Sostegno alla Genitorialità

Chiusura Secondo Ciclo di Incontri – Centro di Solidarietà L’Alberone

Si è conclusa la seconda serie di incontri sul “Sostegno alla Genitorialità” svoltasi presso il Centro di Solidarietà L’Alberone. L’incontro di chiusura è stato presieduto da Don Felice Calò, parroco dell’Abazia di San Domenico, dall’Ing. Antonio Accettola presidente dell’associazione e da Don Giovanni De Ciantis che nel suo intervento si è occupato della riflessione psicologica sul concetto di religiosità. Infatti, a partire dai primi anni del ‘900, vari autori hanno analizzato la natura e l’origine del sentimento religioso.

Riguardo al sentimento religioso si è visto che il contenuto delle rappresentazioni di Dio, cioè l’immagine di Dio, varia in base alla fase di “sviluppo cognitivo”. Con questa espressione ci si riferisce allo sviluppo delle capacità intellettive e al loro utilizzo per far fronte a quelle che sono le esigenze della realtà.

In psicologia il concetto di “sviluppo” ritorna anche in altri ambiti: sviluppo della personalità, sviluppo affettivo, sviluppo sociale, sviluppo del linguaggio, etc. Anche per la moralità e la religiosità sono stati individuati stadi qualitativamente diversi nel passaggio dall’infanzia all’età adulta.

Come ricordato da Don Giovanni De Ciantis, uno dei primi psicologi ad occuparsi dello sviluppo della morale fu Jean Piaget, che ha studiato il modo in cui i bambini giocano, per capire il loro concetto di bene e di male. Basandosi sull’osservazione delle regole dei giochi e su interviste riguardanti azioni come rubare o mentire, Piaget scoprì che anche la moralità può considerarsi un processo evolutivo.

I bambini cominciano con lo sviluppo di una morale basata sulla stretta aderenza alle regole, ai doveri e all’obbedienza dell’autorità; quindi è considerato giusto ciò che corrisponde alle prescrizioni dell’autorità. Inoltre viene data più importanza alla conseguenza dell’azione (responsabilità oggettiva) che all’intenzionalità (responsabilità soggettiva).

Successivamente, invece, le regole sono viste come il risultato di una libera decisione, degne di rispetto nella misura in cui sono state accettate per un mutuo consenso. Si inizia quindi a sviluppare una morale autonoma, e la validità dei principi morali è svincolata dall’autorità che li promuove.

Fowler, riprendendo Piaget, ma anche autori come Kohlberg ed Erikson, integra le teorie dello sviluppo psicosociale con l’esperienza religiosa. Secondo quest’autore l’accrescimento delle facoltà psichiche permette sia di espletare i compiti evolutivi tipici di ogni età, sia di accedere a stadi superiori dell’esperienza stessa della fede, intesa come apertura al Trascendente insita in ognuno di noi. Lo sviluppo del senso religioso è il frutto dell’iterazione di diversi fattori: intellettivo, socio-ambientale, emotivo e affettivo; e la religiosità ha specifiche peculiarità, che sono destinate a trasformarsi mano a mano che la persona cresce, per assumere poco a poco le caratteristiche dell’età adulta.

Il modo con cui un bambino conosce e comprende il mondo che lo circonda, compresa la figura di Dio, rispecchia le caratteristiche dello stadio di sviluppo in cui si trova. Pertanto gli educatori sono chiamati a ricercare una sintonia cognitiva, e quindi a porsi allo stesso livello cognitivo del bambino. Egli, infatti, è soggetto attivo del suo sviluppo ma, affinché questo avvenga, ha bisogno di stimoli esterni adeguati da parte dell’adulto.

Come dai riscontri dei vari partecipanti, gli incontri hanno riscosso un notevole successo. Tutti i membri dell’Associazione sono stati molto contenti per aver contribuito con questo ciclo a dare spunti e riflessioni, da professionisti qualificati, per poter contribuire a dare un aiuto alla cellula fondamentale della nostra società: La Famiglia.

Vincenzina Porretta

 

Foto Piercarlo Gugliotta

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