Franco Roberti presenta il suo libro “Il contrario della paura – Perché terrorismo islamico e mafia possono essere sconfitti”. Ricco dibattito nella gremita Aula della Corte di Assise e proiezione di “Naufragio con spettatore”
Non mi è mai capitato di presentare un mio libro in un’Aula di Tribunale, grazie. A dire questo è stato oggi, 9 febbraio, il dott. Franco Roberti, dal 2013 Procuratore nazionale Antimafia e dal 2015 anche dell’Antiterrorismo. Lo ha detto nell’aula della Corte di Assise a Cassino, stracolma di persone, autorità giudiziarie, militari, civili e religiose (presente il Vescovo mons. Gerardo Antonazzo), oltre che di giuristi, avvocati, cittadini, stampa e tv. Ed è stato davvero un grande evento, voluto e organizzato dalla Procura della Repubblica, dall’Ordine Forense e dal Comune di Cassino, la presentazione del libro “Il contrario della paura”, Mondadori editore per la collana Strade blu – Non fiction. L’intento del libro si chiarisce già dal sottotitolo, quanto mai eloquente: Perché terrorismo islamico e mafia possono essere sconfitti.
Ad aprire i saluti istituzionali è stato il Prefetto Emilia Zarrilli, seguito dalle altre autorità presenti, in rappresentanza del Tribunale, del Comune e dell’Università di Cassino, nonché dell’Ordine forense, tutti consapevoli dell’importanza e della eccezionalità della presenza del Procuratore Roberti e delle tematiche trattate nel suo libro. Un’attenzione massima regnava in aula ed il compito di moderare la tavola rotonda si è spostato dalla giornalista Angela Nicoletti al noto giornalista Sandro Ruotolo, da sempre in prima linea contro crimini di mafia e camorra, con inchieste che gli hanno fruttato minacce di morte. Prima di dare la parola ai vari relatori, Ruotolo ha chiesto al giovane Angelo Evangelista di leggere alcune pagine del libro, perché tutti potessero immediatamente entrare in profondità nell’argomento.
Moltissimi gli stimoli giunti dai vari interventi, dal Procuratore aggiunto di Roma dott. Francesco Caporale, che ha sottolineato, tra l’altro, il bisogno di collaborazione tra i vari organi inquirenti anche a livello internazionale e in particolare europeo, dal prof. Pasquale Beneduce, dell’ateneo cassinate, che ha rimarcato come si debba parlare non tanto di “legalità” in generale, quanto di “legalità costituzionale”, dal momento che tante imprese camorristiche sono formalmente legali. Spunti questi che lo stesso Autore, Franco Roberti, ha ripreso nel suo intervento quando, per spiegare la genesi del libro, ha detto che voleva un libro che raccogliesse le idee intorno alla sfida di contrastare efficacemente la criminalità organizzata, la corruzione ed il terrorismo interno ed internazionale, espressioni queste di criminalità organizzata molto diverse tra loro. Ma un filo rosso le lega tutte: la paura, utilizzata dai mafiosi e dai terroristi, quella paura che diventa un tentativo di fuga dalla realtà, per esempio per tanti imprenditori o soggetti economici, spinti a cedere per la paura di uscire dal mercato. Ora, ha spiegato Roberti rifacendosi al nocciolo del volume, è la verità il contrario della paura, è la verità la base di ogni rapporto di fiducia, il miglior antidoto al dilagare della criminalità. I cittadini debbono credere nello Stato, in un rapporto virtuoso per cui si ha fiducia nelle persone in cui si crede. La fiducia dei cittadini verso lo Stato era per Giovanni Falcone prioritaria, perché la criminalità si fonda appunto sulla paura della gente.
