Presso la Sala Giovenale di Aquino
“I nostri figli ci guardano”
Si è svolta domenica 24 febbraio, alle ore 16.30, presso la Sala Giovenale di Aquino, la presentazione dell’ultimo libro edito dalle Edizioni San Paolo dal titolo “I nostri figli ci guardano”. L’iniziativa è stata promossa dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia, diretto da don Giovanni De Ciantis.
L’opera è frutto del lavoro a quattro mani dei coniugi Claudio Gentili e Laura Viscardi, sposati da 40 anni e fondatori, a Roma, nel 2004, del Centro di Formazione Betania. Si tratta del secondo volume della collana “Progetto Famiglia”, la quadrilogia di testi che affronta tappa per tappa il percorso formativo ideato e realizzato da Betania.
A condurre l’incontro sono stati Pierluigi e Gabriella Proietti, coppia che collabora con don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della Cei, nonché formatori e referenti del progetto diocesano di pastorale familiare voluto dal vescovo Gerardo Antonazzo.
La società postmoderna – ha esordito Pierluigi – è caratterizzata dai seguenti motti: «A me mi piace, a me mi pare, a me mi va». «A me mi piace» è il motto della società che desidera la quale, nella sua deriva antiautoritaria, rischia di confondere il piacere con la felicità, il godimento con il desiderio. «A me mi pare» richiama il rifiuto dell’ipse dixit, della verità delle tradizioni, della morale delle chiese. «A me mi va» è forse il motto che incarna meglio il postmoderno e indica il compito gravoso dei genitori di educare alla libertà i propri figli.
In seguito, è stata analizzata la canzone “Soldi” di Mahmood, vincitrice del Festival di Sanremo 2019. Le sue parole tracciano il rapporto tra padre e figlio, ed esprimono tre sentimenti fondamentali: rabbia, giudizio e tenerezza. Il titolo stesso, “Soldi”, è da intendere non nel senso materiale del termine, ma come sinonimo di egoismo umano e tornaconto personale.
A questo punto emerge la domanda densa di significato e che orienta la discussione: “Quando i nostri figli ci guardano, cosa vedono?”.
È il momento di Gabriella, che fa notare come il libro “I nostri figli ci guardano” inizia con il racconto di Adamo ed Eva. È un testo sapienziale, che ci fa capire le difficoltà nel rapporto con i nostri figli. La coppia Adamo ed Eva, assieme al serpente, sono i protagonisti della prima fake news della storia dell’umanità, dei cattivi pensieri che avvelenano il cuore. Quel peccato originale che è tale poiché è all’origine di tutte le disfunzioni che inquinano le nostre relazioni. E ancora: Gabriella rimarca l’importanza della qualità del tempo che passiamo con i nostri figli. Nel turbinio della vita quotidiana, diventa difficile anche chiedere: “Come stai?”. Quel vuoto generato dalla mancanza di credibilità da parte dei genitori, dal venir meno del valore della testimonianza, i figli lo riempiono ricorrendo all’uso dei social, sopraffatti dalla loro pervasività.
Pierluigi riprende il discorso mostrando una clip della testimonianza di Pino Insegno. Il noto attore, doppiatore e conduttore televisivo porta la sua esperienza di genitore, lontano anche dai canoni della Chiesa, e il desiderio di tornare a essere un padre senza campo, più analogico e meno digitale. I figli che ci guardano – afferma – vuol dire che sono connessi con noi, utilizzando la loro terminologia.
Dopo aver illustrato le tre parti di cui si compone il libro (Parte Prima: Lectio Divina; Parte Seconda: Laboratorio psico-spirituale e storytelling delle coppie protagoniste della seconda tappa dei Percorsi di Betania; Parte Terza: Dottrina Sociale della Chiesa), Pierluigi enuncia tre slogan: 1) Il primo figlio della coppia è la coppia; 2) I figli al centro, la coppia il centro; 3) La mamma regista, il papà protagonista. Il papà e la mamma – prosegue – hanno della peculiarità che li contraddistinguono. Le specificità paterne sono sintetizzate nelle tre P: Protezione, Permesso, Potenza. La mamma, invece, si caratterizza per la sua tenerezza, accoglienza, e come luogo relazionale.
A chiudere la staffetta degli interventi, Gabriella – nel commentare un altro video dove un padre riesce a calmare, tenendolo in braccio, il figlio che piangeva, dopo aver chiesto invano l’aiuto della moglie/mamma tramite cellulare – osserva come abbiamo perso le nostre abilità in alcune pratiche relazionali, e rimarca la differenza tra accudimento e dedizione nei confronti dei nostri figli.
È il turno, poi, di una delle coppie guida, Ruggero e Monica Gravina, i quali con una buona dose di autoironia e facendo sorridere la platea, hanno offerto una testimonianza riguardo alla quotidianità e al vissuto della loro vita familiare dopo l’esperienza formativa di Anagni.
A trarre le conclusioni dell’incontro, è stato il Vescovo Gerardo, che ha ripreso leggendo alcuni passi del libro. In particolare, si è soffermato sul paragrafo dedicato alla figura del padre misericordioso (Lc 15,11s) e al capitolo VII dell’Amoris laetitia, dove, parlando dei genitori, papa Francesco asserisce che uno degli aspetti più difficili dell’educazione è il controllo sui figli, e sottolinea la distinzione tra spazio e tempo.
Possiamo affermare certamente che è soltanto un arrivederci, considerato il fitto programma di attività elaborato dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia. Dopo questo incontro ad Aquino, il prossimo sarà il 10 marzo a Sora, presso la sala Mons. Facchini, dalle ore 15.45 alle 17.30, dove si svolgerà il secondo incontro di formazione riservato ai referenti e collaboratori che si occupano degli Itinerari di fede in preparazione al sacramento del Matrimonio. Infine, il 30-31 marzo ad Anagni, presso il Pontificio Collegio Leoniano, ci sarà il week-end di spiritualità per coppie e famiglie: esercizi spirituali che, nel tempo della Quaresima, costituiranno un’occasione unica di ascolto, confronto e dialogo, per ricaricare il “serbatoio emozionale” di noi coppie.
Rocco Iacovella e Antonella Carcione