“Quanto possono influire i social, e in generale il mondo del web, nelle nostre vite?
Quanto possono condizionare le relazioni che instauriamo con gli altri?”
Queste alcune delle riflessioni che sono emerse nell’incontro del settore giovani della diocesi sul tema dei social, tenutosi lo scorso 25 febbraio presso la Chiesa Madre di Cassino. Non a caso, il titolo che è stato scelto per l’incontro è “Social Mente Utile”: al giorno d’oggi, in un’epoca in cui gran parte della nostra realtà è “digitalizzata”, la (quasi) totalità dei giovani si può definire “social”; ma, come spiegato da don Giovanni De Ciantis, vicerettore del Seminario Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, durante l’incontro, spesso utilizziamo questa parola senza conoscerne il vero significato. La parola “social” viene dall’inglese e può essere tradotta in italiano come “sociale”: nell’accezione comune, sociale potrebbe essere colui che sta in contatto con gli altri; ma sociale è anche una persona operativa, creativa, sensibile.
Il problema, però, sorge nel momento in cui l’interesse verso i social si trasforma in una vera e propria dipendenza: quando i social network prendono il sopravvento sui nostri contatti “reali”, facendoci dimenticare la bellezza di creare una relazione “vera” con l’altro.
Un altro pericolo a cui ci si espone nel mondo dei social è quello del cyberbullismo: quante volte ne sentiamo parlare in televisione o sui giornali, eppure spesso tendiamo a sottovalutare la gravità di questo fenomeno, magari perché non ci sentiamo personalmente coinvolti e lo vediamo come un mondo lontano dalla nostra realtà. Proprio a questo proposito, è stata molto suggestiva la testimonianza di Fabio Evangelista, consigliere diocesano del settore giovani, che nel suo mestiere ha già incontrato diversi casi di cuyberbullismo: in particolare quello di una ragazza che ha visto la sua vita cambiare drasticamente da un giorno all’altro, dopo essersi riconosciuta in alcuni video e foto sessualmente provocatori pubblicati su un sito pornografico. Possiamo solo immaginare il dolore e l’umiliazione che questa ragazza ha dovuto provare, l’incubo che ha dovuto vivere per essersi fidata, forse inconsciamente, del suo ex fidanzato.
Un’altra forma di cyberbullismo è quella che si nasconde dietro gli insulti che un giovane può ricevere sui social; i commenti offensivi letti sullo schermo del proprio smartphone possono ferire molto e addirittura in alcuni casi posso portare a gesti estremi quali il suicidio, come purtroppo dimostrano diversi episodi passati.
Nel mondo dei social svolge un ruolo molto importante il consenso: è davvero fondamentale pubblicare foto o informazioni private di altri solo dopo aver ricevuto la loro approvazione. In caso contrario, si rischia di andare incontro a veri e propri reati penali, e le conseguenze non sono sicuramente tra le più felici, come spiegato da Luca Petitti, educatore giovanissimi della parrocchia S. Antonio di Padova e S. Restituta V. e M. in Sora. È importante, dunque, che ognuno abbia tutela dei propri dati personali, quali indirizzo e numero di telefono, per esempio.
L’incontro si è concluso con l’importante invito che Don Ercole Di Zazzo, assistente diocesano del settore giovani, ha lanciato a tutti i ragazzi: quello di instaurare relazioni vere e autentiche, di valorizzare il contatto visivo “reale” con gli altri e di non perdersi dietro gli schermi degli smartphone.
Martina Francescone