Così titolava il 23 giugno 2015, parafrasando il celebre detto popolare, un articolo di Costanza Miriano a proposito della manifestazione di San Giovanni in Laterano. Articolo in cui la stessa rispondeva ad un ipotetico Avvocato dell’Accidia che voleva dimostrare, innanzitutto a se stesso, come la manifestazione pro famiglia di Roma, nonostante il suo successo rischiasse di ricadere nella fattispecie di Ecclesiaste 2,11: “Ho visto tutte le opere che si fanno sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento”.
Anche noi pubblichiamo solo oggi, dopo qualche settimana dall’evento, le foto dell’incontro di Piazza San Giovanni dello scorso 20 giugno 2015 cui abbiamo partecipato.
Il motivo del ritardo non è certo l’accidia. Anzi, il contrario; abbiamo dovuto riflettere e stare a vedere meravigliati tutto ciò che è accaduto in questi giorni.
Nessuno si aspettava il grande successo della manifestazione e l’impatto della stessa sulla società civile, ma anche (dobbiamo dirlo) sul dibattito all’interno della stessa Chiesa intorno a certe questioni. Al punto che alcuni disegni di legge in corso di approvazione da parte del Parlamento che interessano i temi trattati (DDL Cirinnà sull’equiparazione alla famiglia tradizionale delle coppie omosessuali e eterosessuali che convivono di fatto e il ddl Scalfarotto che prevedeva l’introduzione del c.d. reato di omofobia come reato di opinione) sono stati rimessi in discussione. Purtroppo, con un proditorio escamotage basato sulla fiducia posta dal Governo all’interno della contestatissima riforma sulla scuola è, invece, passato l’inserimento dell’insegnamento della parità di “genere” (la c.d. Teoria del Gender).
La manifestazione indetta con l’intento di “difendere i nostri figli” proprio dall’ideologia del Gender (cui presto avremo a che fare nelle nostre scuole e a cui il Vescovo ha già dedicato un convegno appena giunto nella nostra diocesi con l’Avv Cerrelli), ha affrontato altri temi come ad esempio il diritto di ogni bimbo ad avere una mamma ed un papà, la contrarietà all’introduzione del c.d. utero in affitto che commercializza il corpo della donna stessa e il materiale genetico a ciò necessario (ovuli e sperma), l’insostituibilità della famiglia tradizionale per la crescita dei figli e come formazione sociale di base dello Stato, la bellezza del matrimonio tra un uomo ed una donna ecc..
Essa, perciò, non poteva non ricevere, insieme a tanti apprezzamenti, anche dure e, per molti versi, ingiustificate, critiche; purtroppo (e questo dobbiamo dirlo perché tutti quelli che erano in piazza non se lo aspettavano) anche da parte di qualche Pastore e media cattolico che inizialmente non ha dato spazio alla manifestazione. Abbiamo voluto, quindi, aspettare qualche giorno per riflettere bene sul significato di quella manifestazione e capire cosa il Signore volesse dirci con questi fatti.
Non perché avessimo qualche dubbio sulla bontà della stessa; d’altra parte il nostro Vescovo da parte Sua ci aveva esortato a partecipare in massa. Anche il Papa aveva detto a Kiko e agli altri rappresentati delle relatà presenti: “andate e riempite la Piazza”.
E nel nostro piccolo siamo andati con i fratelli delle Comunità del Cammino Neocatecumenale di San Domenico e Roccasecca e con alcuni fratelli del Movimento per la Vita di Cassino: un’ottantina di persone in tutto.
Qualcuno ha detto che i pericoli rappresentati negli interventi fatti in quella piazza non sono reali o sono esagerati: io non credo, anzi, sono già presenti e diffusi nella nostra società, nella scuola e nelle legislazioni di tutta Europa.
Ma discutere di ciò in questa sede non è possibile e conta poco; chi vuole può documentarsi su internet e su Facebook sui vari temi (c’è anche una pagina dedicata alla manifestazione, si può vedere il sito de La Croce Quotidiano ecc.).
Quello che conta – lo ha detto il card. Rylko, presidente del pontificio consiglio per i laici, in occasione della S. Messa di chiusura della convivenza nazionale DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE a Porto San Giorgio, il 28 Giugno 2015 (di cui linkiamo il testo integrale) è che:
… il popolo si sia svegliato e abbia fatto sentire la sua voce! Il nostro mondo cerca in ogni modo di rinchiudere la fede nell’ambito esclusivamente privato. Da qui l’importanza che migliaia di persone che credono fermamente nel valore del matrimonio e della famiglia siano uscite in piazza… Il seme è stato gettato! Questo è ciò che conta; questo è prezioso! E penso che dopo il 20 giugno scorso tutti siamo un po’ diversi!
