Venerdì 4 marzo alle ore 18:00, nell’ambito della missione popolare in svolgimento nella Zona Pastorale di Atina, ha avuto luogo l’incontro dei giovani dai 13 ai 20 anni presso la chiesa parrocchiale “Santa Scolastica” di Ponte Melfa a cura del Servizio di Pastorale Giovanile zonale. La presenza del vescovo Gerardo, di molti sacerdoti e la grande affluenza di ragazzi (oltre un centinaio i presenti) hanno reso l’evento una gioia per gli organizzatori, ma soprattutto un prezioso momento di condivisione per tutti coloro che hanno scelto di esserci.
Il titolo dell’incontro – “Un viaggio nella misericordia” – ha voluto richiamare il tema principale e il personaggio da cui la riflessione ha preso piede: il profeta Giona, che inizialmente rifiuta la chiamata di Dio e successivamente la osserva, salvo poi rattristarsi di fronte all’incommensurabile misericordia del Padre. Nell’introduzione all’incontro, Don Alessandro Rea ha chiesto casualmente ai ragazzi se qualcuno di loro conoscesse un certo Giona, riportando all’attualità una storia lontana nel tempo, ma che potrebbe essere quella di ognuno di noi. Ha voluto infatti evidenziare come il comportamento del profeta “ribelle” non sia poi molto distante dal nostro: troppe volte rifiutiamo le proposte di Dio per intraprendere, più o meno consapevolmente, la strada esattamente contraria, in un atto che, se ci fa sentire apparentemente liberi, in realtà ci mette di fronte alla solitudine delle fragilità umane.
In seguito alla lettura del testo biblico, alcuni ragazzi interpellati hanno scelto le parole chiave della storia, indicate dallo schermo che le riassumeva: chiamata, ribellione, perseveranza, rifiuto e scoraggiamento solo alcune di quelle evidenziate. Nessuno, però, ne ha scelta una in particolare, paradossalmente la più importante, ma anche quella che probabilmente spaventava di più: conversione. Proprio da quest’ultima è iniziato l’intervento del vescovo, che ha voluto sottolineare come sia proprio la conversione il centro non solo delle vicende occorse a Giona, ma anche della nostra vita cristiana: convertirsi non significa infatti cambiare idea, ma mutare in profondità il nostro sguardo su Dio, affinché anche le nostre azioni cambino radicalmente e si conformino alla volontà del Padre. Eppure, ha continuato il vescovo, troppe volte la nostra conversione rimane incompiuta perché non siamo in grado di accettare l’immensa misericordia di Dio, così come Giona che cerca il perdono per se stesso ma non lo accetta quando è rivolto alla città di Ninive.
L’incontro si è concluso con la consegna dei segnalibro, ricordo dell’incontro, e la liturgia penitenziale, in preparazione al Giubileo dei cresimandi previsto il 6 marzo. Osservando i volti dei tanti ragazzi presenti, incuriositi da questo Dio misericordioso e da uno strano profeta incredibilmente umano, non resta che una speranza: che l’incontro con il Padre, sperimentato nei Sacramenti ma anche in tanti momenti talvolta casuali, possa davvero cambiare in profondità lo sguardo sul mondo dei nostri giovani.
Testo di Riccardo Evangelista
Foto di Elisabetta Nardelli e Simone Buzzeo