Tornati dalla Terra Santa i 50 pellegrini della Parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino, forti di un’esperienza profonda e incancellabile
Sì, i pellegrini della parrocchia di S. Antonio di Padova, dopo sei giorni, dal 28 febbraio al 5 marzo, sono tornati dalla Terra Santa, ma dopo una così forte esperienza culturale e ancor più spirituale, non sono ancora del tutto… atterrati nella realtà abituale. Sono a Cassino ma la loro mente ed il loro cuore sono ancora lì, nei luoghi di Gesù che hanno avuto la gioia emozionante di visitare, di conoscere dal vivo, di meditare. In effetti sono stati giorni non tanto di turismo religioso quanto di Esercizi Spirituali, grazie anche all’Animatore spirituale, Lorenzo, che li ha accompagnati alla scoperta dei Luoghi Santi, e grazie al Parroco, Don Benedetto Minchella, che ogni giorno ha celebrato l’Eucaristia nei luoghi più significativi, da Betlemme fino a Gerusalemme, arricchendo e approfondendo con le sue meditazioni l’esperienza dei partecipanti.
E’ stato un ripercorrere l’itinerario terreno di Gesù, iniziando da Nazareth e dal Lago di Tiberiade, visitando numerose località dove fu attivo Gesù e facendo sosta, già il primo giorno dopo l’arrivo, a Tabgha, area legata all’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci (Mc 6,30) e del Primato di Pietro (Gv 21), al Colle delle Beatitudini.
Poi ancora, sono andati al Tabor, il luogo della Trasfigurazione, a Qasr el Yahud sul Giordano, per fare memoria del Battesimo di Gesù per mano di Giovanni Battista e rinnovare e rivivere il proprio Battesimo. Si sono recati a Betlemme presso la Grotta della Natività. A questo punto il loro cammino si è diretto, come di quello di Gesù, verso Gerusalemme, verso i luoghi della Passione. Il 4° giorno sono giunti a Gerusalemme al Monte degli Ulivi, dove hanno ricordato l’ingresso messianico di Gesù (Mc 11, 1), ammirato da una terrazza panoramica la splendida vista sulla città vecchia, visitato altri santuari del Monte degli Ulivi: la chiesa del Pater Noster, dove viene commemorato l’insegnamento del Padre Nostro, fatto da Gesù ai suoi discepoli e dove sono affissi nel cortile quadri in maiolica con la preghiera tradotta in più di 100 lingue diverse; e la piccola Chiesa di Dominus Flevit, con una cappella che ricorda l’episodio evangelico in cui Gesù pianse per il destino futuro di Gerusalemme.
Un’esperienza singolare che rimarrà impressa nella memoria è stata per i pellegrini l’essere entrati in una moschea il cui Imam, conoscendo e riconoscendo il futuro diacono Francesco Paolo, l’ha abbracciato e ha invitato il gruppo ad entrare. Con parole bellissime ha invitato i presenti a non vedere l’Islam come religione “di omicidio”, perché l’Isis non è l’Islam! Poi, accolto l’invito a pregare tutti insieme per invocare la Pace, hanno recitato il Padre Nostro. Ed è stato un momento davvero forte ed emozionante, che quasi le parole non riuscivano ad uscire dalla bocca.
Nel pomeriggio è stata la rilettura del racconto della passione e resurrezione di Gesù secondo l’evangelista Marco, a guidare il gruppo lungo i santuari del Monte Sion, dal Cenacolino francescano al Cenacolo, la sala dell’Ultima Cena di Gesù, e infine alla Chiesa di S. Pietro in Gallicantu, fino ad arrivare, attraverso la valle del Cedron, alla Basilica del Getzemani, luogo della notte di preghiera nell’orto (cf Mc 14, 32-42), alla Grotta dell’Arresto e alla chiesa dell’Assunzione di Maria, detta Tomba della Madonna.
Il 5° giorno è stato dedicato interamente a Gerusalemme. I pellegrini hanno percorso la Via Dolorosa, percorso devozionale per seguire le orme di Gesù, anche attraversando il quartiere arabo. Lo hanno fatto portando una grande, bella e pesante Croce, che tutti insieme hanno acquistato e che, arrivati al Calvario, hanno con devozione e commozione adagiato sulla lastra su cui fu deposto Gesù calato dalla Croce prima della sepoltura. Don Benedetto, dopo aver invocato la benedizione del Signore, ha unto la lastra ed il Crocifisso. Così, tornati a casa, quella Croce, che ha toccato il luogo della morte di Gesù, sarà presente in parrocchia nei Venerdì di Passione ed esposta alla pubblica venerazione come memoria viva di una forte esperienza spirituale per chi ha partecipato al pellegrinaggio e per chi non ha potuto sarà una Reliquia dei Luoghi Santi.
Altre visite, alla chiesa di S. Anna e alla Piscina Probatica, e soste lungo la Via Crucis di Gesù, alla chiesa della Flagellazione e al Museo Francescano; alla 7ª e alla 9ª stazione… Infine la Basilica del Santo Sepolcro, punto di arrivo imprescindibile per chi va in Terra Santa: raccoglimento, emozione, commozione, preghiera preghiera, preghiera…
Momento importante è stato anche l’incontro al Patriarcato Latino, accolti dal Vicario Mons. Giacinto Boulos Marcuzzo, e a quello Ortodosso. L’ultimo giorno, al mattino, prima della partenza per far ritorno in Italia, visita ad Emmaus per fare memoria della resurrezione di Gesù.
Per tutti i partecipanti al pellegrinaggio, è stata un’esperienza unica poter rivivere i momenti della Passione di Gesù proprio nei luoghi che ne furono teatro e proprio nei giorni che precedono la Pasqua, un’esperienza profonda, indimenticabile, capace di segnare la propria vita e di generare un forte senso di gratitudine. Un’esperienza capace di trasformare i pellegrini in testimoni.
Adriana Letta