Riccardo Petricca ed Angela Taglalatela hanno coronato il loro sogno d’amore e si sono sposati domenica 24 settembre nella cattedrale S. Maria Assunta di Sora. Una bellissima Celebrazione, presieduta da Don Giovanni De Ciantis, che li ha seguiti nel loro percorso verso il matrimonio, animata musicalmente con grande maestria. Ma soprattutto una Celebrazione sentita e partecipata nel profondo, piena di consapevolezza, di fede e di amore, piena di gioia e anche di allegria, risultato di una lunga e proficua preparazione. L’emozione era la pennellata finale su un fondamento solido e forte.
Ogni volta che due giovani decidono di unire per sempre le loro vite e vanno, con tutta l’emozione e la trepidazione immaginabile, a celebrare il Sacramento del Matrimonio, se ne riceve un’impressione di gioia profonda e si rafforza la fiducia nel futuro, checché ne pensino e ne dicano i soliti scettici pessimisti. Pare, a sentir loro e i numerosi seguaci che affermano di non credere all’unione per la vita, che il matrimonio sia “superato”, un’invenzione d’altri tempi che oggi non può più reggere e per la quale non vale la pena impegnarsi né tantomeno scommettere. Quante volte sentiamo dire anche da cristiani: ma chi te lo fa fare? lascia perdere!…
Eppure la gioia e la tenerezza sorgono spontanee nel cuore quando vediamo due persone che si fidano l’una dell’altra e fidando anche sull’aiuto del Signore (perché conoscono la fragilità umana e non si sentono più forti degli altri), si preparano, si fanno anche aiutare e vanno davanti a Dio a promettersi reciprocamente di amarsi per sempre. Ci appare come una cosa bellissima, tutti percepiamo e anzi abbiamo in quei momenti la certezza – anche se non lo dichiariamo apertamente! – che sì, quello è davvero il modo giusto e augurabile per tutti di amarsi e unire le proprie vite. Ecco perché riceviamo una così sensibile iniezione di speranza e di gioia anche a livello sociale. E’ festa. Non tanto la festa esteriore, che oggi sempre più spesso tende, ahimé!, a sopraffare e addirittura mascherare quella interiore, quasi che si trattasse solo di una rappresentazione teatrale, ma è proprio la festa dei cuori, delle famiglie, degli sposi uniti da poco tempo e dei coniugi che continuano da decenni a stare bene insieme e a vivere l’uno per l’altra. E’ la “gioia di fare famiglia“, il sentimento più elementare e indispensabile per chiunque, di qualunque paese, età, condizione. Perché nella famiglia a cui tutti aneliamo nell’intimo del cuore, c’è un carattere sacro e inviolabile, c’è il più bel progetto di Dio per l’umanità. E’ lì che si sperimenta l’amore, lo si riceve e si impara a darlo agli altri, c’è apertura alla vita, c’è solidarietà, c’è simpatia, collaborazione e complicità non solo nella coppia ma in tutte le possibili combinazioni di età e rapporti: genitori-figli, fratelli e cugini, zii, nonni, nipoti… C’è anche lo scontro a volte, certo, dal quale si può però sempre approdare ad un nuovo abbraccio.
Per tutto ciò proviamo un senso di gratitudine per i due sposi, Riccardo ed Angela, che sposandosi ci hanno donato questa gioia. Non possiamo fare a meno di augurare loro ogni bene, vivendo sempre l’uno per l’altra come “un dono di nozze” e soprattutto preghiamo per loro, perché il “Dio d’amore nuziale” li benedica e li mantenga sempre nel suo Amore.
Riccardo, uno dei padri fondatori in Diocesi della Pastorale Digitale, ha raccontato magistralmente il sorgere del loro amore nel suo libro “Pastorale Digitale 2.0”, sentendo di aver ricevuto un grandissimo dono di grazia e di doverlo condividere con gli altri. Anche di questo, lo ringraziamo: ci ha consegnato il suo tesoro più prezioso.
Al termine della celebrazione, quando l’emozione ha cominciato a stemperarsi nel sorriso e negli abbracci, anche il Vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo, è venuto a salutare gli sposi e lo ha fatto con discrezione e delicatezza. Bene hanno fatto Angela e Riccardo a scegliere sul libretto della celebrazione, nella pagina finale, contenente i loro ringraziamenti, la frase di S. Agostino: “La misura dell’amore è amare senza misura“. E’ l’augurio e la preghiera che facciamo per loro, che si amino sempre così. Saranno sicuramente un punto di riferimento, una luce per tante persone e per tante famiglie: una famiglia che nasce così arricchisce davvero la comunità intorno e anzi tutta la società.