Il percorso del Convegno Pastorale Diocesano, iniziato l’8 giugno, è proseguito nella giornata del 9, sempre ad Aquino presso la Sala Giovenale, sviluppando però il tema della tenerezza, l’anima di “Amoris Laetitia“, l’esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco.
Ad illustrare il tema del matrimonio quale parabola della tenerezza è stato Mons. Carlo Rocchetta, docente di Sacramentaria alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Facoltà Teologica di Firenze, docente attualmente all’istituto teologico di Assisi è socio fondatore della società italiana per la ricerca teologica (SIRT), è direttore del corso di teologia sistematica di Bologna, ha pubblicato numerosi scritti e contributi a riviste scientifiche. Ad un certo punto del suo impegno ministeriale ha sentito forte il desiderio di dedicarsi totalmente alla famiglia e in particolare alle coppie in crisi e ai loro figli, ai coniugi soli e separati. Le ultime opere nascono dall’attività come assistente spirituale al centro familiare “casa della tenerezza” di Perugia, che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia. Oltre al Vescovo Gerardo, il quale ha coadiuvato l’intero evento, i coniugi Luigi e Paola hanno, anche in questa serata, affiancato i due presbiteri in qualità di moderatori del convegno. Il coro “Annibale Messore” di Sant’Ambrogio sul Garigliano, diretto dal maestro Maria Grazia Messo, ha accompagnato con il canto le varie fasi dell’incontro.
La tenerezza, ha illustrato in medias res don Carlo, è il pathos dell’amore di coppia, fa parte del sentore affettivo, costituisce l’anima della vita nuziale. Nella Relatio Synodi Papa Francesco descrive la tenerezza quale «virtù quotidiana che aiuta a superare i conflitti interiori e relazionali». Mons. Rocchetta ha distinto il suo percorso in due momenti di verifica:
- la tenerezza come orizzonte biblico-teologico dell’amore coniugale;
- linee di spiritualità di tenerezza emergenti “dall’Amoris Laetitia”.
Sviluppando il primo momento, don Carlo ha distinto la tenerezza dal “tenerume”. La tenerezza è il cuore della misericordia, è fortezza, creatività e responsabilità; il “tenerume” è debolezza, egocentricità, passività e superficialità. Esaminando alcuni passi biblici sono state evidenziate la paternità e la maternità di Dio. A differenza dell’ebraismo e dell’islamismo, entrambe religioni monoteiste, nel cristianesimo Dio è io e noi, noi che, creati a Sua immagine e somiglianza, siamo in comunione con gli altri. L’unione matrimoniale, quindi, è il segno prezioso con cui Dio si esprime nella comunione dei coniugi. La famiglia è, così, dimora di Dio-Trinità.
Nel secondo momento don Carlo ha esaminato le linee di spiritualità di tenerezza alla luce dell’esortazione apostolica di Francesco distinguendole in: tenerezza nuziale come cammino dinamico, come maturità affettiva, come intimità gioiosa, come fecondità amante, come estetica spirituale dell’amore e come evento di carità teologale. Il teologo ha messo in luce “l’ABC” della tenerezza – Abbracci, Baci, Carezze – e il suo contrario il “TCC”- Televisione, Computer, Cellulare – che mette in crisi la vita coniugale; quindi ha espresso l’importanza della sessualità nuziale che è intimità gioiosa il cui binomio indissolubile è rappresentato dall’eros e dalla tenerezza. I figli, dono di Dio, sono mandati dal Padre ai genitori che ne sono affidatari.
Quindi il matrimonio, ha concluso don Carlo, è un viaggio di tenerezza per essere felici insieme. Mons. Rocchetta ha chiuso il suo intervento riprendendo una frase delle Odi di Salomone di autore anonimo: «Amatevi con tenerezza voi che vi amate». Estendendo questo augurio a tutti gli astanti l’ospite ha dato spazio a tutte le domande che la platea volesse fargli a riguardo.
Andrea Marinelli
Foto di Mario Fraioli