Padre silvestro zannelli da castelliri
Passionista-lettore
di
Lucio Meglio
La presenza dei religiosi passionisti nel territorio del basso Lazio risale direttamente al tempo del Santo fondatore, Paolo della Croce, il quale in poco tempo radunò attorno a sé un numero sempre più crescente di seguaci che nel corso del tempo si trasformò in un intenso movimento vocazionale.
Son molti i religiosi passionisti nativi della nostra Diocesi che si sono contraddistinti nel ministero sacerdotale e non solo; tra di essi ricordiamo la figura del padre Silvestro di San Giovanni Evangelista, al secolo Giovanni Zannelli. Questo nostro religioso nacque il 3 gennaio del 1811 a Castelluccio, oggi Castelliri, dal dr. Biagio Zannelli ed Elisabetta Di Folco. Giovanni crebbe buono e rispettoso in un ambiente familiare permeato dai sani principi cristiani, rivelando fin da subito vivo ingegno ed intelligenza non comune. All’età di quattordici anni nacque in lui la chiamata sacerdotale, e così, accompagnato dal parroco del suo paese don Angelo Granata, entrò nel seminario vescovile di Sora. Ricevuta la prima Tonsura ed in seguito i 4 Ordini minori, rimase profondamente colpito dalla predicazione degli esercizi spirituali che alcuni padri passionisti tennero agli studenti del seminario sorano, tanto da decidere di entrare nella loro Congregazione. Autorizzato dal vescovo del tempo mons. Andrea Lucibello, il 6 dicembre del 1828 Giovanni Zannelli varcò le porte del noviziato passionista di Paliano. La vestizione religiosa avvenne il giorno 26 dello stesso mese. Trascorso l’anno di prova, il 27 dicembre del 1829, emise la professione religiosa tramutando il suo nome in Silvestro di San Giovanni Evangelista, in onore del santo di cui in quel giorno ricorreva la solennità. Iniziarono così gli anni di formazione e studio sotto la supervisione e la guida di due valenti religiosi conosciuti ed apprezzati in tutta la Congregazione: il Servo di Dio Pio del Nome di Maria ed il padre Ignazio del Sacro Cuore di Gesù. Il 20 settembre del 1834 a Roma, nella basilica dei Ss. Giovanni e Paolo, fu ordinato sacerdote. I superiori non tardarono a dargli attestati della loro sincera stima nominandolo fin da subito Direttore e Lettore degli studenti in vari Ritiri della Provincia religiosa della Presentazione. Tale incarico lo svolse ininterrottamente dal 1835 al 1846. Nel 1847, il padre generale Antonio di San Giacomo lo richiamò a Roma per affidargli il delicato incarico di scrivere un manuale di filosofia per i giovani studenti della Congregazione passionista. A tale lavoro il padre Silvestro dedicò sei anni della sua vita. Ne venne fuori un opera voluminosa, ben sei tomi, tanto che i superiori non poterono affrontare le spese di stampa. Il 13 gennaio del 1854 il nostro religioso fu destinato di famiglia nel ritiro di Aversa. Qui iniziò la sua attività missionaria come catechista della sera e di predicatore di esercizi spirituali ai seminari, convitti e varie caserme di soldati. Ovunque si recasse lasciava dietro sé attestati di stima e di sincera venerazione. Nel 1857 fu eletto rettore del ritiro di Ceccano, città dove vi restò per sei anni, fino alla nomina a Provinciale nel 1863. Negli anni trascorsi alla Badia ceccanese padre Silvestro rifornì sensibilmente la biblioteca del convento, quanto meno per la bibliografia connessa alle sue ricerche, per il fatto che a quel tempo i religiosi non potevano avere libri privati.
Nel 1869, ricoprendo l’incarico di rettore del ritiro di Falvaterra, gli giunse la notizia che la tipografia dell’Abbazia di Montecassino era disponibile a stampare il suo trattato di filosofia. Nel 1875 furono così pubblicati ben cinque grossi volumi, per un totale di 2972 pagine. L’opera, fortemente influenzata dalla filosofia neotomista di Salvatore Roselli, gli meritò sia in Congregazione che in molti ambienti ecclesiastici, l’appellativo di sapiente filosofo. Alla gioia per la pubblicazione seguì il rammarico di non vedere scritto il proprio nome sul frontespizio del lavoro. Non sappiamo dire per quale motivo i superiori non concessero l’autorizzazione a far trapelare il suo nome da passionista. Il padre Silvestro, sempre pacifico ed uguale a sé stesso in tutta la sua vita, tenendo fede agli atti di regolare osservanza, ubbidì ciecamente dimostrando così che la vera scienza è sempre umile. Nel Capitolo provinciale del 1875 fu eletto per la seconda volta primo consultore; mentre nel 1876 ritornò a reggere il governo della Provincia dell’Addolorata, in sostituzione del padre Bernardo di San Giuseppe eletto alla carica di generale. Nel Capitolo del 1878 venne eletto all’unanimità primo consultore della Congregazione dei passionisti; ma sul finire di questo anno iniziò ad avvertire i segni di quel male che la mattinata dell’8 gennaio del 1879 consegnarono il nostro religioso nelle braccia dell’Onnipotente. Padre Silvestro Zannelli morì all’età di sessantotto anni di cui cinquanta di professione religiosa. E’stato sicuramente una figura di grande valore all’interno della Congregazione passionista. Religioso dal carattere mite seppe indirizzare la sua vita lungo la strada delle perseverante ed eroica testimonianza cristiana, sia attraverso l’attività missionaria che in quella dello studio.
FONTI:
Archivio Generale della Congregazione dei Passionisti, Roma, Fondo DOL.
Filippo della Sacra Famiglia, Religiosi insigni della Provincia dell’Addolorata nella Congregazione dei Passionisti, dattiloscritto, Napoli, 1867, pp. 85-86.