I festeggiamenti per il Patrono San Michele Arcangelo culminano domenica 30
La festa per il Santo Patrono San Michele Arcangelo è giunta al suo clou domenica 30 settembre nella Parrocchia di S. Giovanni Battista in S. Angelo in Theodice, preceduta da un Triduo di preparazione, nonché, sul sagrato della chiesa venerdì 28 settembre, dall’applauditissimo e divertente spettacolo teatrale dal titolo “C’è posta per te”, della Compagnia parrocchiale “Come noi non c’è nessuno” che anche stavolta ha mietuto un bel successo.
La mattina, la Messa solenne in parrocchia, presieduta dal Parroco Don Nello Crescenzi e concelebrata dal vice Don Lorenzo Vallone, ha visto grande affluenza di popolo e la presenza dei portatori in veste bianca e mantellina rossa. Nell’omelia Don Nello, rifacendosi alle letture della liturgia, ha messo in risalto due tentazioni per l’uomo di tutti i tempi, la gelosia, nella sua forma peggiore dell’invidia, e l’orgoglio o superbia, quando qualcuno pensa di capire tutto e che gli altri non capiscono niente. Tentazione in cui possiamo cadere anche a noi, che cela una insicurezza profonda, perché ci si sente inferiori e allora si prova gelosia e invidia e si è inquieti, non si è in pace con se stessi. Infatti, sia nella prima lettura che nel Vangelo, c’è lo stesso atteggiamento dettato dall’invidia. Un giovane suggerisce a Mosè di impedire ad altri di profetizzare e i discepoli suggeriscono a Gesù di fermare chi scaccia demoni in suo nome ma non lo segue, ma Gesù risponde “Non glielo impedite, non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi”. E’ un seminare zizzania, un cercare di mettere qualcuno in cattiva luce agli occhi di chi è più importante, invece Gesù va al sodo: chi fa il bene non deve essere fermato, non è contro Gesù. Quante volte anche noi ci troviamo a creare un clima di sospetto, figlio di gelosia e invidia! L’altro atteggiamento, la superbia, ci fa pensare di essere sempre nel giusto, di bastare a noi stessi, cosa sbagliata. I cristiani chiedono, “chiedete e vi sarà dato”, hanno l’umiltà di chiedere, avendo coscienza di essere e rimanere “creature”. Lucifero, per orgoglio voleva essere come Dio e non seppe realizzare il capolavoro che Dio voleva fare di lui e per questo fu sprofondato nell’inferno. Facciamo nostra, dunque, ha concluso Don Nello, questa preghiera: Liberami, o Signore, dalle tentazioni dell’orgoglio, della superbia, della gelosia e dell’invidia.
Dopo la Messa, una Processione con la statua di S. Michele Arcangelo è uscita dalla chiesa ed ha fatto una sosta significativa davanti al Monumento ai Caduti per rendere l’omaggio dei santangelesi ai Caduti nelle guerre e a tutti i defunti della comunità: le autorità cittadine presenti hanno deposto una bellissima corona di fiori davanti al monumento, a suo tempo realizzato a cura dell’Azione Cattolica locale. Ed è stato un momento particolarmente sentito e toccante.
Poi la Processione ha proseguito alla volta della chiesetta di S. Michele, dove è stata collocata per quel giorno la statua dell’Arcangelo e dove alle ore 12.00 è stata celebrata la S. Messa.
In serata, alle 19.30 due diverse processioni sono partite dalla chiesetta di S. Michele e dalla chiesa parrocchiale, l’una portando la statua dell’Arcangelo Michele, l’altra le altre statue custodite nella chiesa, S. Giovanni Battista, a cui la chiesa è intitolata, S. Antonio e la Madonna Addolorata. Tradizionale e sempre suggestivo, nel buio della sera, l’incontro delle due processioni, quando si sono trovate vicine le quattro statue venerate in parrocchia.
Tutti insieme, poi, celebranti, statue e devoti fedeli, sono tornati nella chiesa parrocchiale per concludere la manifestazione religiosa e lasciare spazio anche alla festa civile in piazza Mazzonna, con la musica dell’Orchestra Remo Band.
Adriana Letta
Foto di Loredana Fargnoli