Oggi, ha aggiunto ancora, sta succedendo sul web, nella mediosfera, cioè nel mondo dell’informazione mediatica, in cui è diventato quasi impossibile distinguere verità e menzogna, e le fake news, le false notizie, dilagano. Citando Goebbels e Umberto Eco, ha ricordato come “qualunque menzogna, se ripetuta tante volte, diventa una verità”. Oggi il terrorismo è una sfida enorme che si rafforza attraverso la mediosfera, in cui fa proselitismo. Dunque, se non c’è la verità unita alla responsabilità, non ci sarà mai un rapporto di fiducia.
Altro tema affrontato dall’Autore de “Il contrario della paura” è stato quello della “memoria” e qui, citando Leonardo Sciascia, ha affermato che i mafiosi odiano i magistrati e le forze dell’ordine perché ricordano nomi, dati, fatti, delitti, cosa per loro insopportabile. Milan Kundera diceva che la lotta contro il potere è la lotta della memoria contro l’oblio. Roberti ha auspicato una maggior unità di intenti e una maggior unità politica in Europa: spesso non si vogliono condividere con altri Stati informazioni e dati per timore di cedere sovranità nazionale, invece ci vorrebbe un Procuratore Europeo contro terrorismo e criminalità organizzate.
Un intervento quanto mai vivace ed interessante è stato quello del dott. Simmaco Perillo, Assistente sociale, presidente della Cooperativa “Al di là dei sogni”, che gestisce un bene confiscato a Maiano di Sessa Aurunca, il quale ha parlato di esperienze vive fatte nelle zone di camorra e a Cassino, affermando che il livello repressivo non può bastare. Bisogna rigenerare speranza, anche valorizzando le cose buone che si fanno. Mi è piaciuto, ha detto, che il percorso di fiducia tra verità e paura è il cuore del libro. Allora NCO per noi non significa più Nuova Camorra Organizzata ma: Nuova Cooperazione Organizzata.
Dagli interventi del Procuratore della Repubblica Luciano D’Emmanuele e dell’avv. Gianrico Ranaldi, penalista, sono venute fuori situazioni e criticità del territorio che fa capo al Tribunale di Cassino, arricchendo ulteriormente il dibattito. Il Procuratore Roberti, in chiusura, ha ribadito il motivo di fondo della “legittimità costituzionale” da perseguire e diffondere (anche le leggi talvolta non sono costituzionali). Occorre, inoltre, superare le disuguaglianze sociali e offrire opportunità, creare infrastrutture di sport e tempo libero per i giovani, perché è proprio dalla disoccupazione e mancanza di servizi che la mafia recluta la sua manovalanza. La giustizia deve avere efficienza ed efficacia, fare sentenze tempestive e credibili, questo favorisce lo sviluppo economico. La giustizia sappia rispondere dunque alle domande di cittadini, imprenditori, investitori. Perché così terrorismo islamico e mafia possono essere sconfitti.
A questo punto, il Direttore della Casa Circondariale di Cassino, dott.ssa Irma Civitareale, ha presentato il video documentario di Fabio Cavalli “Naufragio con spettatore“, realizzato parzialmente a Cassino e con la parte musicale dovuta a due detenuti di Cassino; anche uno dei sette detenuti presenti ha porto il saluto e il grazie a nome suo e di tutti gli altri, e lo stesso regista Cavalli ha fatto un breve saluto. Subito dopo è stato proiettato in sala il video, che ha ottenuto al Festival del cinema di Venezia un premio speciale della giuria e che in sala ha riscosso grandi applausi dai presenti.
Questo è stato un bellissimo incontro, ha concluso il Procuratore Roberti, ringrazio chi l’ha organizzato permettendo che sia qui presente e partecipe una rappresentanza dei detenuti della Casa Circondariale di Cassino. La giustizia deve tendere alla rieducazione e al riscatto dei detenuti. Grazie. Ai graditi ospiti la Procura ha offerto in ricordo la locandina dell’evento incorniciata.
Il contrario della paura è la verità, afferma Roberti. Terrorismo islamico e mafia possono essere sconfitti. Davvero.
Adriana Letta