Il Vescovo Gerardo Antonazzo presiede la Celebrazione Eucaristica nell’Aula di Corte d’Assise del Tribunale di Cassino
Mattinata speciale oggi nel Tribunale di Cassino, diversa da tutte le altre anche se, a ben guardare, non è unica ma si ripete con cadenza annuale per il Precetto Pasquale di coloro che in tribunale operano e lavorano. E questi si sono ritrovati martedì 27 marzo – come lo scorso anno e due, tre, quattro anni fa, nell’Aula di Corte d’Assise per ascoltare la Parola di Dio porta loro dal Vescovo diocesano, mons. Gerardo Antonazzo. Sono presenti il Presidente del Tribunale Dott. Massimo Capurso, numerosi magistrati e avvocati, a cominciare dal presidente dell’Ordine Giuseppe Di Mascio, amministrativi, impiegati, dipendenti del tribunale. L’aula presto si riempie. Ed il Vescovo, accompagnato da Don Benedetto Minchella, Parroco del territorio, dà inizio alla S. Messa per questa “comunità” di credenti che svolgono qui il loro lavoro delicato e importante per tutta la società. Alcuni di loro si rendono disponibili per le letture liturgiche.
La riflessione del Celebrante si incentra sulla pagina del Vangelo di Giovanni (Gv 13,21-33.36-38) appena proclamata, il racconto dell’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli, e in particolare si sofferma sull’atteggiamento di Gesù nei confronti di due personaggi, Giuda e Pietro, tutti e due apostoli, tutti e due “poveri uomini”, e su come Gesù vive queste “criticità” del Cenacolo. Mons. Antonazzo addita il grandissimo equilibrio di Gesù, che è consapevole di trovarsi davanti a questi due “pericoli”: Giuda è una minaccia per quello che sta pensando e tramando contro Gesù. Non da meno è Pietro: per quanto proprio a lui Gesù avesse detto “Tu sei roccia”, si dimostra roccia che vacilla, perché rinnega, come Giuda tradisce. Di fronte a queste due situazioni tremende di inimicizia verso Gesù, Lui si pone con equilibrio, con non-risentimento. Quando, dopo aver detto che uno di loro lo tradirà e sorge in tutti la voglia di sapere chi (Pietro non ha coraggio di esporsi e fa cenno all’altro apostolo di porre la domanda), Gesù offrendo a Giuda il boccone intinto nel piatto, ancora lo tratta da ospite di riguardo, gradito, il più meritevole di rispetto. Mostra un cuore grande. Nei confronti di Pietro Gesù compie passi di altrettanto garbo e rispetto, anche se sa che lo rinnegherà, pur avendo affermato, con la sua faciloneria, che avrebbe dato la vita per Gesù. Gli predice che quando il gallo canterà per la seconda volta, lui lo avrà rinnegato già tre volte. Ecco, questo amore grande e senza limiti ci insegna Gesù, che non punisce ma perdona. La Giustizia umana punisce secondo legge, come è giusto che sia, quella divina offre “la dolcezza del perdono”. Proprio chi amministra la giustizia, deve ricordare l’equilibrio usato da Gesù e svolgere il proprio lavoro con responsabilità, punendo secondo giustizia ma offrendo anche la possibilità di redimersi dall’errore commesso.
Conclusa la Celebrazione Eucaristica con la solenne Benedizione, c’è stato un momento di saluto e di scambio reciproco di auguri per l’ormai imminente Pasqua.
Adriana Letta
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