Giovedì 13 agosto nel centro storico di Casalattico, alla presenza del vescovo monsignor Gerardo Antonazzo, del parroco don Emanuele Kahorha e del sindaco Giuseppe Benedetti, è stata riaperta alla devozione dei fedeli la cappella di San Rocco, dopo i quattro mesi di intensi e delicati restauri che le hanno restituito uno splendore che sembrava perduto per sempre. Il progetto ha visto la fattiva collaborazione della regione, del comune, della soprintendenza e della curia, che in perfetta sinergia hanno curato ogni passo dei lavori. La cappella, posta all’interno dell’attuale municipio, si divide in due vani: nel primo sono situati l’altare e la nicchia in cui è posta la statua del santo, nel secondo si trova la navata che raccoglie l’assemblea. L’altare è databile intorno al 1570 e, data la sua antichità, ha visto i lavori di restauro procedere con molta cautela, come le regole impongono: inizialmente è stato tolto il pavimento in marmo risalente agli anni ’70 per far riemergere l’antica pietra locale, poi sono stati ripristinati i colori originali (rosso e celeste) che sovrastano la mensa e, infine, intorno alla nicchia di San Rocco sono stati ripristinati gli stucchi originali. La piccola navata, la cui costruzione è successiva all’altare e risale al XVIII secolo, è stata invece ritinteggiata con particolare cura verso gli affreschi di San Giustino e Santa Rita da Cascia, che occupano le pareti laterali. Prima della solenne benedizione, il vescovo Gerardo ha voluto sottolineare il valore insieme artistico e religioso della cappella di San Rocco così come di tutti gli altri piccoli luoghi di culto disseminati in tutto il territorio diocesano, molti dei quali corrono il rischio di andare perduti per sempre. La cura, anche minima, dei simboli di devozione che i nostri avi ci hanno consegnato significa, dopotutto, riconoscenza verso chi ci ha insegnato a far splendere la fede nonostante le fatiche e i dolori quotidiani.
– Riccardo Evangelista
– Foto di Elisabetta Nardelli