L’imminente quarantaduesimo anniversario dell’elevazione della Chiesa Cattedrale di Aquino alla dignità di Basilica Minore (17 gennaio) ci ricorda la figura di “don Battista di Aquino”, come ci ha fatto riflettere S.E. Mons. Lorenzo Chiarinelli, Vescovo emerito di Sora-Aquino-Pontecorvo. Sì, Aquino: la patria, la passione, la vita, il DNA di don Battista, una delle luci più belle e luminose dello scenario religioso e socio-culturale della Città di San Tommaso.
Giovanni Battista Colafrancesco nacque il 24 gennaio 1911 a Roccadarce. I primi contatti con Aquino li ebbe che aveva appena dieci anni, quando venne a frequentarvi il primo anno di ginnasio presso il seminario. Poi, dopo anni di studio, la consacrazione a sacerdote il 15 aprile 1933 a Sora, il ritorno ad Aquino nell’ottobre dello stesso anno con l’incarico di vice rettore del seminario, la nomina a canonico della cattedrale il 30 novembre e, dall’anno scolastico 1934-35, il compito di rettore del seminario; dopo la guerra, il 7 agosto 1947, l’investitura ad arciprete: tappe fondamentali della sua carriera ecclesiastica sulla quale, però, ha poi predominato un’intensa attività pastorale. Nel periodo postbellico, infatti, manifestò le sue doti di decisionismo che si concretizzarono in una serie di iniziative e realizzazioni: il recupero del seminario, l’istituzione di colonie estive, la ricostruzione della Cattedrale, la costruzione dell’asilo, della Sala Giovenale, da lui stesso ideata e progettata a cinema, l’impulso per la rinascita della “Schola cantorum Sancta Caecilia”, il monumento a San Tommaso nell’omonima piazza principale e quello all’Immacolata sulle rovine della precedente Cattedrale, il Congresso mariano interdiocesano del 1959.
Don Battista è anche annoverato, nella memoria culturale, oltre che per le sue iniziative a sfondo tomistico, anche per aver pubblicato diversi libri tra cui ricordiamo “Aquino, cinquant’anni. 1933-1983”, pubblicato nella ricorrenza del mezzo secolo vissuto nella comunità aquinate. Fautore della ricostruzione morale e materiale di Aquino, testimone ma soprattutto protagonista intimamente ed affettuosamente legato a questa terra che, genitrice di Giovenale e di Tommaso, non poteva non far breccia nel suo cuore e nella sua cultura, don Battista era dotato di una caparbietà inaudita. La preparazione al VII Centenario del dies natalis dell’Aquinate fu, forse, l’evento più grande intuito dalla mente dell’Arciprete che consentì ad Aquino, in quell’indimenticabile 1974, di porsi al centro dell’universo tomistico e grazie al quale, nel nome di Tommaso, essa rese generosa e cordiale ospitalità a studiosi internazionali, vescovi, cardinali e, in ultimo, nel pomeriggio del 14 settembre addirittura al Papa. A Papa Paolo VI.
In verità, troppe opere ed eventi sfuggono a questo rapido riepilogo. Riportiamo, però, le parole di commiato di una parrocchiana di Aquino: “Tu ci hai lasciato ma la tua memoria ed il tuo ricordo non scompariranno. Ti rivedremo sempre attraversare, con passo lento, le navate di questa Cattedrale, che fu tua per 50 anni. Ti ricorderemo sempre con il tuo consueto intercalare “vero è”, i tuoi ricordi, i tuoi racconti, il Corpus Domini, le omelie, la processione di Cristo morto[…]. Hai segnato passo passo le nostre vite… ci hai Battezzato, Comunicato, Cresimato. È il caso di dire che sei stato con noi, dalla nascita alla morte, passando per la vita. Grazie di essere stato con noi, caro Don Battista, “nonno spirituale” del popolo di Aquino.”
Grazie don Battista! Come amavi ripetere tu riferendoti ad Aquino: “Ad altiora semper”!
Andrea Marinelli