subito amato da tutta la sua popolazione. Rianimò le parrocchie a lui affidate, restaurò tre chiese arricchendole di pregevoli opere artistiche opera dell’amico scultore Biancini. Negli ultimi anni della sua vita, mettendo a disposizione sue personali risorse e con il contributo finanziario di molti amici e conoscenti, ha costruito a San Vincenzo il “Centro Pastorale” intitolandolo a Filomena Carnevale, la mistica della Valle Roveto, che egli stesso aveva conosciuto. In Diocesi ricopre anche gli incarichi di Vicario di zona per la Valle Roveto e Vice direttore della Caritas.
A seguito di una malattia il 30 agosto 2002, all’età di 89 anni p. Raffaele raggiunge la casa del Padre. Questo il ricordo del vescovo Luca Brandolini, suo confratello: «p. Raffaele è stato per tutta la vita e in particolare nel tempo trascorso nella nostra Diocesi, un sacerdote esemplare, un testimone e un apostolo; un vero costruttore della Chiesa, non solo sotto il profilo materiale, ma soprattutto spirituale e pastorale. L’ha edificata in fedeltà al carisma vincenziano, con semplicità, umiltà e mitezza, con grande carità verso i poveri, i piccoli, i sofferenti nel corpo e nello spirito».
Testamento spirituale di P. Raffaele Di Giuseppe C.M.
“Mater mea, fiducia mea
A Dio che mi vede e mi ama affido la mia vita e nelle mani della sua Misericordia metto la mia miseria di oggi e di sempre. Rinnovo i miei atti di fede, speranza e carità affidandomi alla Madonna perché mi prepari a incontrare Gesù e da lui mi ottenga la grazia dello Spirito Santo per andare con fiducia nelle braccia del Padre. Amo la Chiesa e in essa voglio vivere e morire da missionario vincenziano. Ringrazio di cuore il Signore per ogni bene che ha profuso nella mia vita specialmente del Battesimo, del Sacerdozio e della vocazione vincenziana. Chiedo perdono a Dio del mio poco amore e domando perdono a coloro che ho forse fatto soffrire, mentre volentieri perdono tutti se qualche volta anche io ho sofferto. Gesù, Giuseppe e Maria spiri in pace con voi l’anima mia! S. Vincenzo perdona anche tu questo straccio di missionario che è tuo figlio.
- Raffaele Di Giuseppe C.M.”.
Lucio Meglio