Rappresentato nella Casa Circondariale di Cassino il testo ispirato alla famosa favola di Alice per la regia di Paola Iacobone
Può essere adatta a uomini adulti detenuti in carcere la favola di Alice nel paese della meraviglie? Potrebbe sembrare di no, eppure – inserito in un progetto e grazie ad un grande lavoro laboratoriale – bisogna riconoscere che davvero è stata una scelta indovinatissima. Si tratta, in effetti, di una iniziativa che giunge al secondo anno, nell’ambito del progetto teatrale Fiabe in carcere – Alice e Pinocchio Liberanti, progetto vincitore del Bando Officine di Teatro Sociale – Assessorato alla Cultura della Regione Lazio. L’Associazione MAST – Officina delle Arti ha presentato in questi giorni due importanti spettacoli: uno a Roma nella Casa Circondariale Femminile di Rebibbia il 6 giugno: PINOCCHIO tratto da Le Avventure di Pinocchio di Collodi, per la regia di Francesca Rotolo, l’altro a Cassino nella Casa Circondariale “S. Domenico” il 7 giugno “ALICE nel paese delle meraviglie?” adattamento teatrale dall’omonimo romanzo di L. Carrol, di Laura Jacobbi che al titolo ha aggiunto un significativo punto interrogativo, per la regia di Paola Iacobone, che da anni lavora con i detenuti di Cassino in laboratori teatrali con grandi risultati. L’anno scorso le due opere furono rappresentate, sempre nel mese di giugno, in modo inverso, Pinocchio a Cassino e Alice a Roma.
Circa quindici detenuti hanno rappresentato un mondo immaginario, “liberante” per la fantasia ed anche per la ragione, interpretando animali parlanti, il topo, lo Stregatto, il Leprotto marzolino, il ghiro…, ed i vari stravaganti personaggi del racconto, dal Bianconiglio alle carte da gioco alla regina che fa tagliare la testa a tutti, al Cappellaio matto. Il ruolo di Alice lo ha coperto un’attrice vera, la bravissima Elisabetta Magnani, gli altri i detenuti che, va detto, da settembre a marzo sono in parte cambiati a causa di trasferimenti e uscite per cui nel laboratorio teatrale c’è stato un certo avvicendamento. Ma la regista Iacobone ha tenuto duro e lo spettacolo è andato in scena.
A sedere in sala come spettatori, oltre ad agenti, studenti e detenuti, c’erano anche loro familiari, perché tra gli obiettivi del progetto ci sono: “alfabetizzare e avvicinare alla lettura la popolazione carceraria e favorire la creazione e lo sviluppo di momenti di condivisione tra detenuto-genitore e figli”.
I protagonisti della pièce, «portatori di numerosi significati educativi e pedagogici, sono diventati lo specchio attraverso cui padri-detenuti hanno potuto guardare sé stessi e raccontarsi attraverso le parole e le avventure di questi personaggi» racconta Paola Iacobone, conduttrice del laboratorio iniziato a settembre 2018 e regista dello spettacolo, nella presentazione che ne ha fatto. «La nostra Alice è frutto di un laboratorio sul tempo e sullo spazio, sui mondi che ci portiamo dentro in ogni luogo… per dare la possibilità a tutti di poter credere ancora che tutto è possibile, immaginare di saltare su una mattonella al centro della stanza e ritrovarsi nel cuore della terra. Spaventarsi per un’ombra disegnata sul muro e ridere quando cade la neve… Perché è così bello essere così adulti ed eternamente bambini, capaci di giocare, emozionarsi, sovvertire gli schemi, perché non c’è nessuno schema, solo lo stupore e la curiosità». E questo è “liberante”, participio presente del verbo liberare e quindi che ha la capacità di liberare la fantasia, di condurre in luoghi sognanti e immaginari e quindi anche di ragionare e farsi opinioni proprie, come Alice che, catapultata in un mondo fantastico e diverso da quello conosciuto pieno di regole, curiosa gli si avvicina per conoscerlo e impara a giudicare ciò che è accettabile e ciò che non lo è.
Anche stavolta, come per tutte le iniziative del genere, è stata fondamentale la disponibilità del direttore della Casa Circondariale Francesco Cocco e la collaborazione degli educatori Enzo Tozzi e Anna Guglielmi, della comandante Grazia Azzoli e di tutto il personale di polizia penitenziaria.
ALICE nel paese delle meraviglie? sarà in scena anche ad Alvito il 9 agosto, in versione ridotta all’interno di CastellinAria – Festival di Teatro Pop, ideato e promosso dalla Compagnia Habitas nella suggestiva cornice del Castello Cantelmo di Alvito (FR). Un’occasione importante per creare un ponte tra dentro e fuori attraverso la cultura, attraverso il teatro.
La commedia ha divertito chi ci ha lavorato e chi è stato spettatore, ha fatto ridere e pensare, perché Alice insegna che «è così bello essere così adulti ed eternamente bambini, capaci di giocare, emozionarsi, sovvertire gli schemi, perché non c’è nessuno schema, solo lo stupore e la curiosità».
Adriana Letta