In questo articolo inizieremo ad addentrarci nei tratti specifici del Culto alla Divina Misericordia ed in particolare cercheremo di conoscere il significato e l’importanza dell’immagine di Gesù Misericordioso.
Il quadro rispecchia la visione avuta da Santa Faustina Kowalska nella sua cella. Così lei scrive nel Diario:
“La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l’anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: «Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come Mia propria gloria».” (Diario, v.47-48).
“Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia». (Diario, v.49).
Nonostante questa visione, Suor Faustina ebbe molti dubbi e dovette soffrire molto, infatti non sapeva se si trattasse di un’illusione o di un vero messaggio di Gesù. Più volte chiese al Signore di inviarle dei segnali per confermare la Sua richiesta ed ebbe da Lui diverse risposte, fino a quando, un giorno, mentre era ancora indecisa:
“[…] appena entrai nella cappella, la presenza di Dio s’impadronì della mia anima. Pregai così, come in certi momenti, senza dire una parola. Ad un tratto vidi il Signore che mi disse: «Sappi che, se trascuri di dipingere quell’immagine e tutta l’opera della Misericordia, nel giorno del giudizio risponderai di un gran numero di anime». Dopo queste parole del Signore, una certa apprensione entrò nella mia anima e anche timore. Non riuscivo a tranquillizzarmi da sola. Quelle parole mi risuonavano nelle orecchie. «Si, nel giorno del giudizio universale dovrò rispondere non solo di me stessa, ma anche di altre anime».” (Diario, v.154).
Così Suor Faustina si convinse e cercò di far dipingere quell’immagine, ma si rattristò molto perché non era possibile riprodurre su tela la bellezza del Signore:
“Una volta che andai dal pittore che stava dipingendo l’immagine e m’accorsi che non era così bella come è Gesù, mi rattristai molto per questo, ma lo nascosi nel profondo del cuore. Quando uscimmo da casa del pittore […] tornai a casa da sola. Andai subito in cappella e mi sfogai piangendo a dirotto. Dissi al Signore: «Chi può dipingerTi bello come sei?». All’improvviso udii queste parole: «Non nella bellezza dei colori né del pennello sta la grandezza di questa immagine, ma nella Mia grazia».” (Diario, v.313).
Veniamo ora al significato ed ai tratti caratteristici del quadro:
“Una volta che il confessore mi ordinò di chiedere a Gesù che cosa significano i due raggi che sono in quest’immagine, risposi: «Va bene, lo domanderò al Signore». Mentre pregavo udii interiormente queste parole: «I due raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime… Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio. Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Misericordia.” (Diario, v.299).
“Una volta Gesù mi disse: «Il Mio sguardo da quest’immagine è tale e quale al Mio sguardo dalla croce». Una volta il confessore mi chiese come doveva essere collocata la scritta, dato che non c’era posto sull’immagine. Risposi che avrei pregato ed avrei dato una risposta la settimana seguente. Mentre mi allontanavo dal confessionale, passando accanto al SS.mo Sacramento, mi fu fatto capire interiormente come doveva essere quella scritta. Gesù mi ricordò quello che mi aveva detto la prima volta e cioè che queste tre parole dovevano essere messe in evidenza. Le parole sono queste: «Jezu, ufam Tobie». Gesù, confido in Te. Capii che Gesù desiderava che venisse messa questa frase, ma all’infuori di queste parole, non dava altri ordini precisi. «Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Il recipiente è quest’immagine con la scritta: Gesù, confido in Te».” (Diario, v.326-327).
Gesù ha detto diverse volte che, attraverso questa immagine, elargirà un gran numero di grazie e di doni. Per questo ha chiesto che questa immagine venisse esposta e venerata pubblicamente, ed ha chiesto di rivolgersi a questa immagine ogni volta che si ha bisogno di maggiore intimità con il Signore:
“Dì al confessore che quest’immagine deve venire esposta in chiesa e non nel convento dentro la clausura. Attraverso questa immagine concederò molte grazie alle anime, perciò ogni anima deve poter accedere ad essa».” (Diario, v.570).
“Già molte anime sono state attirate al Mio amore da questa immagine. La Mia Misericordia agisce nelle anime tramite quest’opera».” (Diario, v.1379).
“Oggi ho visto la gloria di Dio che si propaga da questa immagine. Molte anime ricevono grazie, benché non ne parlino ad alta voce. Sebbene le sue vicissitudini siano di vario genere, Iddio ottiene gloria per suo mezzo e gli sforzi di satana e degli uomini malvagi s’infrangeranno e verranno annientati. Nonostante la rabbia di satana, la divina Misericordia trionferà sul mondo intero ed avrà il culto di tutte le anime.” (Diario, v.1789).
A questo punto l’invito è ad esporre questa immagine nelle nostre case, nei luoghi di lavoro, averla sempre a vista d’occhio, in modo da poter richiedere in ogni istante il consiglio di Gesù, di ricevere le Sue indicazioni sulle giuste decisioni da prendere nella nostra vita, di trovare conforto in Lui nei momenti di dubbio o di sconforto, di condividere con Lui le nostre gioie e riporre in Lui le nostre speranze.
Tutto questo può essere racchiuso nella breve ma potente preghiera che Egli stesso ci ha insegnato e che è racchiusa in questa immagine: “Gesù, confido in Te”.
di Giancarlo Celli
(Responsabile del Gruppo di preghiera della Divina Misericordia della Basilica di San Domenico Abate di Sora)