Padre Raffaele Scaccia O. Cist. (1908-1983)

Padre Raffaele Scaccia O. Cist. (1908-1983)

di Lucio Meglio

 

Tra i monaci cistercensi originari della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo occupa senza dubbio un posto di rilievo padre Raffaele Scaccia. Nato a Broccostella il 27 febbraio 1908 da Quinzio e Assunta Iafrate fu il primogenito di nove figli. Dopo aver frequentato i primi anni di scuola nel suo paese natale si trasferì a Isola del Liri nell’abitazione del nonno materno. A dieci anni entrò nel Seminario cistercense di Casamari rivelandosi subito un ragazzo intelligente, vivace e dotato di squisita bontà. Dotato di una particolare propensione allo studio e di una memoria ferrea, conseguì alla Pontificia Università Gregoriana la laurea in Teologia. Il 5 settembre 1930 ricevette l’ordinazione sacerdotale. Gli anni che seguirono furono segnati da una intensa attività religiosa e pastorale all’insegna del servizio ai fratelli e ai fedeli. Questi gli incarichi ricoperti: prefetto dei chierici a San Domenico (1931-34) e a Casamari (1934-40); priore claustrale a Casamari (1934-41 e 1959-71); rettore del Collegio San Bernardo (1941-44); priore della Badia di Valvisciolo (1944-46); priore parroco della badia di Chiaravalle della Colomba – Piacenza (1946-53) e di San Domenico (1953-59), dove fu anche assistente diocesano dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici; priore conventuale di Piona – Como (1971-80) e, in ultimo, vice priore di Casamari (1980-83). Nel 1938 padre Raffaele accompagnò la prima comunità cistercense a Belesa (Eritrea), dando inizio al rinnovato monachesimo etiopico; da qui la sua profonda devozione per il Servo di Dio, don Felice Ghebreamlak. Per molti anni fu direttore del bollettino Don Felice in cui pubblicò, tra l’altro, le sue esperienze in terra d’Africa. L’attività del sacro ministero svolta dal religioso fu gradatamente ammirata nei luoghi dove svolse l’apostolato e dalle numerose persone che in varie circostanze poterono beneficiare della sua guida spirituale. La sua predicazione, sempre apprezzata e sostenuta dal solido pilastro di una grande spiritualità, fu per anni guida al popolo. Un’altra caratteristica che rese apprezzato padre Raffaele fu la sua assiduità al confessionale.

Carattere aperto e gioviale padre Raffaele era ricercato da religiosi e religiose per giornate di spiritualità e corsi di esercizi spirituali, dai parroci delle vicine chiese per solenni liturgie, dai laici per giornate di spiritualità in monastero, dai confratelli più giovani per la direzione spirituale e la confessione. Attento alle esigenze tanto dei fedeli quanto dei giovani sacerdoti, inviava senza esitazione quest’ultimi nelle diverse cappellanie dei dintorni di Casamari perché potessero esercitare il ministero della parola e fare esperienza d’apostolato.

Sofferente da tempo di diabete e colto anche da blocco renale nell’agosto del 1983 fu ricoverato all’ospedale San Camillo di Roma dove, assistito dai confratelli, il 14 agosto, vigilia dell’Assunta, si spense serenamente. La salma, riportata a Casamari per i funerali, fu tumulata nel cimitero dell’Abbazia.

 

 

Fonti

Archivio Storico dell’Abbazia di Casamari, Necrologio 1717-2009, p.63.

Musolino Giovanni, Broccostella. Storia civile e religiosa, 1997, pp.235-236.

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