Sant’Antonio visita i luoghi della sofferenza, là dove l’uomo anela a ritrovare speranza e coraggio nell’affrontare situazioni difficili: il carcere, l’ospedale, le case degli infermi
Nel carcere
Martedì 17 nel primo pomeriggio le sacre Reliquie del Santo sono state portate presso la Casa Circondariale “S. Domenico” di Cassino a visitare i detenuti. Ad accompagnarle, il parroco di S. Antonio di Padova in Cassino Don Benedetto Minchella e Padre Silvano, frate francescano venuto da Padova con le Reliquie. Grazie alla immancabile disponibilità della Direttrice, dott.ssa Irma Civitareale e del suo staff e grazie all’impegno fattivo di Tonino Comparone, ex dipendente dell’istituzione, tutto è stato preparato a puntino. Dall’ingresso le Reliquie sono state portate processionalmente alla cappella da agenti di Polizia Penitenziaria, che poi le hanno consegnate a quattro detenuti che sono stati ben lieti ed onorati di farsi portatori del reliquiario più grande e altri due delle reliquie più piccole.
E nel salone, ben preparato con altare, sacre immagini e fiori, molti detenuti, accettato l’invito, sono venuti fino a riempirlo. Addirittura avevano messo su un coro, grazie anche ad un compagno che suona la chitarra, ed hanno potuto accogliere l’ingresso delle Reliquie con l’Inno al Santo, determinando fin dall’inizio un’atmosfera partecipativa e decisamente commovente. Don Benedetto nel saluto iniziale ha ringraziato tutti ed ha spiegato le motivazioni di tali celebrazioni, nel 70° della riconsacrazione della chiesa parrocchiale, intitolata a S. Antonio di Padova, un Santo particolarmente amato e noto in tutto il mondo; ha spiegato anche la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria, concessa in via straordinaria in questa settimana.
Iniziata la S. Messa, sono stati alcuni detenuti a fare le letture, poi Padre Silvano, che ha presieduto la celebrazione, nell’omelia ha parlato del Santo come di un messaggero dell’amore di Dio, di pace e di misericordia riuscendo con le sue parole, il suo sorriso ed il suo fare, a diffondere serenità e fiducia. Al termine della celebrazione eucaristica, hanno dato la possibilità a tutti di toccare e stringere tra le mani le Reliquie. Una lunga fila, iniziata dal Direttore e continuata dai reclusi, che sono stati i veri protagonisti, ha visto uno scorrere lento, pieno di partecipazione, di uomini che scontano la loro pena per i reati anche gravi commessi, ma che in quel momento avevano perso ogni espressione di prevaricazione o durezza, sembravano fanciulli in cerca di comprensione e perdono, le loro mani stringevano come in un abbraccio la reliquia mentre ad occhi chiusi erano concentrati a “parlare” col Santo, sicuri del suo aiuto.
Un’ultima “visita” le Reliquie l’hanno fatta ad altri detenuti, di una sezione alla quale non è permesso condividere le iniziative comuni e si è svolta nel loro cortile. Là, davanti alle Reliquie, di cui Don Benedetto ha dato spiegazioni, anche questi detenuti hanno ricevuto la benedizione con la Reliquia e ricevuto, come i compagni riuniti nel salone, il ricordino del Santo. Un pomeriggio davvero toccante.
In ospedale
Mercoledì 18 il primo pomeriggio è stato dedicato ai ricoverati dell’Ospedale “Santa Scolastica” di Cassino. Don Benedetto, i frati francescani Padre Giuseppe e Padre Silvano e alcuni volontari dell’Unitalsi hanno formato una piccola processione che, guidata dal Cappellano dell’ospedale Don Mario Colella, è partita dalla cappella ed ha attraversato tutti i reparti, uno per uno, su tutti i piani dell’edificio.
In quell’ora in cui non si intralcia troppo il lavoro dei sanitari, i “messaggeri” di S. Antonio hanno portato la sua parola, il suo esempio ed il suo amore per i sofferenti, i piccoli e gli ultimi, soffermandosi nei vari corridoi a proporre un breve momento di preghiera che moltissimi hanno gradito e a cui hanno volentieri partecipato. Anche medici e infermieri hanno partecipato ove possibile, anche leggendo qualche intenzione di preghiera. In ogni sosta il Padre impartiva con la reliquia la benedizione di Dio per intercessione di S. Antonio sui pazienti ricoverati, sul personale medico-sanitario, su familiari e parenti. Con discrezione e delicatezza veniva proposto di stringere tra le mani le Reliquie dicendo col cuore una preghiera personale per una particolare intenzione. E molti, moltissimi lo hanno fatto con grande devozione e fiducia. I volontari Unitalsi distribuivano le immaginette delle Reliquie con la preghiera al Santo, in ricordo di questi momenti brevi ma intensi che sicuramente hanno aiutato molti a ritrovare la speranza, la fiducia, e la voglia di farcela. Davvero S. Antonio ha portato sollievo nei luoghi della sofferenza, così come avrebbe fatto il giorno seguente recandosi con le Reliquie nelle case degli infermi della Parrocchia. Anche quelli sono, in tanti casi, luoghi di dolore, bisognosi di vicinanza fraterna, di preghiera, di vera Speranza.
Adriana Letta