Il 22 gennaio si celebra il transito di San Domenico Abate. Sono centinaia i fedeli che si recano in visita alla tomba del Santo, nella basilica sorana, per una supplica, una preghiera. Ed il giorno della festa vede un susseguirsi incessante di persone partecipare alle celebrazioni. Ma San Domenico viene ricordato con festa solenne anche nella parte antica di Sora, nella chiesa di San Silvestro Papa. Ma perché a San Silvestro si festeggia San Domenico? Molte volte è capitato di sentirsi rivolgere questa domanda, capendo che in tanti non conoscono l’origine di questa antica chiesa. Fu proprio San Domenico, nel 1029, a fondarla sul colle di Canceglie, a Sora, a quel tempo poco al di fuori delle mura della città, l’anno precedente la fondazione della più famosa Abbazia, oggi Basilica, sorta per volontà del Santo alla confluenza del Liri con il Fibreno. Questo quanto riporta nel suo lavoro La chiesa di San Silvestro in Sora (1979) mons. Gaetano Squilla, il quale si rifaceva a quanto citato dal Baronio nel tomo XI degli Annali (1608). Questo uno stralcio della traduzione di mons. Squilla: «Inoltre lo stesso uomo (San Domenico), insigne per pietà, l’anno precedente aveva fondato un altro monastero per comodità dei cittadini, vicinissimo alla città, alle radici della montagna sotto la quale si estende la città (di Sora)». San Domenico, forse preoccupato dalla lontananza dal centro cittadino del monastero che sarebbe sorto sulle rive del Fibreno l’anno seguente, e lo aveva fondato sul colle di Canceglie perché egli e i suoi monaci potessero assicurare un’assistenza maggiore ai fedeli che vivevano ai piedi del Monte San Casto. Il monastero fu intitolato a San Silvestro per la devozione che San Domenico aveva verso il Santo fin dai tempi dell’adolescenza, quando entrò da studente e novizio presso il monastero di San Silvestro che sorgeva fuori le mura di Foligno, retto da religiosi dell’Ordine di San Benedetto. Ancora oggi la comunità parrocchiale si riunisce con gioia per celebrare solennemente il Santo fondatore, grata per il lascito spirituale ancor prima di quello materiale dell’edificio sacro.
– Carla Cristini