Domenica 3 aprile ad Aquino presso il Centro Pastorale “S. Costanzo” l’Azione Cattolica parrocchiale ha organizzato un incontro interessante e formativo sul tema “Quale Futuro per la Famiglia? Tra Unioni Civili, Diritti di Coppia, Stepchild adoption ed utero in affitto”, con la partecipazione dei relatori nella persona dell’Avv. Annarita Capezzone, avvocato civilista del Foro di Cassino e di Mons. Giandomenico Valente, Vicario Episcopale per la zona pastorale di Aquino.
I ragazzi dell’AC hanno dimostrato un forte coraggio nel portare all’attenzione della platea intervenuta, nonostante il caldo primaverile, un tema delicatissimo per la coscienza umana. Senza mancare di rispetto alla libertà di scelta di ogni uomo che ha diritto, ai sensi dell’art. 2 della Costituzione, ad esternare la propria personalità sia come singolo sia come formazione sociale, si è giunti alla conclusione che nessuna norma di legge potrà mai imporre di vivere contro natura.
Il dibattito si è aperto con la lettura di un messaggio che il Sindaco del Comune di Aquino, dott. Libero Mazzaroppi, non potendo intervenire per un impegno istituzionale nel comune di Grumello Cremonese, ha fatto recapitare al presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale Fabio Evangelista.
Subito dopo è intervenuto Gianpaolo Pontone, Presidente diocesano di Azione Cattolica che ha portato i saluti e il compiacimento della presidenza diocesana per queste iniziative che ricordano che la Chiesa ci chiama ad essere cristiani anche e soprattutto nella vita quotidiana e nell’impegno sociale.
Si è poi subito entrati nel vivo del dibattito con una introduzione di Martina Petrilli, in veste di moderatrice, che ha posto degli interrogativi ai quali i relatori hanno risposto sapientemente.
Si è partiti con un excursus sulla famiglia che ha radici nell’art. 29 della Carta Costituzionale che sancisce “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” per approdare all’attuale testo del DDL Cirinnà così come approvato dal Senato ed oggi in Parlamento per la votazione finale e trasformazione in legge.
L’esame del DDL Cirinnà ha mostrato le lacune proprie della società civile e del tempo storico in cui viviamo, tutti protesi a garantire il rispetto di una parità dell’uomo basata esclusivamente sul riconoscimento dei diritti patrimoniali ed economici. Il DDL riconosce ed inserisce nel diritto di famiglia dell’ordinamento italiano, un nuovo istituto specifico per le coppie omosessuali ed eterosessuali chiamandolo unione civile, equiparandolo al matrimonio per diritti e doveri previsti. Tuttavia, il testo originario è stato epurato dall’obbligo di fedeltà che permane per i coniugi, dalla stepchild adoption che aprirebbe la strada alla gestazione per altri o maternità surrogata o utero in affitto che in Italia è illegale.
Indiscutibilmente il DDL rappresenta un passo avanti per coloro che vogliono vedersi riconosciuta la propria convivenza ma certamente non è idoneo a colmare le numerose lacune che sono insite in un rapporto affettivo spesso basato su castelli di sabbia con conseguenze spesso devastanti per i figli, frutto di un rapporto di Amore, e per la cui risoluzione i giudici sono chiamati spesso a fare miracoli. Dalla stesura del testo traspare un certo interesse solo per gli aspetti economici ma che fine fanno le relazioni, le emozioni, i sentimenti?
Il DDL non è idoneo a risolvere i problemi connessi alla famiglia ed alla Sua tutela. È innegabile che dall’unione di un uomo ed una donna possa nascere la famiglia e non occorre certo una legge per statuire un principio naturale, sia essa fondata su un rapporto giuridico chiamato Matrimonio, sia esso basato su un contratto privato di convivenza registrato e chiamato Unione Civile. Così come non può, né potrà mai una legge dare il giusto valore e tutela all’istituto fondamentale della società civile: La Famiglia! Senza famiglia non c’è futuro. Quale legge, quale Giudice o Tribunale potrà mai tutelare l’esistenza vera dell’essere umano e della vita stessa?
Mons. Don Giandomenico Valente ha tracciato le radici della famiglia che sono rintracciabili nel libro della Genesi. L’immagine di essa l’abbiamo già nell’ideale della Genesi, dove in questo capolavoro di Dio sicuramente si trova qualcosa di poetico, di meraviglioso proprio come tutti gli inizi, non bisogna fare altro che rispettare la natura!
Per dare un futuro alla famiglia bisogna unire le forze, dato che ultimamente anche la famiglia “tradizionale” sta facendo acqua da ogni parte, come si suol dire.
Mons. Valente si è soffermato anche sul ruolo della Chiesa. Da un’attenta analisi scaturisce che i giovani dopo aver frequentato i corsi cosiddetti “pre-matrimoniali”, si ritrovano soli con i loro problemi, con la difficoltà nel crescere i figli, nella difficoltà di trasmettere i valori e l’educazione. E allora, dove siamo noi? Di occasioni ne abbiamo tante per poter far qualcosa, ma a volte siamo distratti. Tutti siamo chiamati, al fianco dei nostri parroci, a pensare di più a fare qualche “investimento” sulla vita delle persone perché al momento non stiamo facendo nulla se non assistere ad un declino della famiglia. Fondamentale è l’attenzione del Pontefice nei confronti della famiglia, è un’attenzione concreta fatta di segni, di gesti. Per questo Papa Francesco può rappresentare quel valore aggiunto che ci trascinerà in un cambiamento. Proprio venerdì 8 aprile, sarà presentata l’Esortazione apostolica «Amoris laetitia» che conclude il percorso del Sinodo sulla famiglia.
L’attenzione dei convenuti si è poi trasferita sulla questione del cosiddetto “utero in affitto”. La chiave di lettura di questa pratica aberrante deve essere il diritto del bambino di essere cresciuto e di avere dei genitori e non il diritto di due soggetti di “disporre” di un bambino. Inoltre nel periodo, in cui la madre ha tenuto dentro di sé il bimbo, si è instaurato un rapporto straordinario e in questo la natura è meravigliosa. Un altro elemento importante su questa delicata questione è la dignità della donna. In effetti, la donna diventa una vera e propria merce, presa in affitto. Questo sfruttamento, nella maggior parte dei casi, avviene su donne provenienti dai Paesi più poveri del mondo. Perciò ci ritroviamo ad avere un diritto senza dubbio negato ad un bambino ed una dignità calpestata della mamma.
È su questi aspetti che bisogna soffermarsi. Se si continua a riflettere sul piano giuridico, questi elementi sfuggono di vista.
L’ intervento conclusivo del dibattito è stato del Parroco della Basilica Concattedrale di Aquino, Don Tommaso del Sorbo, il quale ha sottolineato l’importanza della creazione di una pastorale familiare nelle comunità cristiane affinché le famiglie vengano seguite e affiancate non solo quando dovranno intraprendere il percorso di preparazione alla vita coniugale, ma anche in futuro quando diventeranno genitori.
Lo stesso Don Tommaso ha concluso l’incontro con la lettura della lettera di San Paolo apostolo ai Romani (Rm 12, 1-2.9-18): “…Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell´ospitalità.”
Annarita Capezzone e Simona Bianchi