Messa solenne di S. Restituta – Patrona di Sora
Il popolo dei fedeli sorani ha affollato la chiesa di Santa Restituta per dare il proprio saluto alla giovane Martire, che con il suo esempio e la sua presenza è stata da secoli testimone dell’annuncio cristiano per la città di Sora e dovrà continuare ad esserlo per una nuova e necessaria stagione di evangelizzazione, affinché i sorani sappiano valorizzare il suo sangue e il suo sacrificio insieme a quello di tanti altri primi martiri cristiani.
La celebrazione, svoltasi Venerdì 27 maggio alle ore 11 nella chiesa intitolata alla santa al centro della città, è stata presieduta da S.E.Mons. Gerardo Antonazzo, ha visto la partecipazione di tutto il clero sorano insieme ai due vicari diocesani Mons. Antonio Lecce e Mons. Fortunato Tamburrini, ed è stata animata dalla Corale della Cattedrale S.Maria Assunta diretta dal M°Giacomo Cellucci ed accompagnata, all’organo da Marianna Polsinelli, alla tromba da Cesare Palmigiani, insieme alle voci soliste di Anna Laura Tamburro, Giulia D’Ovidio e Andrea Conti.
Il vescovo, durante l’omelia, ha riportato alla memoria il significato della famosa consegna della rosa rossa, che come tradizione è donata ai fedeli presenti alla celebrazione. Essa è simbolo del miracolo, avvenuto nel 1683 sotto il Vescovo Girolamo Giovannelli: dopo l’infruttuosa ricerca del corpo della Martire sotto l’altare maggiore dell’antica chiesa, durante la notte che avrebbe preceduto la fine dei lavori, una rosa rossa spuntò dalla tomba ancora interrata della Santa. Le radici della rosa entravano in un sarcofago di pietra con una croce sopra scolpita.
Questo segno così importante e antico, deve essere anche il simbolo del nostro essere profumo di Cristo, come narra S.Paolo, per “inondare” la cultura neo-pagana che in Europa vuole sradicare le proprie radici cristiane non solo dalle coscienze individuali ma anche dalla vita sociale e civile.
S.E. Mons. Gerardo Antonazzo ha concluso ricordando a tutti di essere “fragranza”di Gesù con l’esempio di S.Restituta affinché si abbiano non solo nuovi cristiani “…ma anche e soprattutto cristiani nuovi”.
E’ stato questo il senso di tutta la festa che ha voluto esaltare sin dai Vespri e dalla Processione del 26 maggio la figura della Santa che è stata legata al quel segno della rosa, ricordato fortemente nell’ omelia del Vescovo Antonazzo durante le cerimonie della sera del 26 maggio
Marianna Polsinelli