Riccardo Petricca, Pastorale digitale 2.0, Edizioni Albatros, Roma, 2015, pp.220.

Il tema del rapporto Chiesa – nuove tecnologie della comunicazione è un oggetto di studio ormai ricorrente all’interno della letteratura sia sociologica che teologica. Tale interesse è stato stimolato da due sviluppi paralleli e strettamente connessi l’uno all’altro, quali la diffusione capillare del web 2.0 all’interno della società contemporanea e l’attribuzione a questo mezzo di particolari funzioni positive nel veicolare messaggi di stampo prettamente informativo e comunicativo. Del resto la tematica non è nuova all’interno del magistero della Chiesa cattolica. Già con il pontificato di Leone XIII (1878-1903) comincia a cambiare l’approccio verso gli strumenti della comunicazione, con l’apertura verso il mondo della stampa che sarà ricevuto per la prima volta in udienza nel febbraio del 1879. Sarà comunque con Pio XII che la Chiesa approfondirà ed amplierà la sua riflessione sugli strumenti della Comunicazione sociale nei suoi diversi aspetti. Si inizierà con la lettera Apostolica del 12 gennaio 1951 nella quale san Gabriele Arcangelo viene proclamato patrono di tutte le invenzioni che vanno sotto il titolo di “Telecomunicazioni”, per arrivare all’Enciclica Miranda Prorsus, promulgata l’8 settembre 1957, che rappresenta la prima grande sintesi della dottrina della Chiesa Cattolica sulla tematica delle comunicazioni di massa. Oggi il rapporto della Chiesa con i media sta vivendo una nuova fase nella quale il suo messaggio di salvezza con oltre duemila anni di storia si confronta con lo spazio interattivo e informativo principe della contemporaneità che ha vissuto negli ultimi anni veloci cambiamenti rispetto al suo approdo in Italia nei primi anni Novanta: dall’originaria scoperta della navigazione on line e della posta elettronica, caratteristiche della fase della Rete Web 1.0, siamo passati ora a un nuovo scenario multimediale grazie al Web 2.0, con elevate opportunità di interazione legate allo sviluppo dei social network.

È questo l’argomento del bel volume di Riccardo Petricca nel quale l’Autore ha deciso di raccontare una sua particolare esperienza di vita. Lo fa non solo con lo sguardo di chi è coinvolto di prima persona nel racconto del libro ma anche con quel giusto distacco che rende il libro particolarmente fruibile a qualsiasi lettore che ne voglia apprezzare il contenuto. Non siamo di fronte ad un testo accademico o ad una mera cronaca giornalista, le oltre duecento pagine di scritto si presentano come un Diario giornaliero di un vissuto personale che, nell’incontro con molteplici figure del mondo ecclesiastico sorano, è riuscito a creare un progetto formativo ed educativo che vede nel “team pastorale digitale” un modello da esportare e far conoscere al pubblico degli specialisti dei media. Il volume non si suddivide in capitoli o paragrafi, ma segue un filo logico che trova nella sequenza degli accadimenti temporali la sua colonna portante. Il volume presenta così un variegato programma su come oggi il web 2.0 possa essere messo al servizio dell’opera pastorale. Questo è solo un assaggio di alcuni dei più vibranti temi trattati da Riccardo Petricca e l’invito non può essere che di andare a leggere il libro per entrare nel merito. Non è buona abitudine usare toni troppo elogiativi in una recensione, ma credo che in questo caso si possa sbilanciarsi un po’ poiché è lo stesso Autore a sbilanciarsi coraggiosamente nell’intraprendere il racconto di una parte della sua vita per stimolare il lettore a riflettere su temi troppo spesso sottovalutati.

Lucio Meglio

Sito del libro: www.pastoraledigitale.org/il-libro

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