Una lettera-testimonianza su Famiglia Cristiana

Famiglia Cristiana ha pubblicato sul numero del 24 luglio 2016 la lettera di “Un lettore” sulla figura di un Sacerdote, di cui non nomina la diocesi, la parrocchia e la località e neppure dice il cognome, ma per noi che lo conosciamo molto bene è stato un gioco da ragazzi individuarlo come Sacerdote della nostra Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.

Per questo, ben consapevoli che lui, l’interessato, non vorrebbe assolutamente, e col dispiacere di andare contro il suo desiderio, dopo insistenti richieste di alcuni parrocchiani, abbiamo acconsentito a pubblicare questa lettera, nella speranza non tanto di… non essere cacciati dalla parrocchia o addirittura dalla Diocesi, ma semplicemente che la testimonianza di una persona che vuol rimanere anonima ma sente il bisogno di far conoscere un vero testimone del Signore Gesù, un Sacerdote con la S maiuscola, ridoni fiducia e speranza a chiunque legga. Non per niente è pubblicata nell’ Angolo della Speranza ed ha come titolo: “Quella parte di Chiesa che, di solito, non fa notizia”.

Ecco il testo.

Caro don Antonio, prendendo spunto dalle vicende mondane di alcuni prelati che hanno disonorato l’immagine della Chiesa e scandalizzato i fedeli, mi sembra opportuno – per non generalizzare – dare una doverosa e spontanea testimonianza di chi, invece, svolge il suo ministero pastorale con spirito evangelico e nel pieno rispetto della dottrina della Chiesa e delle esortazioni del Papa. Un esempio, quindi, di quella parte sana della Chiesa che, solitamente, non fa notizia, ma che nel silenzio smentisce i suoi detrattori. Mi riferisco a don Fortunato, parroco di una chiesa del Sud, benvoluto da tutta la comunità. Con la sua raffinata eloquenza ha conquistato la stima e la simpatia di quanti ascoltano le sue omelie. Nonostante i suoi impegni di parroco e vicario diocesano, con spirito di sacrificio e umiltà, trova il tempo necessario da dedicare all’assistenza sociale e spirituale delle famiglie della parrocchia. Ha organizzato l’oratorio don Bosco, punto di aggregazione per i ragazzi del paese, dove si svolgono attività ricreative e di intrattenimento. Sempre sensibile alle continue richieste di aiuto da parte dei poveri che si rivolgono a lui, per fare beneficenza non si affida solo alla Divina Provvidenza, ma attinge alle risorse personali. Tutto nel più assoluto riserbo. Per il suo impegno pastorale è un modello virtuoso di riferimento, sia per quei sacerdoti che snobbano gli inviti di papa Francesco e, con pretesti vari, si ostinano a tenere sbarrate le porte delle chiese e a chiudersi “a riccio”, sia per i “mercanti del tempio” che con spiccato senso degli affari, adibiscono edifici del culto, conventi e monasteri, a strutture ricettive a pagamento, pubblicizzate sui loro siti web. Da un contesto simile non può che emergere tutto lo spessore morale di don Fortunato, meritevole di segnalazione, che il suo carattere schivo e riservato, sicuramente avrebbe disdegnato. Un lettore“.

Famiglia cristiana 24 luglio DF (1) bis Famiglia cristiana 24 luglio DF (2) bis

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