A Cassino si è ripetuta la tradizione della notte del 5 gennaio, “notte magica” in cui si porta in giro per la città l’annuncio dell’Epifania
Sono passati 22 anni da quando la vecchia cara tradizione della Pasquetta Epifania è stata ripristinata come appuntamento annuale caro al cuore dei cassinati nella notte del 5 gennaio, eppure ogni volta fa sussultare il cuore, crea una commozione, un sentimento comune che non ha eguali. Una città che nella quotidianità si trova spesso spaccata e divisa su tutto, d’improvviso, come per magia, la sera del 5 gennaio si ricompatta e ognuno sente che il suo cuore batte all’unisono con tutti gli altri.
La compagine dei Musici e dei Cantori, mantelle rosse gli uni e mantelle nere gli altri, con il simbolo della Befana ricamato su, e il cappello scuro, quest’anno ha iniziato il suo lungo giro alle ore 15 per la prima volta presso la chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, dove è stata accolta dal Parroco Don Giovanni De Ciantis, che ha conosciuto così la Pasquetta Epifania. Poi si è diretta a Montecassino, per poter portare i suoi canti in Abbazia, solitamente la prima tappa, accolta dall’Abate Ogliari nel magnifico scenario del chiostro del Bramante.
Una volta tornata a Cassino, ha percorso molte strade perché da questo momento le percorre tutte, impiegando la notte intera per raggiungere tutti i quartieri, tutti i rioni e portare a tutti i cassinati con la melodia della musica, l’annuncio dell’Epifania, con l’arrivo della Befana e la fine delle feste. I canti irrinunciabili sono due, l’Inno della Pasquetta Epifania, che è un canto popolare, semplice e antico e costituisce l’unica tradizione ripresa e continuata dopo la distruzione bellica e proprio per questo difesa e portata avanti con tanta determinazione e fedeltà, perché significa ritrovare e tramandare l’anima di una città che ha perso tutto con la distruzione materiale operata dai bombardamenti ma non vuole perdere anche la propria identità. L’altra canzone, dal titolo “Vecchia Cassino”, versi di Gino Salveti e musica di Donato Rivieccio, è del dopoguerra ed è piena di nostalgia per la città che non esiste più, ma al tempo stesso esprime e tramanda lo spirito del popolo cassinate, che con sacrificio eroico, coraggio, fiducia e solidarietà, ricostruì la sua città. Per questo diventa un monito e un insegnamento per tutti, in particolare per i giovani. E tocca le corde più profonde.
Tutto questo si deve al compianto Maestro Pio Di Meo, che da musicista ripropose la tradizione rendendola musicalmente adeguata, all’Associazione “Insieme per Pio Di Meo!!!” che ne mantiene e propaga l’eredità umana e musicale, al suo successore, il M° Marcello Bruni, direttore della Banda Don Bosco Città di Cassino, che non solo dirige ma in larga misura partecipa con i suoi giovani e giovanissimi musicisti, e all’Associazione culturale “Vecchia Cassino”, col suo Presidente Antonio Marzocchella, che si occupa di tutta l’organizzazione. Già questa sinergia fa capire come non è una singola persona ma un popolo unito che si riappropria con orgoglio della propria identità.
Molte le tappe per cantare e suonare e in ogni quartiere i residenti preparano qualcosa di caldo da mangiare e da bere nel gelo della notte. Nelle foto mostriamo alcuni momenti in viale Dante, in piazza Diaz e, alle 21,30, nella centralissima chiesa di S. Antonio, dove è stato il Vescovo Gerardo Antonazzo, insieme al parroco Don Benedetto Minchella, ad accogliere il numeroso gruppo, in una chiesa piena fino in fondo. Anche il Sindaco Carlo M. D’Alessandro è intervenuto, con l’assessore alla Cultura Maria Iannone. Erano presenti inoltre molti bambini della Scuola Primaria “Pio Di Meo” di Cassino, che la Banda Don Bosco aveva incontrato per far loro conoscere questa tradizione della città e insegnare i canti, perché è importante tramandare queste cose alle nuove generazioni. E infatti, come cantavano i piccoli!
Al termine della rituale cantata, il Sindaco ha applaudito e ringraziato sentitamente i musicisti ed il Vescovo Antonazzo, che pur di essere presente ha affrontato un viaggio a marce forzate per arrivare in tempo, ha ringraziato anche lui per questa manifestazione che piace tanto ai cassinati. L’Epifania porta i doni per ricordare che Dio si è fatto dono in Gesù per tutti noi, ha spiegato, pronunciando poi parole di grande apprezzamento dell’iniziativa e della tenacia con cui gli organizzatori la portano avanti, crescendo di numero e annoverando tanti ragazzi nei due gruppi, dei cantori e dei musici.
Come è consuetudine, la Pasquetta Epifania, lasciata la chiesa di S. Antonio, ha ripreso il cammino, pur nel freddo intenso della notte, per continuare fino all’alba a far risuonare per le strade di Cassino il suo Inno.
Adriana Letta