Sale della Terra, Luce del mondo

V Domenica del Tempo Ordinario, Anno A

            Il testo evangelico di oggi è parte del Discorso della Montagna di Gesù che ha il suo inizio con la proclamazione delle beatitudini evangeliche. Le beatitudini sconvolgono il modo di pensare ordinario dell’uomo, perché lo pongono davanti ad un mondo nuovo, quello del “Regno dei cieli”. Non è un mondo immaginario, ma il mondo della vita divina presente sulla terra a partire dal Cristo.

            I Cristiani si fregiano del nome cristiano in quanto appartenenti a Cristo ed al suo regno. Questo regno è un regno che non fa conto dell’interesse proprio, né del male ricevuto, ma unicamente della carità di Cristo. Se non fosse proprio Cristo ad ispirare buoni sentimenti ed anche azioni eroiche non si potrebbe affermare la sua presenza nel mondo. Alle volte i cristiani, oltre che con l’eroismo della loro vita, anche con miracoli e profezie hanno manifestato la realtà della presenza di Cristo in loro. I santi canonizzati dalla Chiesa, oltre all’eroicità delle virtù hanno donato al mondo segni incontrovertibili dell’amore di Cristo.

            Le stimmate di san Francesco sono universalmente riconosciute come un segno evidente dell’amore di Cristo in lui. Certo non bastano i segni, occorrono le opere per dimostrare e vivere la presenza di Cristo in sé:

Non consiste forse il digiuno che voglio nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti? Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.

            La beata Caterina Emmerick (+1824), stigmatizzata, depositaria di grandi visioni profetiche e anche di luci sulla storia di Gesù e di Maria corroborate da precisi riferimenti geografici, pur non avendo mai visitato i luoghi santi, si è distinta anzitutto per una grande carità verso i poveri e sofferenti, verso i bambini bisognosi, verso le consorelle malate quando era religiosa, cosicché i segni esterni della sua santità furono solo il coronamento visibile di quanto già viveva nel suo cuore. Il Signore ricompensa gli umili e rinnega i beffardi ed i superbi: Dei beffardi egli si fa beffe e agli umili concede la grazia (Pro 3, 34). La luce procede dall’umile senza che se ne accorga. Per questo Gesù dice: Voi siete la luce del mondo.  Non perché la luce sia produzione propria, ma perché la luce spira da un cuore rinnovato, umile, ben disposto alla grazia e alla verità.

            Sono innumerevoli i santi che si sono disposti a questo itinerario di santità. Hanno sparso nel mondo la luce di Cristo. La B. Caterina Emmerick, già citata, nella visita tra le tombe del cimitero vedeva che da alcune di esse veniva emanata una luce particolare: la luce di Cristo che si spande anche dopo la morte del fedele servo del Signore. La luce non ha consistenza propria. Viene da un evento che la fa sorgere. C’è bisogno di un impatto, di una combustione, di un’esplosione per generare luce. La luce non è quindi la causa, ma la risultante di un processo fisico.

            La luce morale e spirituale che sgorga dal cuore dell’uomo si nota dai suoi occhi, dai suoi gesti, dai suoi atteggiamenti, dalla piena disponibilità al piano di Dio, anche quando questo richiede uno sforzo superiore. La tenacia e la costanza del santo, sono la luce della fede che si espande nella propria vita.

            Al contrario però, ci dice il Vangelo, possiamo perdere questa bella luce. Come il sale se perdesse il suo sapore non avrebbe più nessun valore, nessun senso, così la luce se fosse nascosta sotto un sacco oppure una città di cui si spegnessero improvvisamente tutte le luci nella notte non servirebbe ad indicare la strada ai poveri e malcapitati viandanti.

            Possiamo perdere la luce, anche dopo averla ricevuta, anche in abbondanza. E’ il rischio della libertà dell’uomo che alle volte si mette in contrasto con il suo Signore, privandosi della Grazia. Il peccato è sempre in agguato. Con il peccato rischiamo di metterci fuori della sfera di influenza di Dio. Ci mettiamo nello stato delle cellule impazzite che non rispondono più ai comandi del sistema corporeo e creano malformazioni e malesseri, fino alla morte del corpo.

            Non stacchiamoci dalla grazia di Cristo! I grandi santi come San Francesco, Santa Caterina, la Beata Caterina Emmerick, ci hanno aperto la strada con la contemplazione frequente della storia del crocifisso e delle sue sante piaghe.

            Sono queste, infatti, le sorgenti della luce. L’uomo non brilla di luce propria se non è nutrito nella misura a lui propria delle piaghe insanguinate del Signore. Nella Santa Messa esse si riaprono di nuovo per noi. Nella Vita della Madonna, tratta dalle visioni della B. Caterina Emmerick, si nota la delicatezza, l’amore e la dedizione della Vergine verso il corpo del figlio straziato dal dolore: L’acqua che aveva usato la Vergine per pulire le Sante Spoglie di suo Figlio non veniva gettata via, ma raccolta in otri di cuoio dove venivano spremute anche le spugne (VM 144). Segno perenne di non lasciar fluire invano la Grazia dalle piaghe del Salvatore, presente nella Ss.ma Eucaristia.

di P. Luca M. Genovese

Fonte: Settimanale di P. Pio

 

 

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