Un dolce incontro

Monastero benedettino Santa Maria della Rupe

Chiunque si trovi di passaggio nella nostra cara terra di San Benedetto,avrà fatto sicuramente caso, alzando lo sguardo,che dimora da sempre, sospesa su una rupe, una struttura dal colore grigio, che sembra quasi appartenere a un luogo e a un  tempo troppo lontani. Ma irraggiungibile e lontana non è! Se si percorre la strada che conduce all’Abbazia di Montecassino (km 5), si può notare sulla sinistra, immerso  tra la natura,un tetto che spunta tra la folta vegetazione: è il Monastero benedettino Santa Maria della Rupe.

Pace e serenità sono  le sensazione che si percepiscono appena giunti nel cortile di questo luogo sospeso tra due dimensioni: il paesaggio naturale, che ti abbraccia con tutti i suoi elementi, e alzando lo sguardo,  un cielo irripetibile che apre a pieni polmoni l’esistenza.

Il monastero di Santa Maria della Rupe, che si trova tra l’Abbazia di Montecassino, dove c’è la tomba del nostro Santo Padre Benedetto e della sorella Santa Scolastica, e Cassino,dove secondo la tradizione Santa Scolastica ha dato vita alle prime realtà monastiche femminili della zona, è abitato dal 2011, da quattro monache benedettine Silvana, Isa, Caterina e Arianna provenienti dall’Italia settentrionale.

Il monastero e le quattro monache ospitano, (su richiesta) fratelli e sorelle  in ricerca vocazionale o comunque desiderosi di trascorrere un periodo di esperienza in monastero, condividendo, in tutto o in parte, la loro vita.

La realtà quotidiana delle monache è scandita dalla preghiera e dal lavoro, sia manuale che intellettuale.

Il loro lavoro è incentrato prevalentemente sulla pasticceria secca, dolciumi di varie tipologie destinati alla vendita non solo diretta, ma anche online. Una varietà di pasticcini ricca e fragrante, per accompagnare  qualunque momento della giornata,senza l’utilizzo di conservanti e coloranti artificiali, garantendo un prodotto fragrante e saporito, come appena uscito dal forno.

Le monache ci insegnano che bisogna amare quello che si fa, perché ogni dolce ha la sua storia: la persona per cui lo si prepara, i sentimenti che si provano mentre si impasta, ogni cosa entra nelle mani e mentre impasti pensi con le mani, ami con le mani e crei con le mani.

Recentemente, le monache benedettine hanno proposto ai giovani un appuntamento speciale: una “Lectio Divina”, una forma di preghiera e riflessione,  che prevede la lettura della parola di Dio, affinché si possa riflettere sul testo biblico, e trarre da esso il messaggio che vuole darci. La Parola di Dio è viva e operante, e trasformerà ciascuno di noi se ci apriamo a ricevere ciò che Dio vuole darci.

Vivendo l’ora et labora, indicata dalla regola di San Benedetto, ci insegnano che bisogna applicare alla nostra vita quotidiana ciò che leggiamo nella Parola di Dio; questo evento ha come desiderio quello di trasmettere ad ogni uomo e cristiano un modo concreto come ascoltare una parola nuova sulla propria vita, sulla vita dell’umanità. Queste tappe della Lectio Divina sono semplicemente orientamenti su come sviluppare la preghiera. Si cerca una maggiore semplicità e disposizione ad ascoltare e non a parlare. Gradualmente le parole della Sacra Scrittura incominciano a liberarsi e la Parola si rivela davanti agli occhi del nostro cuore e ci aiuta a leggere la nostra storia con una sapienza diversa.

San Benedetto inizia il Prologo della sua Regola con una semplice parola, “Ascolta”. Il vocabolo , in un certo senso, riassume tutto il Prologo e la stessa Regola. Infatti, la ricchezza tematica con cui San Benedetto esordisce, permette di delineare tutte le peculiarità della vita monastica.

C’è un modo in cui la natura parla, in cui la terra parla: gli alberi, i  fiori, l’erba, crescono in silenzio. Eppure,  la maggior parte delle volte noi, semplicemente, non siamo abbastanza pazienti e fiduciosi, mai abbastanza  calmi per prestare attenzione alla realtà che viviamo, commettendo l’errore di non sapere più come scavare la terra e prendersi cura del suolo, e finendo col dimenticare noi stessi.

Secondo alcune testimonianze, il piacere di prendere parte alle Lectio o a fare esperienza di vita con loro, a prescindere dalle proprie convinzioni,sta nel fatto che non si tratta di una partecipazione destinata a restare nel ricordo di un’esperienza che può essere piaciuta o meno,  bensì nel riviverla successivamente. Il talento, gli idoli, non significano nulla, mentre l’esperienza, acquisita in umiltà e con il duro lavoro, vuol dire tutto.

Per chi ne avesse la possibilità vi invitiamo a vivere un’esperienza del genere, non solo della Lectio, ma anche di vita monastica, si tornerà a casa risanati nel corpo e nello spirito e sicuramente con tanti pasticcini!

– Aurora Capuano

 

Comunità Monastica Santa Maria della Rupe

Via Montecassino Km 5

03043 Cassino (FR) – Italia

santamariadellarupe@gmail.com

340.7625634 / 333.7439508

 

 

 

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