Questo bellissimo popolo riunito davanti alla cattedrale del Papa ci ha ridato la speranza: il matrimonio e la famiglia non sono affatto morti! C’è ancora gente che ci crede e ha il coraggio di dirlo a voce alta!
Sono convinto che questo popolo abbia risvegliato tante coscienze anestetizzate dalla post-modernità e rassegnate all’idea che ormai non è più possibile far niente! Questo è il grande dono che il popolo del 20 giugno ci ha regalato…
E noi possiamo testimoniare che questo è vero e che tutti quelli che eravamo in quella piazza il 20 giugno abbiamo realmente percepito che stava accadendo qualcosa di nuovo e che al di là di tutto e dei contenuti pure importanti c’è un popolo pronto a raccogliere l’eredità di San Giovanni Paolo II:
“CI ALZEREMO IN PIEDI ogni volta che la vita umana è minacciata.
Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, noi CI ALZEREMO IN PIEDI per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita.
Quando si parla di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere che ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto ad una famiglia unita nell’amore.
Quando l’istituzione del matrimonio è abbandonata all’egoismo umano e ridotta ad un accordo temporaneo e condizionale che si può rescindere facilmente, noi CI ALZEREMO IN PIEDI affermando l’indissolubilità del vincolo matrimoniale.
Quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi CI ALZEREMO IN PIEDI riaffermando che la famiglia è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, nazione e stato. Quando poi la libertà viene usata per dominare i deboli, per sperperare le ricchezze naturali e l’energia, e per negare agli uomini le necessità essenziali, noi CI ALZEREMO IN PIEDI per riaffermare i principi della giustizia e dell’amore sociale.
Quando i malati, gli anziani o i moribondi sono abbandonati, noi CI ALZEREMO IN PIEDI proclamando che essi sono degni di amore, di sollecitudine e di rispetto.”
San Giovanni Paolo Ii, omelia a Washington, 7 ottobre 1979
ANCHE NOI LO FAREMO E, NE SIAMO SICURI, CON IL SOSTEGNO DEI NOSTRI PASTORI
Se poi la nostra testimonanza avrà successo o avrà un effetto questo non sta a noi dirlo: sta invece, a noi dare la nostra testimonianza corale e confessare con umiltà:
“Siamo servi inutili. Abbiamo fatto solo ciò, che dovevamo fare…” (cfr Lc 17,10).
Certo è che, come dice, Papa Francesco tra:
la Parola “Dio” e la parola “uomo”… Esiste infatti uno stretto legame tra il kerygma e l’impegno a favore dell’uomo, come ci insegna Papa Francesco, che nell’Evangelii gaudium scrive: “Una fede autentica – che non è mai comoda e individualistica – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra” (n. 183).
Come cristiani siamo chiamati a essere il sale della terra e la luce del mondo… Ed è una vocazione estremamente esigente, che ci fa diventare nel mondo “segno di contraddizione”, come lo fu il nostro Maestro… Ecco la nostra grande sfida: difendere la nostra identità in quanto discepoli di Cristo, cioè in quanto cristiani. Occorre più che mai essere se stessi, costi quel che costi, senza tradire né diluire la propria identità e la propria vocazione! E le tentazioni in agguato sono molte!
Papa Francesco ci offre una vasta tipologia di pseudo-cristiani dei nostri tempi: cristiani di parole, cristiani a pezzi – part time, cristiani ma non troppo, cristiani addormentati, cristiani da salotto, cristiani di pasticceria… In altri termini, sono quel sale che ha perso il sapore o una torcia spenta che non dà più la luce…
Pertanto, voglio lanciare già un appello a tutta la diocesi, ai sacerdoti e alle realtà ecclesiali per essere tutti presenti insieme a Papa Francesco il 03-10-2015 per pregare in vista del Sinodo della Famiglia.
E stare all’erta su tutte le tematiche oggetto della manifestazione del 20-6-2015: in particolare, l’ideologia del gender che potremmo ritrovarci già a settembre tra i banchi delle scuole dei nostri figli.
E soprattutto, per prendere occasione da ciò, e dare il Sale che è Cristo a questa nostra società che non ha più sapore.
La Pace a tutti.
– Bruno Forte (Resp. I comunità N.C. San Domenico di Sora)