Servo per amore, sacerdote dell’umanità
Mons. Alessandro Recchia festeggia i 25 anni di sacerdozio
Tantissimi fedeli, dai più piccini a coloro che sono più avanti con l’età, hanno voluto essere presenti, domenica 6 ottobre nella splendida collegiata dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista in Casalvieri, per manifestare il loro affetto e la loro stima al parroco, mons. Alessandro Recchia, vicario generale della diocesi di Sora-Cassino- Aquino- Pontecorvo, in occasione del suo 25° anniversario di sacerdozio. La celebrazione, presieduta dal vescovo, S. E. mons. Gerardo Antonazzo, e magistralmente animata dal coro parrocchiale, è iniziata con l’entrata solenne dei tanti confratelli sacerdoti, provenienti non solo alla diocesi, ma anche da altre.
Mons. Antonazzo nella sua omelia ha ricordato che essere e vivere da cristiani, sentire l’esperienza della chiamata e della sequela di Cristo, servire e testimoniare il Vangelo è un impegno profondo, esigente e coinvolgente proprio perché “o si è cristiani in tutto o non lo si è” e rivolgendosi a don Alessandro ha sottolineato come il ministero presbiterale, l’essere sacerdote è un’esperienza particolare di fede, “rispondere alla chiamata di Dio è un impegno totale alla fede, intesa come fiducia, affidamento, amore”. “Nel Vangelo appena proclamato (Lc 17, 5-10) – ha continuato don Gerardo – viene rivolta a Gesù una provocazione, gli viene chiesto di accrescere la fede. La fede è una cosa grande, basterebbe averne quanto un granello di senape. Basta un granello di senape perché la fede permetta a Dio di operare le sue grandi meraviglie, i suoi progetti, le sue intenzioni, la sua volontà”. Proprio questi 25 anni di sacerdozio di don Alessandro – ha aggiunto – “possono essere un racconto di fede, una narrazione di fede vissuta che oggi si trasfigura come testimonianza di un rapporto privilegiato con il Signore, perché, per quanto la fede possa essere piccola, crea un rapporto speciale, personale con il Signore”. “Il tuo si è stato un impegno di cuore, quel si ha espresso un atto di fede”, ha detto a mons. Recchia. Commentando poi la seconda lettura (2Tm 1, 6-8.13-14) in cui l’apostolo Paolo parla di ravvivare il dono di Dio mediante l’imposizione delle mani, il vescovo si è soffermato sul verbo ‘ravvivare’, sottolineando come “ogni dono di Dio ha bisogno di essere ravvivato, ha bisogno che venga riacceso il fuoco. Dono è detto in greco chàrisma, cioè grazia, il dono è grazia ed esprime sempre la gratuità del suo amore”. Dal verbo ravvivare San Paolo passa al verbo custodire, e Sua Eccellenza rivolgendosi al suo vicario gli ha detto che proprio in questo anniversario gli viene consegnato il dovere di custodire, racchiudere, difendere, valorizzare, potenziare il dono ricevuto e svilupparlo con tutto ciò che quel dono impegna a compiere. “Questa custodia operosa è la maniera più bella per mettere a frutto i doni ricevuti. L’umiltà del presbitero sta nel non vantarsi davanti a Dio e davanti a nessuno del lavoro svolto, è un grande danno far passare come proprie capacità ciò che il Signore soltanto permette come frutto del lavoro apostolico – siamo servi inutili – non significa che non serviamo a nulla, è Dio che impreziosisce la nostra vita con ciò che facciamo. Ministro vuol dire servo, i servi possono rallegrarsi di ciò che il Signore compie attraverso di loro ma non si in orgogliscono e non attribuiscono a loro la riuscita del proprio ministero. L’umiltà sta nel custodire i doni di Dio e considerarli sempre tali”. Il vescovo ha poi ripreso le parole di Papa Francesco quando il 19 settembre a Santa Marta ha detto a don Alessandro e ai suoi colleghi di ordinazione di custodire e contemplare il dono del ministero. “Dobbiamo riconoscere quanto grandiose sono le opere del Signore nel cuore di chi con umiltà e con la fede di cui è capace risponde alle sollecitazioni di Dio perché si compia la sua opera attraverso la nostra umanità redenta nel Battesimo e consacrata dallo Spirito nel sacro ministero.
Al termine della celebrazione ha preso la parola il sindaco di Casalvieri, ing. Franco Moscone, che ha ringraziato Sua Eccellenza per la vicinanza al paese nei momenti più importanti ed ha poi manifestato a nome di tutta la comunità l’affetto, la stima verso mons. Recchia. Ha riportato alla memoria i sentimenti che il popolo casalvierano manifestava 5 anni fa quando stava per arrivare il nuovo sacerdote di origine casalvierana, un misto di curiosità, sorpresa e orgoglio, ed ha sottolineato come da allora la collaborazione tra la parrocchia e l’amministrazione comunale sia sempre stata improntata al rispetto e confronto per il bene di tutti gli abitanti.
Il coro parrocchiale ha poi fatto dono a don Alessandro di una casula per ricordare questo anniversario così importante e ringraziarlo per il cammino fatto insieme finora.
Prima della benedizione finale don Alessandro ha preso la parola per i ringraziamenti. Ha ringraziato Sua Eccellenza per aver presieduto la celebrazione e per la stima e fiducia che ha nei suoi confronti, i confratelli sacerdoti ricordando che quello che li lega è più grande delle divergenze che ci possono essere formando tutti un’unica famiglia, i diaconi, molti dei quali ha accompagnato nel loro percorso spirituale, la comunità casalvierana, il coro, i catechisti, gli animatori dell’oratorio Sant’Onorio Martire, i collaboratori a vario titolo, gli operatori della Caritas, le suore pallottine che con la loro piccola grande presenza sono un segno luminoso nella comunità, i bambini che hanno svolto il servizio di ministranti che sono stati bravissimi. Ha poi ringraziato le varie comunità, presenti in maniera davvero significativa, quelle dove ha prestato servizio come seminarista e come diacono e quelle dove ha prestato il servizio sacerdotale, le varie università dove si è formato e quelle dove insegna, le varie associazioni che hanno contribuito alla sua formazione, i tribunali dove ha lavorato o con cui ha collaborato. “In tutte queste tappe Dio ha rivelato il suo progetto su di me” ha detto. Ha ricordato, con tanta emozione e commozione, le persone care che sono volate in cielo, il padre, gli zii, i padrini. Ha ringraziato la mamma e il fratello, tutti i vescovi e i Papi che ha avuto l’opportunità di conoscere. Infine, don Alessandro ha così riassunto 25 anni di sacerdozio: “dilexit me Dominus, dilexi ego ecclesiam”.
Al termine della celebrazione mons. Recchia ha invitato i presenti al ristorante “Da Alessio” per proseguire i festeggiamenti. Con la musica dei Booh, gruppo locale di cui è uno dei fondatori, è proseguita la serata all’insegna del buon cibo e in un clima familiare dove la gioia, la semplicità e l’affetto sincero rappresentavano gli ingredienti principali. Tanti gli scherzi e i regali che hanno divertito, commosso ed emozionato don Alessandro, che sicuramente ha sentito vicino la comunità casalvierana e tutte le comunità in cui è stato e dove ha creato grandi rapporti umani.
Testo: Martina Torti
Foto: Luigi Cicchini e Martina Torti