La scomparsa di Mons. Antonio Colella, Parroco di S. Giovanni Battista in Cassino, ha profondamente scosso la città e la diocesi tutta, perché improvvisa, imprevedibile e traumatica. Il suo morire da solo, per strada, in auto e aver avuto appena il tempo di accostarsi e aprire lo sportello in un’estrema richiesta di aiuto, ha commosso e toccato il cuore di tutti. L’aver dovuto aspettare quasi due giorni che venisse effettuata l’autopsia dal medico legale, per poterlo vedere finalmente composto in pace e pregare davanti alla sua salma, ha accentuato il dolore ed amplificato il proprio senso di impotenza ma anche la consapevolezza della grandezza del mistero della morte. Ma soprattutto ha dato a tutti più tempo per riflettere e ripensare a lui, Don Antonio, e capire la sua grandezza di uomo di Dio, di Sacerdote, che certo non a caso Dio ha chiamato a sé proprio nell’angolo di strada dove ogni anno avviene l’incoronazione della Madonna Assunta, Patrona di Cassino.
Lui così umile, semplice, mite e riservato, ha fatto parlare di sé come per sua volontà non avrebbe mai fatto.
Quando, finalmente, nel tardo pomeriggio di sabato 18 novembre, la sua chiesa è divenuta per lui camera ardente, è stato un continuo, ininterrotto fluire di persone che si raccoglievano in preghiera ed era commovente rendersi conto di come tutti, dico tutti, avevano ricordi bellissimi di lui, ne esaltavano le doti di profonda spiritualità e di sensibilità umana, la delicatezza del tratto, il sorriso per tutti, la capacità di guidare le anime, di accogliere, di donare serenità e pace; ma anche la preparazione culturale e le doti artistiche e musicali con cui, per esempio, in passato aveva messo su con i giovani di S. Vittore spettacoli musicali e teatrali di grande livello. Sempre mite e sorridente, mai in cerca dei primi posti, mai vantandosi. E’ stato difficile, infatti, anche trovare foto in cui fosse in primo piano!
Era entrato nella chiesa di S. Giovanni B., provenendo dalla parrocchia di S. Maria della Rosa in S. Vittore del Lazio, il 4 luglio 2010, ed era divenuta la “sua” chiesa. Con gioia ed entusiasmo, nel febbraio 2011, meno di un anno dopo esserne divenuto parroco, l’aveva arricchita dei preziosi, luminosi e “teologici” mosaici di Rupnik, che sognava di poter estendere almeno al fonte battesimale, sogno interrotto dai problemi per cui tempo fa era stato necessario togliere completamente l’intonaco alle pareti per compiere urgenti lavori di restauro. Lui che amava la bellezza, soffriva di questo e desiderava ardentemente che i lavori riprendessero sollecitamente e venissero portati a termine, perché la Casa del Signore era la sua casa.
In questa chiesa si è svolta ieri sera alle 20.00 una intensa e partecipata Veglia di preghiera, presieduta dal vescovo Mons. Gerardo Antonazzo, circondato di molti Sacerdoti, con la presenza dei suoi familiari e di molti fedeli. Era particolarmente commovente vedere tanto amore, affetto e fraternità da parte di tutti i Sacerdoti presenti, e soprattutto dei suoi conterranei, nativi come lui di S. Pietro Infine, come il giovane diacono Don Marcello Di Camillo.
Con questi sentimenti e con profonda fede, sicuramente alimentata e accresciuta ancora grazie al caro e amatissimo Don Antonio, si è pregato, letto, riflettuto e ancora pregato pregato pregato. Intanto, dentro ognuno cresceva sempre più un sentimento forte e alto di gratitudine, al Signore per averci dato un Sacerdote così e a lui, Don Antonio Colella, che in punta di piedi ha vissuto, in punta di piedi se ne è andato, e così silenziosamente ma sostanzialmente ha insegnato a tutti le cose più importanti della vita e ha comunicato ad ogni persona incontrata la dolcezza misericordiosa di Dio. Grazie, Don Antonio!
Adriana Letta
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Foto Maurizio Facchini e Adriana Letta