Si è rinnovata così, nella Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino, la tradizione dell’11 febbraio, festa della Beata Vergine Maria di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato
“Sarò in comunione di preghiera con i pellegrini che, sabato, festeggeranno Nostra Signora di Lourdes, in particolare con i malati. La Vergine Immacolata doni loro il coraggio della speranza e li custodisca nella pace”. Così Papa Francesco nell’Udienza generale di mercoledì 8 riferendosi al fatto che sabato 11 febbraio, memoria della B. Maria Vergine di Lourdes, la Chiesa celebra la 25ª Giornata Mondiale del Malato. Il Santo Padre ha ricordato quanto scrisse il suo predecessore, San Giovanni Paolo II, nella Lettera istitutiva della Giornata Mondiale del Malato, nel 1992: Questa Giornata “vuol essere per tutti i credenti ‘un momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo‘”.
Con questi stessi sentimenti la parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino ha vissuto anche quest’anno, come è ormai tradizione, la giornata dell’11 febbraio, dedicandola alla Madonna di Lourdes e al tempo stesso ai malati. Sono ormai vari anni che il Parroco, Don Benedetto Minchella, ha istituito la celebrazione del Rosario Internazionale, per aprire il cuore a tutti i sofferenti, i prediletti della Vergine di Lourdes, e sentirsi in profonda unità spirituale con i fedeli che si trovano a pregare nella cittadina francese dei Pirenei. Per sentirla più vicina anche in modo sensibile, ai piedi dell’altare è stata allestita una rappresentazione di Lourdes, con la grotta della Vergine e la piccola Bernardette in preghiera, l’acqua, i fiori, le candele accese: nei tre giorni di triduo, non solo durante il Rosario pomeridiano ma in tutte le ore di apertura della chiesa, moltissime le persone che in incessante processione si sono accostate alla Grotta per pregare, accendere un cero…
Dopo la S. Messa prefestiva, alle 20.00, ha preso il via il Rosario Internazionale. Spente quasi tutte le luci artificiali, in una chiesa immersa nella penombra e suggestivamente illuminata dai flambeaux, che recavano impresse sul paralume le parole di preghiere e canti a Maria in tante diverse lingue e che erano tenuti in mano dai fedeli, ha preso il via la preghiera comunitaria del Rosario, meditato e intervallato da canti e invocazioni. Ogni mistero veniva introdotto dal Parroco, meditando sulle malattie fisiche e spirituali che affliggono l’umanità, poi le dieci Ave Maria venivano recitate nella prima parte in lingue diverse, europee ed extraeuropee, e nella seconda parte l’assemblea rispondeva in italiano. Un modo per sentirsi uniti al Santo Padre e a tutta la Chiesa come in una grande famiglia riunita intorno alla Madre celeste. Le dieci Ave Maria del primo mistero sono risuonate in italiano proprio attraverso la voce di Papa Francesco, quelle del secondo mistero sono state intonate cinque in francese da Francesco Paolo Vennitti e cinque in lingua africana da un giovane nigeriano; poi in inglese da Gisa Sidonio e in ucraino da Valentina; il quarto mistero in spagnolo da Laura Bungaro e in indiano da Mary Jane, l’ultimo mistero in tedesco da Biancamaria Di Meo e in latino da Don Benedetto. Parole diverse, ma sempre con lo stesso ritmo e la stessa cadenza, quella dei figli che si rivolgono fiduciosamente alla Madre in cerca di aiuto, protezione, consolazione e speranza.
Al termine, il Parroco ha raccolto dal “laghetto” un po’ di acqua, portata dall’ultimo pellegrinaggio parrocchiale alla grotta di Massabielle, ed ha asperso tutti i presenti. Poi il canto delle litanie a Nostra Signora di Lourdes e infine la solenne benedizione conclusiva. Tutto in una chiesa gremita e in un’atmosfera di fede e di preghiera che davvero scaldava l’anima e affratellava i presenti tra loro e con tutto il mondo. E’ il miracolo di Lourdes che si rinnova ogni giorno.
Adriana Letta