Recita in onore della Madonna di Canneto

Come ogni anno, presso la Parrocchia Maria SS. Immacolata Concezione in occasione del Santo Natale, è diventata ormai tradizione preparare una recita per ricordare e sottolineare l’importanza e il vero senso del Santo Natale; quest’anno l’evento è stato particolarmente sentito per l’eccezionale presenza della Santa Vergine di Canneto.

La recita è stata interpretata dai bambini del catechismo, che hanno partecipato animatamente con balli e canti.

Con il susseguirsi di canti, in un particolare momento si è elevato un inno all’amore con la canzone “Io ti amo”, durante la quale sette piccoli bambini con la loro semplicità, hanno interpretato dei dolcissimi Angeli, donando a tutti i presenti dei cuoricini con su scritto:

Cattura

liberando in aria dei palloncini, invitando tutti ad “ alzare gli occhi al cielo”.

Si è giunti così al cuore della recita, con la rappresentazione dal nome “Il Dono Misterioso”, dove i bambini, con la voce guida di un narratore hanno rappresentato il momento della nascita di Gesù, ma la particolare presenza di un “personaggio insolito”  ha  segnato un finale a dir poco inaspettato! Ve la proponiamo di seguito insieme alle foto della rappresentazione.

Il Dono Misterioso

Era l’alba a Betlemme. L’ultimo pellegrino se n’era andato e la stella scomparsa. La Vergine Maria guardava dolcemente il Bambino che si era addormentato. Lentamente e cigolando, si aprì la vecchia porta della stalla. Sembrava spinta da un soffio di vento più che da una mano. Sulla soglia comparve una donna anziana, coperta di stracci.

Maria sussultò, come se avesse visto una fata cattiva. Gesù continuava a dormire. L’asino e il bue strappavano bocconi di fieno e paglia da un mucchio che avevano davanti al muso e non degnarono di uno sguardo la nuova venuta.

Maria la seguiva con lo sguardo. Ogni passo della sconosciuta sembrava lungo un secolo.

La vecchia continuava ad avanzare, finché fu accanto alla mangiatoia. Gesù Bambino spalancò gli occhi di colpo e Maria si meravigliò vedendo brillare anche negli occhi della donna la medesima luce di speranza. 

La vecchia si chinò sul Bambino. Maria trattenne il fiato. La vecchia frugò nei suoi abiti stracciati, cercando qualcosa. Parve impiegare dei secoli a trovarla.

 Maria continuava a guardarla con inquietudine. 

Finalmente, dopo un tempo lunghissimo, la vecchia estrasse dai suoi stracci qualcosa, che rimase però nascosto nella sua mano, e lo affidò al Bambino. Maria osservava la vecchia, curva su Gesù. Si raddrizzo improvvisamente, come se si fosse liberata di un peso infinito che la tirava verso terra. Le sue spalle si sollevarono, il suo capo si elevò, il suo viso ritrovò miracolosamente la giovinezza, i suoi capelli ridivennero morbidi e lucenti come seta.

Quando si allontanò dalla mangiatoia, per scomparire nell’oscurità da cui era venuta, Maria poté finalmente vedere il dono misterioso.

Nelle piccole mani di Gesù brillava una  mela rossa. Quella donna era Eva, la prima donna, la madre dei viventi, che aveva consegnato al Messia il frutto del primo peccato. Perché ora, con Gesù, era nata una Creazione nuova. E tutto poteva ricominciare.

A chiusura della recita, i catechisti hanno voluto salutare e augurare un Buon Natale ai presenti lasciando loro un messaggio particolare, e sapendo di rivolgersi ad un pubblico adulto hanno comunque voluto seguire la scia della recita, raccontando loro  una storia con una morale profonda,  in modo da sottolineare  l’idea che “essere adulto non significa smettere di essere bambini, ma arricchire ogni giorno quello che si è”,  evidenziando i questo modo che   “anche noi adulti abbiamo bisogno di storie che contengano riflessioni, necessarie per poter comprendere il Vero Senso della Vita Reale”.

Costruire una vita

Un anziano carpentiere era prossimo alla pensione e parlò al suo principale dei suoi programmi di lasciare il lavoro e darsi ad una vita più tranquilla con sua moglie. Certo, lo stipendio gli sarebbe mancato, ma sentiva proprio il bisogno di smettere. Ce l’avrebbero fatta comunque ad andare avanti.

Il proprietario della ditta era dispiaciuto di perdere un operaio così abile e gli chiese di lavorare alla costruzione di un’ultima casa, come favore personale.

Il carpentiere acconsentì, ma ben presto fu ovvio che non si applicava più al lavoro con passione, ricorrendo all’utilizzo di materiali scadenti. Che modo infelice di porre fine ad una carriera svolta con molto impegno!

Quando il carpentiere ebbe terminato l’opera, venne il principale ad esaminare il lavoro. Poi mise le chiavi della casa in mano al carpentiere, dicendo: “Questa casa è tua; è il mio regalo per te.”

Il carpentiere rimase di stucco! Che peccato! Se solo avesse saputo che stava costruendo la casa per sé, l’avrebbe fatta in modo molto diverso.

E’ così anche per noi: costruiamo la nostra vita, un giorno alla volta, spesso impegnandoci poco. Poi alla fine ci rendiamo conto, con nostra amara sorpresa, che ci tocca vivere nella casa che abbiamo costruito.

Se potessimo ricominciare, faremmo tutto diversamente. Ma non si può tornare indietro.

Sei tu il carpentiere che costruisce la tua vita: ogni giorno pianti un chiodo, sistemi una tavola, erigi una parete.

I tuoi atteggiamenti e le scelte che fai oggi determinano il futuro della tua “casa” di domani.

Costruisci bene!

Chiedi a Dio di essere l’architetto della tua vita! Ti mostrerà come costruire delle solide fondamenta per la “casa” della tua vita.

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