Il vescovo Alessandro Paolo Spoglia (1816-1887)
di Lucio Meglio
Presentiamo di seguito le brevi notizie biografiche di un vescovo nativo della città di Priverno ma la cui antica famiglia era originaria della città di Sora di cui quest’anno ricade il secondo centenario della nascita.
Alessandro Paolo Spoglia nacque a Priverno il 5 febbraio 1816 da Nicola e Onorata Ranaldi. La famiglia Spoglia era residente a Sora in vicolo San Pietro Celestino dove sorgeva l’abitazione costruita da Antonio, fabbro decurione della città e Anna Maria Bozzolini, sorella dell’Arciprete di Pescosolido don Vincenzo Bozzolini. Nicola, ultimo di sei figli, intraprese la professione medica che esercitò in varie città d’Italia prima a Priverno, dove nacque Alessandro, e in seguito a Maenza dove nacque il secondogenito Luigi, futuro maestro elementare, il quale con i genitori ritornerà a vivere a Sora nell’abitazione di famiglia. Diversa la vita del giovane Alessandro che pur visitando da giovane la città di famiglia all’età di diciotto anni decise di entrare in Seminario; sarà ordinato sacerdote a Priverno il 10 aprile del 1841 dove divenne canonico della Collegiata di S. Maria del Suffragio. Nel frattempo continuò gli studi nella città eterna conseguendo il 23 giugno 1845 la laurea in Utroque Iure presso l’Archiginnasio della città. Nel periodo romano fece la conoscenza di numerosi prelati della curia vaticana che ne apprezzarono fin da subito le doti intellettuali ed umane. Non tardarono così ad arrivare dei riconoscimenti: nel 1848 Spoglia venne nominato vicario generale della Diocesi di Camerino incarico che ricoprì con grande diligenza per oltre dieci anni. l’esperienza maturata in questa Diocesi lo porterà alla nomina di Vescovo della Diocesi di Ripatransone in provincia di Ascoli Piceno. La cerimonia di consacrazione avvenne il 23 marzo del 1860 a Roma per le mani del Cardinale Antonio Maria Cagiano de Azevedo. Resse questa Diocesi per sette anni durante i quali nel 1863 fu nominato anche Amministratore apostolico della Diocesi di Montefiascone, chiesa che però non poté reggere a lungo perché: “la malignità dei tempi non permise di potervi accedere” (cit.). Il pontefice Pio IX, con bolla del 6 aprile 1867, lo trasferì in qualità di Vescovo nella Diocesi di Comacchio, dove mons. Alessandro Spoglia farà il suo ingresso nella Cattedrale di San Cassiano l’11 agosto dello stesso anno. Spoglia condusse il suo episcopato in un clima contraddittorio di anticlericalismo e di sentimento religioso, tra pochi preti, senza religiosi e senza seminario. Il suo agire fu prevalentemente se non esclusivamente religioso e pertanto non entrò mai in questioni politiche. Nelle lettere pastorali e nell’unica ad limina denunciò “i deplorevoli spettacoli dei nostri giorni”, l’esiguità del numero dei giovinetti, specialmente maschi, che intervengono alla dottrina cristiana nei giorni festivi, l’indifferenza religiosa che prende sempre più corpo, le “novità” dei tempi, le nuove leggi, i nuovi maestri e la responsabilità dei genitori che non mandano i loro figli in chiesa. L’abbandono – annota – è definitivo dopo la prima comunione: sia i maschi che le femmine non vanno più in chiesa e così sempre più spesso accade che, divenuti adulti, ignorino i fondamenti della dottrina cristiana . Altre spine sono la povertà della Diocesi, oltre la scarsità del clero, le poche confraternite, “tre o quattro in tutta la diocesi, e tali soltanto” di nome, la chiusura del seminario e la soppressione del convento dei cappuccini. Prima dell’abbandono della Diocesi il 15 settembre 1879 Spoglia cederà al Comune l’utile dominio di una casa di sua proprietà con l’obbligo che conservi “in sua perpetua proprietà il locale del convento dei cappuccini ove risiedeva prima d’ora il ricovero di mendicità, destinandolo ad uso di lazzaretto, con vincolo di non venderlo giammai, e meno poi destinarlo ad uso profano”.
Rientrato a Roma, dopo aver partecipato nel 1869 alla prima, terza e quarta sessione del Concilio Vaticano I°, il 22 settembre 1879 viene nominato Vescovo della Diocesi titolare di Comana di Armenia. Sull’inizio del 1887 stanco e malato si ritirò nel convento dei Passionisti di Montecavo a Frascati, dove morirà il 13 febbraio dello stesso anno.
Figura per certi aspetti complessa, Alessandro Spoglia in vita fu a volte criticato e contrastato per il suo carattere duro e poco diplomatico, come nel caso della Diocesi di Montefiascone dove causò la rivolta del clero locale, ma dopo la morte sorprese tutti per la sua generosità nominando erede universale il decano della Cattedrale di Montefiascone che grazie al suo lascito arricchì di splendide pitture e statue il tempio; lasciando alla Seminario di Ripatransone un Armonium e un gabinetto di fisica completo e al Comune di Comacchio la sua abitazione.
Bibliografia di riferimento:
Volpini Pietro, Storia della Diocesi di Montefiascone, 1974, pp.48-49.
Samaritani Antonio, I Vescovi di Comacchio, 1961.
Archivio parrocchiale di Santa Restituta, Sora – Archivio Storico Comunale.
Si ringrazia per l’aiuto il Rag. Vincenzo Alonzi, cultore di Storia locale che ha promosso la ricerca.