«Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso»
Una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi
Giovani speranza della Chiesa
Da Taranto un impegno che continua: coniugare ambiente, lavoro, sviluppo
Con la Messa del card. Bassetti, presidente della Cei, celebrata a Taranto domenica 24 ottobre, si è chiusa la 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani, che ha visto la partecipazione di circa 1000 persone, delegati di 220 diocesi italiane, con elevata percentuale di giovani, un grande evento vissuto in piena sicurezza, il primo dopo la pandemia.
L’evento, giunto alla 49ª edizione, si è tenuto a Taranto dal 21 al 24 ottobre, scelta proprio come città simbolo a causa dei gravi problemi dovuti all’Ilva (la prima si svolse nel 1907 a Pistoia ideata e guidata dall’economista Toniolo), è stato un grande momento scandito da riflessioni, dialoghi, proposte tra vescovi, religiosi, laici, rappresentanti di istituzioni, politica e cultura, sul tema “Il pianeta che speriamo”. Anche la nostra diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo ha partecipato con 2 delegati: l’animatrice di comunità del Progetto Policoro Aurora Capuano e don Giuseppe Rizzo. Dispiacere immenso per il direttore della Pastorale sociale e del lavoro avv. Francesco Rabotti e per Annamaria Di Legge, che per problemi sopravvenuti non hanno potuto partecipare.
Taranto è la tappa intermedia di un percorso iniziato mesi fa con incontri su tutti i territori e audizioni con i rappresentanti delle istituzioni, con le agorà digitali nelle quali gruppi giovanili del paese hanno riflettuto su riforme politiche, cambiamento di stili di vita e innovazione sociale della società civile, e i singoli eventi organizzati anche nella nostra diocesi come i webinar sulla Laudato si’, varie rubriche sul tema e la Giornata del Creato.
L’evento di Taranto non è stato “un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi”, ha ricordato il card. Bassetti nella sua omelia, evidenziando quanto sia decisivo “l’apporto dei cattolici per affrontare le crisi” e in particolare il contributo dei giovani soprattutto del Progetto Policoro che “possono aiutare il mondo a rimettere la fraternità al centro dell’economia”. Proprio a loro, i giovani, che nella città pugliese hanno lanciato e firmato il Manifesto dell’Alleanza ( v. Il-Manifesto-per-il-pianeta-che-vogliamo), il presidente della Cei ha chiesto di “sognare e costruire, con l’aiuto di Dio, una Chiesa gioiosa, perché umile e disinteressata; una Chiesa a contatto con gli uomini e le loro storie; una Chiesa che si rigenera nell’ottica della carità”
Da Taranto, infatti, deve ripartire un impegno fattivo per coniugare ambiente, lavoro, sviluppo, a cominciare dalle “buone pratiche” già esistenti sui territori o crearne nuove, con la volontà di camminare insieme, nella consapevolezza che “il cambiamento non avviene solo dall’alto”, come ha sottolineato monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore. “È fondamentale il concorso della nostra conversione negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità”.
L’obiettivo è il progresso verso il bene comune che passa attraverso la vittoria della sfida della transizione ecologica, la lotta contro povertà e diseguaglianze e la costruzione di una società ricca di opportunità che aumenti le possibilità generative di cittadini e imprese e con esse la soddisfazione di vita. Per raggiungere tale obiettivo è necessario costruire un’alleanza tra tutte le forze di buona volontà mettendo assieme buone pratiche imprenditoriali ed amministrative, reti della società civile ed enti di terzo settore ed imparando ad utilizzare sempre meglio la leva del consumo e del risparmio responsabile.
La logica dei partecipanti alle Settimane Sociali non è stata infatti quella di chiedere e aspettare il cambiamento solo dalle istituzioni e dai potenti; il cambiamento ha bisogno di quattro mani come più volte detto: meccanismi di mercato, cittadinanza attiva, imprese responsabili e istituzioni smart che sanno essere levatrici delle energie migliori della società civile. Verso questo orizzonte troviamo oggi molti segni di speranza come la riforma degli appalti (il voto col portafoglio delle istituzioni) dalla logica del massimo ribalto a quella dell’impatto sociale ed ambientale, la nascita delle comunità energetiche, i percorsi di co-programmazione e co-progettazione tra amministrazioni comunali ed enti di terzo settore e le nuove frontiere del voto col portafoglio rappresentate dai siti online di consumo responsabile e i prodotti costruiti dal basso dai consumatori .
