Una piazza si è fermata per fare spazio alla discesa dello Spirito Santo

A Cassino, nella Parrocchia di S. Antonio di Padova,105 ragazzi hanno ricevuto dal Vescovo la Cresima, pronti a iniziare la buona battaglia della fede

Una Chiesa in uscita. Letteralmente. Vistosamente. Solennemente. Una Chiesa che esce in mezzo al popolo, una comunità parrocchiale che celebra in piazza, nel centro anzi nel cuore di Cassino, uno dei momenti più importanti della sua vita, l’accoglienza nella fede “adulta” di 105 suoi giovanissimi membri. Impossibile contenerli nella chiesa, occorre spazio, la comunità parrocchiale guidata dal parroco Don Benedetto Minchella si consulta e, certamente su suggerimento dello Spirito Santo, risponde al Vescovo, che desidera fare un’unica celebrazione, che si farà fuori, all’aperto.

E così è stato. In una magnifica, tiepida serata, il sagrato e la piazza Diamare si sono trasformati in uno spazio sacro. Davanti al portone della chiesa un grande palco, rivestito in rosso, allestito come di consueto con la massima cura al decoro e alla bellezza, data la rilevanza dell’evento. Di fronte, sistemati i banchi della chiesa in modo da collocare i vari gruppi dei cresimandi con accanto i loro padrini e le rispettive catechiste. Dietro, le sedie per genitori e familiari, in modo che tutti fossero seduti e potessero seguire bene la celebrazione. Ed era uno spettacolo davvero, contornato da molte altre persone che, capitate lì per caso o per curiosità, si sono fermate all’inconsueto momento liturgico, quasi a fare da cornice. I ragazzi e le ragazze, eleganti e compresi in un giorno tanto importante, non si son fatti minimamente distrarre dal contesto, come si poteva pensare e la celebrazione, presieduta dal Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo e concelebrata da Don Benedetto, dal viceparroco Don Gabriel e dal cerimoniere vescovile Don William, ben animata dal Coro parrocchiale, si è svolta nel massimo ordine e con perfetto ritmo in tempi contenuti.

Emozionanti alcuni momenti, soprattutto quando protagonisti sono stati proprio loro, i cresimandi: quando, chiamati uno alla volta, alzandosi in piedi hanno risposto il loro “Eccomi!” e quando, al momento della professione di fede, il Vescovo ha affidato solo alla loro voce il compito di rispondere, a nome di tutti i presenti, alle domande “Rinunciate… Credete…?” ed il coro delle loro voci si è levato forte e chiaro nella piazza. Così pure quando il Vescovo, sceso dall’altare, ha segnato ognuno di loro sulla fronte con il sacro crisma, l’amplificazione audio ha permesso ai presenti di sentire perfettamente il nome e le risposte singole di tutti. In questo modo la celebrazione è risultata molto viva e partecipata e ha dato proprio la sensazione di una comunità che con cura e premura accompagna i suoi figli più giovani che si avviano sulla strada della responsabilità personale, ad essere “grandi” nella vita e nella fede.

In questo, molto efficace è stata l’omelia del Vescovo Gerardo, che con passione e grande chiarezza ha spiegato come la Cresima parte da molto lontano, cioè dal Battesimo con la prima professione di fede fatta da genitori e padrini, e porta molto lontano, alla vita eterna, meta ultima del nostro esistere. Si è rifatto a S. Paolo (1 Tim 6, 11-16) che raccomanda ad un suo diremmo oggi parrocchiano che vuole diventare prete di “tendere alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza” e di “combattere la buona battaglia della fede“, e cercare di “raggiungere la vita eterna per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni”.

Oggi, ha detto ai ragazzi, voi rinnoverete in prima persona davanti a molti testimoni la fede del vostro Battesimo, non saranno altri, ma lo farete voi anche per noi. Questo, ha proseguito, vuol dire che la Chiesa ha fiducia in voi e vi ritiene in grado di fare in prima persona la professione. Con la Cresima accade nella vita spirituale quello che accade al compimento dei 18 anni: non ci sono traguardi, sicurezze, risultati raggiunti, ma si fa festa perché inizia la stagione delle vostre responsabilità. Non avete nulla tra le mani, ma avete tutto. Ora tocca a voi. Accanto a voi ci sono i genitori, i padrini, la chiesa, ma voi cominciate a camminare con i vostri piedi, a mettervi alla prova, a misurarvi con le scelte cristiane della vostra vita, in un confronto con una cultura diversificata e poliedrica, una cultura pagana che vi accerchia e vi cerca, vi circuisce. E’ una sfida, una prova della vita, una buona battaglia. La posta in gioco per cui vale la pena combattere è la vita eterna, la cosa più importante della vita, l’ultima frase del Credo, la nostra grande speranza. Ad essa non arriviamo senza vivere bene la vita terrena, come dimostra il Vangelo odierno del “ricco epulone” e Lazzaro. Per questo abbiamo bisogno della Cresima, dello Spirito Santo che ci aiuta a credere nel Signore e ad amare i fratelli, come dice Paolo, a “conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento”, quello dell’amore, su cui saremo giudicati e che spalanca per noi la vita eterna, la porta della misericordia che ci conduce alla vita di Dio e con Dio.

Al termine della intensa celebrazione, Don Benedetto ha voluto ringraziare il Vescovo Gerardo, i presenti e tutti coloro che si sono dati da fare per far sì che una celebrazione così in grande potesse svolgersi al meglio. E’ bello, ha detto, che i ragazzi, che generalmente frequentano questa piazza il sabato sera con gli amici, abbiano ricevuto proprio qui il sacramento della Confermazione. E prontamente di rimando il Vescovo: Vi auguro, ragazzi, che succeda a voi come a noi sacerdoti quando ci ritroviamo nella chiesa, luogo fisico in cui un giorno siamo stati ordinati presbiteri dal nostro Vescovo: come per noi quello è un luogo sacro e molto caro, così voi tornate volentieri in questa piazza e pensate ogni volta che proprio qui avete ricevuto il dono dello Spirito Santo!

Adriana Letta

 

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