La celebrazione della “Giornata Mondiale dei Poveri” presso la chiesa di San Carlo ad isola del Liri
Povertà: una parola declinata in tanti significati, su cui ha posto l’accento mons. Gerardo Antonazzo nella solenne concelebrazione nella chiesa di San Carlo, ad Isola del Liri, che ha chiuso, nel pomeriggio di domenica 19 novembre, le iniziative per la prima Giornata mondiale dei Poveri, istituita da Papa Francesco al termine del Giubileo della Misericordia.
Davanti a volontari aderenti a differenti associazioni, mons. Antonazzo ha voluto fermarsi a far chiarezza su due termini, uguali ma profondamente diversi, la povertà e le povertà.
La povertà è così una condizione di vita che ha bisogno di essere riscoperta e vissuta come un “dono”, nel momento in cui ci si dispone a ricevere qualcosa da Dio o dagli altri. Di contro invece la ricchezza, una benedizione nel momento in cui diventa motivo di solidarietà, il mezzo per far del bene: Dio stesso da ricco si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà. Dio si fa povero dunque come condizione umana, donando agli uomini la sua stessa vita.
Dalla povertà, che è valore, distinguiamo le povertà, che sono invece un problema. Si può pensare alle povertà dei giovani, e al tempo stesso chiedersi di chi siano figlie queste povertà, morali e spirituali, indicatori di una società che non è più capace di educare alla vita.
Ed ecco le due facce su cui si è chiamati a riflettere, come pure sul ruolo della Chiesa, che si faccia povera per i poveri, nel cuore e nei gesti.
Ed il grazie oggi va a chi si fa carico di queste povertà, a chi dedica la propria vita a sostenere e sollevare la condizione di chi è costretto a chiedere aiuto per vivere la propria vita.
Carla Cristini
Foto di Rosalba Rosati