Il Vescovo agli alunni della Scuola “Diamare”: le parole belle di amore fanno nascere la vita e diventano Natale
Una chiesa, quella di S. Antonio in Cassino, piena di giovanissimi ragazzi, alunni della Scuola Secondaria di I grado “Diamare“, giovedì 20; un’età, tra gli 11 e i 13 anni, “effervescente”, eppure si nota una compostezza inaspettata. È vero che prima di iniziare, il Parroco don Benedetto ha dato le istruzioni giuste, col suo tono tra leggero e autorevole, ma è anche vero che i docenti hanno fatto e fanno bene la loro parte, fatto sta che l’atmosfera è particolarmente adatta a ciò che si va a vivere: la Messa prenatalizia celebrata dal Vescovo diocesano, don Gerardo Antonazzo.
All’inizio, a dimostrazione che tutto è stato ben preparato, è un’alunna a pronunciare parole di ringraziamento al Vescovo per questa giornata di preparazione al Natale, che quest’anno avviene per la seconda volta per la scuola Diamare. Durante la liturgia della Parola, sono due docenti a proclamare le letture liturgiche del giorno, saranno poi cinque ragazzi a leggere le preghiere dei fedeli da loro composte. E ad animare musicalmente la liturgia sono ancora loro della scuola, docenti e alunni, a suonare e cantare.
Nell’omelia il Vescovo scende dal presbiterio e si pone davanti ai ragazzi, per avere un contatto più diretto e meno formale: ha qualcosa di importante da dir loro e ci tiene a farsi sentire vicino. Parla infatti di “parole belle che generano eventi felici” e porta l’esempio di Maria, salutata dall’angelo, cioè da Dio stesso, come “piena di grazia”, bellissima, amata da Dio e a quelle parole concepisce Gesù, che si incarna in lei. Così anche ognuno di noi, ha proseguito il Vescovo, è nato per le parole buone, di amore, di mamma e papà, di cui siamo frutto, da cui abbiamo preso vita, “carne”. Così pure nella Messa, dopo l’ascolto della Parola, la Parola si fa “carne”: il pane e il vino si trasformano nel corpo e nel sangue di Gesù. Questo è il Natale. La Messa celebra sempre parole d’amore.
Le parole d’amore, dunque, diventano sempre vita, fanno vivere, fanno stare bene, fanno nascere, diventano Natale. Al contrario le brutte parole che offendono, feriscono, fanno soffrire, non hanno mai generato la vita, interrompono le relazioni tra le persone, provocano divisioni, portano alla morte. Il Natale, allora, ci serve per recuperare questo grande valore, questo bene: le parole d’amore danno la vita, fino a dare la nascita. Questo sia il nostro impegno, non solo per i giorni del Natale, ma impariamo a migliorare pensando che nella nostra vita soltanto le nostre buone parole danno la vita agli altri. Dobbiamo dare valore alle parole nella vita di ogni giorno, sono importanti. Le brutte parole, dalle minime alle pessime, non fanno nascere niente di buono, fanno soltanto morire. A noi questo non serve, serve il Natale. Impegniamoci – ha raccomandato il Vescovo – ad usare sempre parole belle, di rispetto, di elogio, di accoglienza, di bontà, in famiglia, a scuola, nello sport, con gli amici, perché solo così potremo stringere e costruire belle amicizie, bei legami affettivi, una vita bella. Riportiamo vita attraverso parole di amore. E ogni Messa ci ricordi questo.
All’offertorio i ragazzi sono stati nuovamente protagonisti, portando all’altare molti cesti di beni da loro raccolti per le famiglie bisognose, compiendo un gesto davvero generoso. Al termine, Don Benedetto ha ringraziato il Vescovo e tutta la Scuola. Dopo la benedizione finale, il Vescovo Gerardo ha voluto consegnare personalmente ad ogni alunno un’immaginetta di Gesù Bambino, a ricordo di un giorno bello e importante di cui dovranno sempre ricordare le buone parole che portano vita.
Adriana Letta