A Cassino dirigenti scolastici, insegnanti e studenti a confronto sul Messaggio di Mons. Antonazzo “La scuola dei miei sogni… e dei miei desideri” per l’anno scolastico 2018-2019
Un microcosmo, quello della scuola, si raccoglie nella Sala degli Abati presso la Curia vescovile di Cassino, accogliendo l’invito del Vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo e dell’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica per incontrarsi, parlarsi e confrontarsi sulle problematiche dei giovani e della Scuola e intessere una alleanza educativa. E’ quanto è successo martedì 4 dicembre: dirigenti scolastici, docenti, studenti rappresentanti di classe o di istituto, provenienti dai vari licei e istituti secondari di 2° grado, e anche una intera classe, tutti convenuti per una mattinata insieme. A tutti è stato consegnato il Messaggio del Vescovo Gerardo per l’anno scolastico 2018-2019 “La scuola dei miei sogni… e dei miei desideri“.
A introdurre i lavori e a coordinare gli interventi è stato Don Nello Crescenzi, responsabile diocesano per la Pastorale Scolastica, il quale ha illustrato motivazioni e finalità. Desideriamo innanzitutto metterci in ascolto di voi giovani, ha detto, per costruire un confronto sereno, aperto e costruttivo, una alleanza educativa. Solo da un dialogo così può emergere la verità che di per se stessa si impone, anche se il cammino sarà lungo. In apertura alcuni studenti hanno letto, una strofa ciascuno, la riflessione/poesia/preghiera scritta dal Vescovo, “Dio di eterna giovinezza”, per l’anno pastorale in corso. La preghiera di Papa Francesco e questa del Vescovo faranno da sfondo agli incontri che faremo quest’anno, ha aggiunto, fino all’ultimo, che sarà l’ormai classico Meeting dei Maturandi.
Nel suo intervento, il Vescovo Gerardo ha ripreso il tema della alleanza educativa, che non vuole omologare il pensiero (sarebbe sottomissione), ma una certa forma di continuità di idee, non necessariamente uguali, e il superamento della conflittualità, per poter progredire. Perché stiamo nella scuola? tanti possono essere i motivi, ma il perché incrocia il come, quasi a dire: “Dimmi come stai a scuola e ti dirò perché ci stai”. I giovani, ha dichiarato, ci stanno a cuore. Si tratta di una sfida, in cui si possono trasfigurare le criticità in preziosità: il carbone può diventare diamante. La complessità del panorama giovanile non deve scoraggiarci, anzi foraggia la sfida e l’impegno e fa alzare sempre l’asticella di ciò che vogliamo fare. Nella scuola ci sono giovani di tanti tipi e con diverse problematiche, in un panorama giovanile di grande complessità. Davanti a tutto questo mondo, c’è la figura dell’insegnante educatore. E qui il Vescovo ha proposto una interessante icona biblica dell’Educatore: Mosè che, portavoce della volontà di Dio, educatore del suo popolo, si fa responsabile della vita delle persone a costo della sua vita e le conduce fuori dall’Egitto attraverso un processo di liberazione verso la terra promessa. Un po’ come è il processo di evoluzione dei giovani: l’Educatore li libera, li aiuta a passare il Mar Rosso. L’insegnante sprona, deve saper consolare, incoraggiare, mediare, correggere anche. Educare è un atto di amore, è dare la vita, nella reciprocità del compito educativo.
E’ stata poi la volta del relatore, il prof. Bernardo Starnino, dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale, docente di Pedagogia sociale e della famiglia, sul tema “Sogni, desideri e realtà: una sfida educativa“. Le tre parole chiave del tema le ha messe insieme, in linea con il termine “ascolto” per mirare al dialogo e al confronto. Per incidere sulla realtà, ha detto, bisogna coltivare i sogni belli, non quelli brutti, come fanno tante persone che lavorano in silenzio e fanno andare avanti il mondo col senso del dovere e la consapevolezza del servizio, principio etico ed esistenziale. Autorità, non è quella che esercita il potere, ma, etimologicamente, quella che accresce, incoraggia, favorisce. Obiettivo educativo è: non far abituare, provocare riflessione, non farsi omologare. L’invito ai giovani è di reagire meravigliandosi. Ciascuno è portatore di bellezza, bontà e verità: questi semi che abbiamo dentro debbono maturare. Citando numerosi autori, Starnino ha invitato i giovani ad aprirsi alla bellezza, all’infinito, all’alterità. Contemplare e ammirare attiva un meccanismo psicologico e fa capire che possiamo essere anche “artisti” della nostra vita, divenire creatori di quella bellezza che, nel mondo greco, era un tutto unico con bontà. Vivere è rispondere, ha detto in conclusione citando il Vescovo Gerardo, avete avuto dei talenti, fateli fruttificare. “Accettate la sfida?” ha chiesto infine rivolgendosi anche agli adulti presenti.
Dopo una relazione densa di significati e di suggestioni, Don Nello ha invitato i ragazzi ad intervenire: ne è scaturito un vero dialogo, perché numerosi temi, molto sentiti dagli studenti, sono venuti fuori: è bello stare a scuola quando gli insegnanti mettono a disposizione la loro umanità, sono autentici, senza maschera e senza il peso della gerarchia, quando danno attenzione all’alunno come persona, perché “si educa soprattutto attraverso quello che si è”. L’insegnante deve essere persona di cui potersi fidare, non deve indurre nessuna persona a rinunciare, ma incoraggiare, spronare, “consolare”, anche davanti ai problemi di un futuro incerto. L’unica docente che ha preso la parola, lo ha fatto per affermare che insegnare è bello.
Traendo le conclusioni, il prof. Starnino ha detto: Uscendo di qui ci sentiamo arricchiti umanamente, grazie, e ha augurato che “la bellezza sia un orizzonte da coltivare che illumini il cammino della vita, per andare avanti senza mai fermarsi”.
Nel dare gli avvisi, Don Nello ha annunciato il Seminario Teologico-Pastorale nei giorni 21, 23 e 25 gennaio, con laboratori a tema sulla scuola e sul digitale, altri incontri tra cui il Meeting dei Maturandi già fissato al 7 maggio, e la volontà di istituire una Équipe diocesana di Pastorale Scolastica, chiedendo disponibilità ai presenti per tracciare insieme un percorso.
Al termine di tanto ragionare e ascoltare, un bel momento conviviale per un gradito aperitivo ha rallegrato tutti i presenti.
Adriana Letta