Dopo questi giorni di incontro di intenso lavoro, di vera sinodalità, Taranto rimane una realtà pungente, che ci costringe ad essere sentinelle, che immette dentro di noi inquietudine ma anche fervore, perché veniamo sospinti verso la scelta fra salute e lavoro e di fronte a ciò non possiamo restare indifferenti. Abbiamo ascoltato in questa Settimana ministri del Governo italiano ed europeo, sindacalisti, tecnici, economisti, ambientalisti; siamo ancora più convinti che non è prevedibile un profondo cambiamento di rotta immediato per una vera transizione ecologica e che non metta più il profitto e l’acciaio innanzi alla salute perché come abbiamo ascoltato: «tutto l’acciaio del mondo non vale quanto la vita di un solo bambino». Situazioni come quella tarantina sono presenti in varia forma, anche se con proporzioni e situazioni differenti, in tutto il Paese e nel Pianeta e pertanto toccano tutti, a partire dalla Campania per risalire nel basso Lazio per le vicende a tutti note e via dicendo.
Oltre ai momenti conferenziali i delegati hanno vissuto momenti molto intensi visitando diverse Buone pratiche e realtà del territorio e partecipando a vari gruppi di studio su varie tematiche come sostenibilità e cittadinanza attiva; educare al bene comune; ecologia integrale dove hanno apportato i loro pareri, posizioni ed esperienze.
Nei mesi di preparazione alle giornate di Taranto si è maturato progressivamente, attraverso incontri nelle diocesi e sui territori e audizioni con le istituzioni, la convinzione che è importante sostenere alcune proposte di riforma per l’ecologia integrale. Si è arrivati alla convinzione che il cambiamento non avviene solo dall’alto ed è fondamentale il concorso della nostra “conversione” negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità. Dobbiamo innanzitutto essere noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.
Al termine delle giornate si è inteso indicare quattro piste di conversione e di generatività futura per le nostre parrocchie (proposte diverse per il governo, per le istituzioni europee e le comunità ecclesiali). Quattro le piste per il futuro seguendo il metodo della “sinodalità” indicato dal Papa: costruire comunità energetiche; diventare una società carbon free e votare col portafoglio per premiare le aziende capaci di intrecciare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale; promuovere e utilizzare prodotti caporalato free; creare alleanze intergenerazionali e con la società civile.
- Costruzione di comunità energetiche. Come è ben noto della transizione ecologica nel nostro paese è rappresentato dalla quota limitata di produzione di energia da fonti rinnovabili. Le comunità energetiche attraverso le quali gruppi di cittadini o di imprese diventano prosumer (produttori di energia che in primo luogo autoconsumano azzerando i costi in bolletta e vendendo poi in rete le eccedenze) sono una grande opportunità dal basso per superare questo collo di bottiglia. E, allo stesso tempo, rappresentano un’opportunità di rafforzamento dei legami comunitari che si cementano sempre condividendo scelte concrete in direzione del bene comune. Nell’ottica di una transizione giusta e socialmente sostenibile le comunità energetiche diventano anche uno strumento di creazione di reddito che può sostenere fedeli, parrocchie, case famiglia, comunità famiglia e comunità locali come già dimostrato da alcune buone pratiche realizzate o in via di realizzazione nei territori. Si vuole che tutte le comunità dei fedeli in tutte le parrocchie italiane avviino un progetto e diventino comunità energetiche.
- Finanza responsabile. Nella Laudato si’ Papa Francesco parla di uscire progressivamente dalle fonti fossili. Le nostre diocesi e parrocchie devono essere “carbon free” nelle loro scelte di gestione del risparmio utilizzando il loro voto col portafoglio per premiare le aziende leader nella capacità di coniugare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale coerentemente con le numerose prese di posizione nella Dottrina sociale che evidenziano il ruolo fondamentale del consumo e del risparmio sostenibile come strumento efficace di partecipazione di tutti alla costruzione del bene comune.
- Consumo responsabile. È cultura purtroppo diffusa nel paese lamentarsi di una piaga disperando che mai possa arrivare dall’alto una soluzione, eppure confidando solo in quella senza rendersi conto che il cambiamento possiamo realizzarlo noi stessi dal basso. Così è per il tema dello sfruttamento del lavoro e del caporalato ogni qualvolta un drammatico fatto di cronaca ci racconta di un bracciante morto nei campi. Eppure oggi esistono molti lodevoli imprenditori sociali che hanno costruito filiere caporalato free ed offrono prodotti agricoli liberi da sfruttamento e con elevati standard sociali ed ambientali e prezzi non dissimili da quelli dei prodotti corrispondenti. Oltre a chiedere che le amministrazioni locali ne tengano conto negli appalti e non mettano mai più nelle mense scolastiche dei nostri figli prodotti che non siano caporalato free vogliamo essere per primi noi comunità ecclesiali a prendere l’iniziativa ed essere caporalato free.
- L’alleanza proposta nel Manifesto dei giovani. L’orizzonte d’impegno più ampio verso il quale intendiamo camminare nei prossimi anni è l’alleanza intergenerazionale e tra forze diverse di buona volontà nel nostro paese. Imparando sempre meglio ad unire le nostre forze nel prossimo futuro possiamo veramente diventare un popolo in cammino in grado di aiutare il nostro paese nella delicata transizione ecologica, sociale e spirituale verso il bene comune.
