Dopo un intenso triduo di preparazione, la comunità parrocchiale di S. Angelo in Theodice festeggia la sua Madre nella seconda domenica di maggio
Nel giorno della festa della Mamma, si onora la memoria o l’affetto per la propria madre e prima fra tutte la Mamma del nostro Signore Gesù Cristo, la Vergine Maria, che a S. Angelo in Theodice si venera sotto lo speciale titolo di Madonna della Pietà, in particolare quest’anno che ricorre il 300° anniversario del primo segno miracoloso. Si ricorda infatti che la Madonna fece la grazia proprio ad una mamma che chiedeva la guarigione della propria figlia di 8 anni, Maria Antonietta, e la ottenne nell’ottava di Pasqua nel 1717. In questo giorno, durante la Messa solenne, il Parroco di S. Giovanni Battista in S. Angelo in Theodice, Don Nello Crescenzi, ha invitato tutte le mamme a chiedere una grazia per i propri figli. Se è una grazia secondo il cuore di Dio, la Madonna intercedendo presso di Lui la otterrà.
Veniamo dai festeggiamenti – ha continuato Don Nello nell’omelia – ieri del 100° anniversario dell’apparizione della Madonna di Fatima a tre pastorelli, e proprio ieri il Santo Padre ha canonizzato San Francesco e Santa Giacinta da Fatima, i santi più piccoli di età, non martiri, che sono morti intorno all’età di dieci/undici anni, mentre Lucia, l’altra pastorella, è morta quasi centenaria nel 2005; stessa apparizione, diverse vite. Questo ci dice che agli occhi del Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno, siamo noi che facciamo fatica a capirlo. La seconda lettura di oggi, ci parla delle “pietre vive” e ci ricorda che, non tanto delle pietre morte cioè fatte di gesso o di mattoni ci dobbiamo preoccupare, ma delle “pietre vive” cioè dei cristiani, di noi, della comunità. Ci domanda Don Nello: “E come si fa a preoccuparci delle pietre vive”? Innanzitutto chiediamoci perché facciamo le cose: “Ma io questo che sto facendo per la mia comunità, per la mia famiglia, sul mio lavoro, per la festa, per la chiesa, per me stesso… perché lo sto facendo? Sembrerebbe una domanda scontata, ma non lo è – dice Don Nello- perché noi a volte non riflettiamo su ciò che facciamo, lo facciamo e basta e invece ci dovremmo chiedere: “Ma per che, o meglio, per chi lo sto facendo?” Se lo facciamo per noi stessi non serve a nulla. Il Vangelo ci ricorda “quando fate un’azione fatela con amore ed umiltà”. Se amore ed umiltà non ci sono, quell’azione non è gradita davanti a Dio. Questa frase del Vangelo ci bacchetta tutti, nessuno escluso. Lo dobbiamo capire tutti, compreso il prete che fa la predica. Se qualcuno pensa che le prediche sono riferite agli altri c’è qualcosa che non va. Ogni cosa che diciamo dall’altare, durante la Messa, ce lo dice il Vangelo, il prete media il Vangelo, spiega la Parola e vale per tutti, prete compreso perché anche il prete, essendo un uomo, sbaglia e tutti sbagliamo, non c’è nessuno che è perfetto. Solo Dio è perfetto.
Quindi quando leggiamo nella seconda lettura “pietre vive” interconnesse tra di loro di modo che ciascuno per la sua parte regga la Chiesa, ricordiamoci che siamo messi in discussione tutti, nessuno escluso. La Parola di Dio deve essere scomoda per tutti, perché ciascuno di noi davanti a Dio esamini se stesso vedendo ciò che va e ciò che non va. Il famoso esame di coscienza che alla sera viene raccomandato non serve per capire quanto siamo stati bravi o quanto non valiamo niente; i due estremi vanno scartati, bisogna mantenersi in un giusto mezzo cioè valutare con oggettività ciò che nella nostra vita va e ciò che nella nostra vita non va. Questo si può fare solo chiedendoci perché facciamo determinate cose.
Al termine della Eucaristia, celebrata in una chiesa piena di fedeli e alla presenza del Sindaco di Cassino e di autorità, è iniziata la prima processione, che ha visto l’amata statua della Madonna della Pietà andare verso il suo santuario. Anche lì celebrazione eucaristica e nuova processione di ritorno in parrocchia che quest’anno, eccezionalmente in occasione del 300° anniversario del primo segno miracoloso, ha ripercorso l’antico tragitto nel bosco.
Particolarmente suggestivo, verso sera, il momento dell’incontro delle due processioni sul fiume, quando le statue dei santi della chiesa parrocchiale sono uscite incontro ed hanno aspettato l’arrivo della statua della Madonna della Pietà, poi la processione è passata lungo le vie del paese in festa e, al ritorno in chiesa, grandi e bellissimi fuochi pirotecnici. Infine, in chiesa, benedizione finale.
Non è mancato il commovente omaggio floreale davanti al Monumento ai Caduti santangelesi nelle guerre del 1918 e 1944 e in ricordo di tutti i defunti della comunità.
Loredana Fargnoli