Nella Chiesa Concattedrale di Cassino venti ragazzi hanno ricevuto con il Crisma il Sacramento della Cresima meditando sulla fede del cieco Bartimeo
In una domenica in cui acqua e vento l’hanno fatta da padroni per tutta la giornata, nella Chiesa Concattedrale di Cassino, venti ragazzi che si erano ben preparati, hanno ricevuto dalle mani del Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo, il dono dello Spirito con il Sacramento della Confermazione o Cresima. Sembrava che quel vento, ora sottile ora impetuoso, che ha accarezzato e scosso cose e persone, fosse davvero rappresentativo del “soffio dello Spirito” che va dove vuole e nessuno lo può fermare.
Nel corso della Celebrazione Eucaristica, i Cresimandi, schierati ai primi banchi con i loro padrini e madrine, presentati al Vescovo da una catechista della Parrocchia e chiamati per nome dal parroco Don Salvatore Papiro, hanno risposto il loro “Eccomi”, manifestando la propria volontà di ricevere il Sacramento della Cresima. E Mons. Gerardo, parlando rivolto a loro, ha commentato la pagina evangelica del giorno, quella del cieco Bartimeo che grida a Gesù perché lo ascolti (Mc 10, 46-52); rimproverato dagli apostoli perché “disturba”, grida più forte per cercare l’attenzione di Gesù, che infatti si ferma e lo fa chiamare. A questo punto, il Vescovo ha fatto notare questo verbo “chiamare”, che ricorre tre volte in poche battute. “Anche voi, ha detto, poco fa siete stati chiamati per nome e avete risposto Eccomi. Oggi Gesù chiama voi, come chiama anche tutti noi”.
Se quel povero cieco, fatto chiamare da Gesù, getta il mantello, corre da lui e gli chiede di poter vedere di nuovo, dimostrando una fede che merita il miracolo, è così anche per tutti noi oggi. Perché anche noi portiamo una cecità, non fisica e non riguardante la vista, ma la “cecità del cuore”. E’ triste, ha continuato, non riuscire a vedere con gli occhi, ma molto più triste, anzi drammatica è la cecità del cuore, perché il cuore sente anche se gli occhi non vedono. Allora noi dobbiamo essere guariti nel cuore. Il cuore, infatti, non brilla, non ha luce se non crede, se non spera nulla, se non sa amare. E’ come una lampada senza olio. Per fare luce le lampade ad olio di una volta avevano uno strato di acqua, uno di olio e lo stoppino: era l’olio a far accendere la luce. Se al cuore manca l’olio del crisma, è un cuore cieco, che non brilla. Perché ci sia luce nella nostra vita, il nostro cuore ha bisogno dell’olio del crisma. Il Sacramento della Cresima ci fa il dono dello Spirito, che dà luce al cuore perché creda, perché speri e trovi forza nella vita, perché ami ogni giorno.
Col dono dello Spirito, che scende su di voi attraverso l’olio sacro del crisma, ha concluso Mons. Gerardo, voi siete dunque chiamati a brillare e a fare luce, proprio come una lanterna ad olio. Oggi si completa la formazione cristiana della vostra vita, lo Spirito Santo vi dà luce al cuore e fa di voi dei credenti, persone vere, cristiani fedeli e grati, apostoli.
I ragazzi hanno ascoltato con attenzione e partecipazione le parole del Vescovo, poi con evidente emozione e consapevolezza, si sono recati davanti all’altare per essere unti sulla fronte con il crisma. Erano così belli, splendenti di giovinezza, radiosi, eleganti, anche se magari anche con qualche impaccio dovuto ad un abbigliamento un po’ esagerato rispetto alla loro età e freschezza… Veniva da pensare al loro futuro e da pregare perché si mantengano autentici come oggi e possano crescere “in santità e grazia”, senza incontrare inciampi, cadute, brutti incontri… ma se anche questo avvenisse, che possano rialzarsi, chiamare a gran voce Gesù, come Bartimeo, e riprendere sempre la buona strada, guarendo ogni volta quella piccola o grande cecità del cuore in cui talvolta si incappa. E’ la preghiera che la comunità cristiana innalza a Dio per questi neo-cresimati, perché il loro cuore brilli sempre, attingendo al dono del sacro crisma ricevuto domenica 28 ottobre 2018, in una ventosa giornata.
Adriana Letta