Tornati da Taranto
Si è trattato proprio di un cammino di sinodalità: la Chiesa ha bisogno di rinnovarsi dando ascolto a tutti dal più piccolo è il più grande. Tornati da Taranto deve essere dovere dei tutti impegnarsi perché le giuste istanze, le proposte, il manifesto dei giovani, trovino piena accoglienza e realizzazione: non abbiamo più tempo! Abbiamo visto che possiamo realizzare il mondo diverso.
Ogni delegato innanzitutto si impegnerà a condividere e a promuovere nelle comunità di appartenenza i contenuti dell’esperienza di Taranto, in particolare i 7 punti del manifesto sull’alleanza; chiedendo che le parrocchie e le diocesi prendano l’impegno di promuovere la nascita di cooperative di comunità, cooperative di consumo, comunità energetiche e gruppi di acquisto solidale (GAS). Studiare, capire e valorizzare la vocazione del proprio territorio. Valorizzare le aree interne anche attraverso la pastorale rurale.
Essere audaci nel rivedere l’impostazione della formazione verso i giovani, non aver paura di proporre nelle catechesi l’amore e la cura della Casa Comune, l’iniziazione cristiana sia anche iniziazione al saper abitare il mondo in cui buon Dio ci fa vivere.
Adoperarsi per la valorizzazione del ruolo della donna nella Chiesa ed in politica sostenendo misure per il tempo di cura della famiglia.
Favorire e partecipare ai gruppi di cittadinanza attiva che nascono dai problemi del territorio
Ce la possiamo fare tutti insieme. Ci vuole solo coraggio! Lo stile di questa Settimana sociale ha dimostrato che il Pianeta che speriamo è già cominciato!
Soprattutto è emerso un forte invito ai giovani di coltivare la speranza così come la fede e di specchiarsi negli occhi di Gesù: è Gesù il buon samaritano. Bisogna affidare anche a loro la possibilità di cambiare modo di fare impresa, custodire l’ambiente, preservare le tradizioni dei territori come elencato nei punti del Manifesto per l’alleanza proposta dai giovani. La loro presenza ai lavori è una novità rispetto alle edizioni precedenti. Il manifesto, intitolato “L’alleanza è un cammino”, è inteso come un lavoro in divenire da realizzare insieme. Ai giovani è andato il pensiero del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei: “Ha prevalso l’elemento giovani… anticipare futuro ad ora“.
La 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a Taranto sia oltre che una bella pagina della Chiesa italiana da poter raccontare, un punto fermo di svolta e di un futuro migliore che già da oggi ci appartiene.
Il Pensiero dei delegati diocesani
Tornati dalla settimana sociale sta ora a noi e alla comunità trasformare le parole, le riflessioni, tutto quello che abbiamo visto e udito in un cantiere permanente. Abbiamo ascoltato e meditato, ci siamo lasciati ferire, in primis dalla situazione di Taranto che abbiamo inteso come emblematica di un laboratorio illuminato dalla Laudato si’. Ora dobbiamo dare un contributo concreto, essere noi stessi una risposta, affinché il nostro lavoro si traduca in cura paziente e amorosa per la nostra terra. “Non abbiamo più tempo” come ha esclamato Mons. Santoro: “gli adulti, le istituzioni e chi di dovere, deve impegnarsi affinché le giuste istanze, le proposte, il manifesto dei giovani, trovino piena accoglienza e realizzazione. Abbiamo visto che si può realizzare un mondo diverso che abbiamo troppo a lungo solo immaginato mentre si prendevano scelte di politica economica e sociale che hanno creato distanze e differenze profondissime tra gli uomini e oltraggiato la Terra. Fidatevi dei giovani, delle loro competenze e della loro inventiva, investite sulle loro potenzialità, prevalga la logica del bene comune e del Noi non dell’Io dei potenti“.
“Il tempo è superiore allo spazio” ricorda papa Francesco… avviare processi piuttosto che occupare spazi è la logica di Taranto nella certezza che una parte importante di questa semina produrrà frutti importanti.
Nei prossimi giorni sarà allegato un documento di sintesi sulla settimana sociale e i vari interventi
Aurora Capuano
Animatrice di comunità Progetto Policoro e delegata Settimana Sociale
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La Settimana Sociale dei cattolici italiani che quest’anno si è svolta a Taranto è stata un’occasione propizia per approfondire meglio la situazione del clima nel mondo che, a causa dell’inquinamento atmosferico ha subito molti danni, alcuni permanenti. Per me è stata un’occasione per smuovere le coscienze ascoltando persone preparate e che, con la loro competenza possono guidarci verso un nuovo modo di trattare il mondo. Ma spetta anche a noi rispettare il mondo con i piccoli gesti di ogni giorno e non aspettare che siano sempre gli altri a dirci cosa fare.
Don Giuseppe Rizzo